Mi manchi...

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"Nooooo" continuavo ad urlare piangendo...

Mi svegliai. Mi mancava il fiato. Ero completamente bagnata di sudore. Decisi di andarmi a fare una doccia.

Cosa!!! Scusate, non mi sono presentata. Mi chiamo Harley Romanoff. Starete dicendo cose tipo: " Wow, figlia della Vedova Nera!" o "Fico!". Non lo è per niente. Nessuno sa della mia esistenza a parte lo S.H.I.E.L.D., perciò quando stavo male nessuno poteva essere lì con me per consolarmi o solo farmi compagnia dopo la morte di Mamma. Quando lei si è sacrificata ero arrabbiata, ma adesso mi sento orgogliosa di essere sua figlia. Anche se mi manca un mondo. Giusto, mi stavo dimenticando di dirvi chi è mio padre. Sinceramente? Non ce l'ho. Sono un esperimento. Hanno preso un po' di DNA e lo hanno usato per crearmi ed ... Eccomi qua! Ma torniamo al presente.

Pensavo che oggi magari potevo andare al cimitero per portare dei fiori a Mamma, Tony e Steve. I primi due si sono sacrificati per salvare il mondo, e Steve è tornato nel passato per vivere la vita con la sua Peggy Margaret Carter, l'amore della sua vita. Scusate ancora, mi sto dilatando troppo.

Esco e mi metto un paio di pantaloni larghi, una canotta, una giacca di pelle col cappuccio, e mi in filo un cintura(una spada) con attaccate un paio di pistole e nella tasca del giubbetto il coltellino svizzero appartenente a Mamma, con il suo simbolo. Mi accorgo di aver gli occhi lucidi. Scaccio indietro le lacrime, prendo il telefono e esco da casa.

_Al cimitero_

Ho appena comprato 3 mazzi di fiori e mi dirigo prima a quelle di Tony e Steve per poi andare a quella Mamma. Sono davanti alla lapide. Ho gli occhi fradici. Dalla bocca mi esco dei singhiozzi che si spengono diventando una piccola risatina di gioia. Mi asciugo le lacrime che continuano a scendere. Mi tolgo la giacca facendo cadere i miei capelli marroni con sfumature bianche, sulle spalle. Estraggo dalla giacca il telefono e il coltellino, per poi appoggiarli con il giubbetto sulla lapide.

E dico prendendo il cellulare " Ciao... Mi manchi moltissimo. Mi sono esercitata a fare un balletto per te. Spero ti piaccia". Feci partire la canzone e iniziai a ballare come se non ci fosse un domani. I passi mi vennero più fluidi di ciò che pensavo. Alla fine avevo la faccia umida come non mai.

Aggiunsi " Non so se riuscirò ad andare avanti. Non... non ce la faccio. Non ho nessuno con cui parlare. Avevo solo te e ora... posso contare solo sul tuo ricordo". Dissi tutto ciò con la voce singhiozzante. Non riuscii a restare lì ancora un po' così corsi a casa piangendo.

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Spazio autrice: Ciao! Vi piace? Forse è troppo corto. Andrò avanti a scrivere il capitolo successivo. Mi aspetto consigli a go go. 

Harley RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora