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Anche J-Hope non è stato particolarmente fortunato: suo padre non amava l’idea che fosse un ballerino, anche se sembra che negli anni il giovane rapper gli abbia fatto cambiare idea. In più di un’occasione J-Hope ha confessato ai fan di essere certo di aver reso orgogliosi entrambi i suoi genitori: d’altronde, come potrebbe essere altrimenti?

Non tutti i membri hanno debuttato con uno pseudonimo
Come abbiamo già avuto modo di accennare, la maggior parte dei membri dei BTS sono conosciuti con degli stage name o pseudonimi. Il leader Kim è diventato Rap Monster per la sua incredibile capacità nella rap music, Min Yoon-gi ha scelto Suga perchè ricordava qualcosa di dolce, Kim Tae-hyung è stato di fatto il quinto membro in ordine cronologico ad unirsi alla band e da qui la scelta della lettera V, cinque in numero romano. Jung Ho-seok ha più volte sottolineato come il suo nome sia nato da un gioco di parole che stava cercando da abbinare al suo vero nome, finendo per aggiungere “Pe” al primo pezzetto J-Ho, nel tentativo di diffondere un messaggio di speranza, mentre Jin ha esordito con l’abbreviazione del suo nome di battesimo.

Di fatto dunque gli unici due membri che hanno scelto di esordire con i nomi di battesimo sono Jimin e Jung-kook, che comunque hanno quasi debuttato con degli stage name. A Jung-kook era infatti stato proposto “Seagull”, letteralmente “Gabbiano”, in quanto volatile simbolo del suo paese natale. A Jimin erano stati proposto “Baby J”, “Baby G” oppure “Young Kid”. Tutti rifiutati dai due che hanno preferito debuttare – e per fortuna! – con i loro veri nomi.

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