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<<Questa casa nuova è fantastica!!>> esclama mia madre non appena arriviamo davanti a quella che sarebbe diventata la mia futura casa.

Travis, il fidanzato di mia madre, la abbraccia e entriamo dentro la casa.

Devo ammettere che la casa è molto bella, grande, spaziosa e soprattutto per la maggior parte è di marmo.

Entro in casa e cammino fino al piano di sopra, ci sono 5 stanze. Una stanza è la stanza di mia madre e Travis, una mia e le altre non so a cosa servino.

Entro in una delle cinque camere e poso tutte le mie cose.

Guardo meglio tutta la casa, visionando ogni singolo spazio.

Fuori, in giardino, c'è una piscina. Perfetta per me, così non dovrò andare al mare. Odio andare al mare, c'è sempre tutta quella gente. Invece adesso ho una piscina in cui potrò stare sola e passare tutte le mie giornate qui.

Devo dire che Los Angeles è bellissima, ho visionato un po' la zona mentre arrivavamo a casa. Nei dintorni ci sono solo anziani e questa cosa mi fa sentire a mio agio. Gli anziani sono taciturni e la maggior parte sono dei saggi, per questo sono sicura che alcuni potrebbero starmi quasi simpatici. La vecchiaia è lo sguardo degli altri che ti incolla al tuo destino senza futuro.

Prendo il pacco di sigarette e ne fumo una. Fumare mi tranquillizza, soprattutto quando sono in ansia per qualcosa. Mia madre è contraria al fumo, proprio per questo motivo non sa che io fumo.

Decido di scendere in cucina per prendere qualcosa da mangiare, ancora non conosco la casa molto bene.

Entro in cucina e trovo Travis e mia madre che parlano sulla poltrona in cucina.

<< Sandy, amore. Da dopo domani dovrai andare a scuola>> mi disse non appena mi vide sul davanzale della porta.

<<Va bene mamma>> dissi secca e presi una mela dal centro tavola.

<<Sai Sandy, dovresti provare a comunicare di più con gli altri>>

<<Travis quante volte ti ho detto che non mi piace comunicare con gli altri? ah e poi non chiamarmi Sandy>> sbuffo e salgo le scale per tornare in camera mia cercando di non perdermi per la casa.

Entro nella mia camera e faccio quello che mi piace fare di più. Guardo le stelle per tutta la serata. Mi domando, se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.

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Quello di oggi è il "grande giorno" , devo iniziare la scuola.

Mi preparo e vado a scuola a piedi ascoltando la musica per tutto il tragitto. Entro a scuola e mi dirigo in segreteria per prendere gli orari.

<<Buongiorno, sono Alicia Richard>> nessun segnale.

<<Oiii, mi sente?? devo prendere gli orari>> cerco di farmi sentire sbattendo le mani sul vetro.

la signora si sveglia di colpo.

<<Mi ha spaventata>>

<<Mi scusi, sono Alicia Richard. Sono arrivata oggi>> dico un po' in imbarazzo mentre la signora mi fissa negli occhi.

È la reazione delle persone la prima volta che vedono i miei occhi, sono di un colore grigio e alternano per l'azzurrino. Ad alcune persone inquietano, ad altre affascinano.

La signora smette di guardami e prende gli orari.

<<grazie buona giornata>> mi volto e cammino fino all'aula di biologia.

Busso alla porta della classe e il professore apre.

<<Buongiorno, signorina Richard?>>
faccio cenno di si con la testa ed entro in classe.

<<Siediti lí>> mi indica il professore un posto vicino ad un ragazzo.

Ragazzo niente male, occhi marroni e capelli biondo cenere. Devo ancora dare un'occhiata alla classe.

Sposto la sedia e mi siedo, senza fare rumore.

<<Che ne dici di presentarti?>> Una delle cose che più odio sono le presentazioni. Sono troppo imbarazzanti, non so mai che dire. Quindi decido di dire solo il mio nome.

La lezione inizia e io non ascolto nulla di quello che il professore dice, questo argomento lo avevo già fatto nella vecchia scuola. Mi giro verso il mio compagno di banco e noto che mi sta fissando. Ma cos'ha da guardare?

Quando suona la campanella scappo fuori dalla classe e vado a mensa. Entro in mensa e vado a un tavolo solo. Guardo un po' la gente che mi circonda, ci sono i gruppi d'amici, quelli del football, quanto sono fastidiose queste persone che parlano. È un'ora libera e loro la sfruttano parlando? E a pensare che una volta ero anch'io così.

Mi alzo dalla sedia e vado a cercare il bagno, finché una ragazza non mi blocca rovesciandomi tutto il contenuto di un bicchiere di caffè addosso.

La ragazza mi guarda e scoppia a ridere facendo ridere metà mensa.

<<Scusami, ho sbagliato non volevo>> ride ancora. Mi volto verso di lei per folgorarla con lo sguardo.

È bionda tinta non troppo più alta di me, ha un fisico da paura che di sicuro non cerca di nascondere. Ma poi chi viene a scuola con un tubino?

Non appena la fisso smette di ridere.

<<Sei rimasta bloccata?>> mi dice dopo avermi fissata per un paio di minuti.

Prendo il contenitore con il purè che avevo sul piatto e lo butto su tutta la sua testa.

<<Oddio i miei poveri capelli>> grida con quella voce da papera che si ritrova.

È davvero patetica, neanche mi conosce e mi butta un caffè addosso? Speravo di non avere problemi in questa scuola ma, a quanto pare non posso stare zitta nel mio angolino.

Mi volto e cammino fino alla porta della mensa per uscire.

Corro in bagno per lavare la maglia piena di caffè. Prendo un tovagliolo e inizio a strofinare.

Prendo l'estremità della mia maglietta e la bagno con l'acqua del rubinetto. Quando finisco di togliere il caffè metto la parte bagnata nel termosifone e aspetto che si asciughi.

Cos'ho fatto per ritrovarmi così?
Poi con quale coraggio vieni da me a fare una cosa del genere senza conoscermi? probabilmente non sa neanche il mio nome.

Sarà una delle solite ragazze popolari che si credono chissà chi.

Non la capisco la gente.

Chi avrebbe mai detto che già al primo giorno di scuola sarebbe successa una cosa del genere...

Mi sposto dal termosifone non appena vedo che la maglietta si è asciugata.

Quando esco dal bagno vado direttamente in classe.

𝒔𝒑𝒂𝒛𝒊𝒐 𝒂𝒖𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆
eii, vi sta piacendo la storia?✨

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 15, 2021 ⏰

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