Capitotolo 2

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Pov.jo

Uscita da scuola mi avviai verso la spiaggia lì vicino,era una giornata soleggiata tipica del mese di aprile, le nuvole erano rade verso i monti e sulla spiaggia regnava il silenzio, era deserta, apprezzai questo particolare: era ciò che sperava.

Il mare era calmo si sentiva solamente un leggero fruscio del vento e le onde leggiadre che arrivavano a riva per poi ritirarsi portando via con se miriadi di piccole conchiglie.

Mi sedetti su un vecchio tronco trascinato dal mare , insabbiato e ormai secco, mi misi a pensare guardando il sole che batteva forte per riscaldare quell'aria fredda e pungente, guardando l'infinita distesa di acqua di fronte a se capii che solo scoprendo quell'infinito avrei potuto trovare ciò che cercavo: la libertà!

Guardò l'ora sorpresa e vide che erano quasi le due e non era ancora andata a casa a mangiare "i miei saranno fuori da ogni grazia", pensò.

Proseguì verso casa passando dal mare e di tanto in tanto raccolse qualche conchiglia .

Arrivai a casa presi le chiavi spalancai la porta ma ciò che mi trovai davanti non fu per niente una dolce accoglienza, bensì mia madre a braccia incrociate sul petto due occhi che mi fulminarono e un espressione mista di rabbia e preoccupazione.

"Si puó sapere dove diavolo ti eri cacciata?" Disse su tutte le furie

"Scusami mi ero fermata sulla spiaggia e non mi ero accorta dell'ora"

Dissi sperando che finisse così la questione, ma le mie speranze si frantumarono al suono delle urla di mia madre.

I soliti rimproveri che ormai facevano parte dei miei giorni:sempre la stessa, non obbedisco mai, faccio sempre ciò che voglio, non sono la figlia che pensavano di avere...ed eneffetti era così e ne ero fiera.

Le urla mi stavano dando alla testa così presi lo zaino e corsi in camera salendo le scale ad una velocità paragonabile ad un Ghepardo che rincorre la preda tanto attesa.

Lanciai lo zaino nel mezzo alla stanza facendo sobbalzare Felix, il mio gatto nero, che dormiva rilassato sul letto.

Mi stesi al suo fianco e lo accarezzai dicendogli in tono stanco e affranto "mio caro Felix almeno tu mi capisci e sai ascoltarmi, se me ne andrò sarai la cosa che mi mancherà di più di tutto questo" , mi rispose facendo le fusa, la prova appunto che lui mi capiva.

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La mattinata fu noiosa ed esattamente monotona come tutte le altre, niente di nuovo, anche Rama ultimamente ripeteva le solite cose puntualmente, ero davvero stufa di questa vita!

Al suono della campanella che amai più di ogni altra cosa al mondo corsi nuovamente verso la spiaggia, ma stavolta non era deserta, vidi un ombra in lontananza vicino ad una barchetta. Cercai di mettere a fuoco ma era troppo lontano e non distinse bene la figura.

Si avvicinò alla barca e vide un ragazzo appoggiato alla barca.

Destinazione PARADISODove le storie prendono vita. Scoprilo ora