Ciao, mi presento: sono laureata in lettere e sono professoressa di una splendida classe. Mi chiamo Nazli e vivo a Roma da... quando sono nata. I miei genitori si sono traferiti qui cinque anni prima che nascessi, in pratica 30anni fà. Lavoro in questa scuola da 3 anni, ed ho seguito solo un corso. La 3°D. È una classe speciale, ti spiego perchè: è la sezione musicale della scuola, e quando andiamo a fare lezione fuori è bellissimo sentirli suonare, ma suprattutto è favoloso osservare le facce dei loro coetanei quando andiamo in teatro mentre loro devono rimanere a fare lezione tradizionale. I miei colleghi sono simpatici e andiamo d'accordo; ma non è per questo che ho deciso di scrivere questo diario. Ho iniziato a scriverlo per parlare della mia vita.
Lunedì
Oggi ho promesso ai miei alunni di riportargli i temi, ma li ho dimenticati a casa e non sò cosa dirgli.
«Buongiorno ragazzi»
«Buongiorno. Prof, li ha portati i temi?»
Ecco la domanda che non volevo sentire. Era solo la terza ora, 22 settembre, mattina.
«No, ma vi prometto che domani li porterò, anche perchè ho gia messo i voti e li devo solo caricare sul registro eletteonico.»
«Va bene»
Per cambiare discorso chiesi i compiti del giorno, e non si sà come, iniziammo a parlare del nuovo professore di matematica e scienze.
«Quindi pure a voi è cambiato?»
«Si, non c'è più la prof, da quel che ho capito è arrivato un uomo.»
«Ok... Va bene sù, ora pensiamo a fare grammatica. Aprite il libro a pagina 257, oggi parliamo delle subordinate.»
Suona la campanella, sono così innamorata delle mie materie che le due ore sono volate.
«Ciao ragazzi, ci vediamo doma-»
Non faccio in tempo a finire la frase che mi scontro con il nuovo professore.
«Perdonami! Sono così sbadato»
«No, tranquillo. Dovrei guardare avanti mentre cammino. È colpa mia»
Eravamo imbarazzati e in più sentivamo i nostri alunni ridacchiare di sottofondo. Ci siamo guardati negli occhi fissi per 5 secondi circa. Mi sembra un uomo profondo.
Esco dalla porta, e penso a lui; entro in macchina, e penso a lui; torno a casa, e penso a lui. Penso a lui tutto il resto del giorno. Ne sono rimasta molto colpita.Martedì
Finisco di mettermi il mascara, un po' di rossetto ed esco. Ho preso i temi! I miei alunni saranno felici.
Sono le 12:45, tra un quarto d'ora entro in classe. Oggi ho la quinta ora. Vado in sala professori bevendo un caffè e dopo neanche 5 minuti entra lui.
«Hey, Nazli!»
«Ciao!»
«Non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Ferit, e sono del tuo paese»
«No! Sei turco anche tu? Non ci credo!»
«Bè credici»
Iniziammo a ridere e chiaccherare per conoscerci un po' meglio. Ne rimanevo ogni secondo più affascinata. Suona la campanella.
«Ferit adesso devo andare in classe, ci vediamo domani»
«Se vuoi possiamo finire di conoscerci oggi pomeriggio. I ragazzi hanno orchestra e io devo rimanere per parlare con la dirigente scolastica»
«Va bene. Non puoi in sesta ora?»
«No mi spiace, ho la terza»
«Ok, allora a dopo. Ciao»
Entro in classe, e anche se oggi abbiamo geografia, mi chiedono tutti in coro:
«Prof, i temi?»
«Si, i temi li ho portati. Ma non ho caricato i voti. Ve li dico a voce. Va bene?»
Inizio a chiamare i nomi:
«Simone, potevi impegnarti un po' di più, 6. Alessia, hai fatto un buon lavoro, 8. Davide, come sempre un lavoro perfetto, 10...» e così via.
È passata tutta l'ora, e sono felice. Non vedo l'ora di finire la chiaccherata con Ferit. La scuola finisce e allora gli scrivo, ma non risponde. Si fa tardo pomeriggio e decido di tornare a casa.
Verso le 20:00 mi scrive su whatsapp:
«Scusami per oggi, ho avuto un imprevisto. Domani vieni un'oretta prima?»
«Tranquillo immaginavo. Va bene. A domani, buona notte». Poteva almeno avvisare.Mercoledì
Oggi mi ero vestita con una maglietta scollata e con dei leggings neri, ma poi ho pensato che non andavo a scuola per farmi guardare da Ferit, ma per dare un futuro ai miei alunni. Quindi mi sono cambiata... Ma i leggings li ho lasciati. Oggi ho le prime tre ore, letteratura e storia. Amo storia. Stiamo facendo il 900, precisamente la seconda guerra mondiale. Entro in classe ed inizia la lezione. Ad un certo punto bussano alla porta: è il bidello.
«Vi ricordo che entro venerdì bisogna portare il foglio firmato e autorizzato. La quota va portata entro domani»
Il campo scuola!! Me ne ero dimenticata! Ci sarà pure Ferit...
Riprendo la lezione, e per la gioia dei miei alunni, interrogo.
Finiscono le prime due ore. C'è la ricreazione, e allora vado in bagno. Mentre esco vedo che in 2°D c'è Ferit. Lo guardo, e lui mi guarda. Stanno facendo il teorema di Pitagora. Rientro in classe e ricomuncia la lezione.
Finisce anche l'ora restante. Ma sono ancora un po' scossa dal discorso con Ferit, quindi decido di non aspettarlo e vado a casa. Dopo un ora mi chiama al telefono.
«Nazli, ma dove sei? Ho finito la lezione»
«Sono a casa mia»
«Ma dovevamo parlare. Perchè sei andata via?»
Non risposi
«Davvero? Sei ancora arrabbiata per ieri? Ti ho detto che ho avuto un imprevisto. Non fare la bambina!»
A quelle parole gli attaccai in faccia. Sono sempre più arrabbiata.Giovedì
È mattina, non mi sento bene. Credo di aver preso freddo sta notte, quindi avviso la scuola che oggi non andrò. In più sono triste e penso a Ferit. È come se avessimo litigato.
Sono le 9:00 e mi sto annoiando. Allora decido di iniziare a preparare la valigia per il campo scuola. Sarà un intera settimana scolastica a Napoli. Partiamo Domenica pomeriggio e torniamo Venerdì mattina.
Sono le 14:00 e Ferit mi ha scritto "sto arrivando".
Dopo una ventina di minuti suona il campanello e vado ad aprire. È lui.
«Che ci fai qui?»
«Perchè non sei venuta a lavoro? Sei arrabbiata?»
«No»
«Non ti credo, non credo alle donne. Mentite solo. Mi avete ferito molto ingannandomi di aver trovato la felicità. Mi trova bene con te, ma non penso che possa funzionare»
«Hey, calmati. Non farti film mentali! Non sono venuta perchè mi sento poco bene»
«A, scusami. Perdonami. Ho sbagliato a non farti finire di parlare»
C'è stato un minuto di silenzio, e poi ha iniziato ad avvicinarsi. Il mio cuore batte sempre più forte. Mi prende i fianchi ed inizio a vibrare. Mia madre mi stava chiamando al telefono. Lui si allontana.
«Pronto mamma? Che c'è?»
«Niente, volevo solo sentire come stavi. Come stai?»
«Bene mamma, ma sono inpegnata adesso. Ti posso richiamare più tardi?»
«Certo tesoro, ma ricordati di farlo! Ciao»
Ferit mi guarda ed io ricambio lo sguardo. Siamo inbarazzati. Lui rompe il ghiaccio dicendo:
«Ora devo andare»
«Ok»
«Cerca di riprenderti»
Tutto qui? Era andato via... Allora richiamo mia madre.
Sono le 21:50. Guardo un attimo il telefono e vedo che Ferit mi ha mandato la buonanotte.Domenica (1 parte - 2 giorni dopo)
Tra meno di un'ora devo essere fuori la scuola per prendere il pullman. Intanto ti racconto che cosa è successo questi due giorni con Ferit. Mi ha dato un bacio sulla guancia e mi ha abbracciato due volte. Quando? Venerdì mi ha dato un bacetto e un abbraccio (è venuto a casa mia) perchè non ero andata per una visita medica e ha detto che le ero mancata. E ieri mattina mi ha dato un altro abbraccio, in amicizia.
14:50 sono salita sul pullman, Ferit si è seduto vicino a me.Ciao a tutti. Come potete vedere ho eliminato tutte le storie. Ho deciso di crearne altre fatte meglio. Mi dispiace per chi le stava leggendo :( , ma questa non la eliminerò. La finirò e poi ne comincerò un'altra. Scusate ancora. Spero che vi sia piaciuto il primo capitolo. ❤️😍👋
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Signor Sbagliato - Mr. Wrong
FanfictionNazli è una 25enne, professoressa in una scuola secondaria di primo grado. Ferit è un suo collega. Lui e più grande di due anni e insegna materie scientifiche, mentre lei quelle umanistiche. Tra loro due nascerà un amore profondo.