Capitolo 1 : La Migrazione (III)

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Agosto 2019, la popolazione era allo stremo e sulla Terra non aveva mai fatto così caldo come in quei giorni. I meteorologi oramai da anni stavano studiando i comportamenti anomali delle stagioni e del clima, e tutti convenivano sul fatto che quello sarebbe stato solo l'inizio della fine. Se fosse stato per qualche decennio prima, nessuno lo avrebbe mai immaginato. L'uomo ci era dovuto arrivare per capire la gravità della situazione, come per la gran parte delle cose.

Ma dopotutto ora nessuno aveva che da preoccuparsi perché nella Cupola c'era posto per tutti. “Papà, papà, andremo anche noi, vero?”

“Vedremo, amore mio, vedremo” Rispose dolcemente alla piccola Vera.

"Papà, papà, ci va anche Rob. Io voglio andare con lui.”

Insistente come suo solito, o come mai, la piccola Vera voleva sapere se avrebbe mai visto cosa ci fosse all'interno della Cupola della quale parlavano tanto, e pretendeva delle risposte.

“L'ho detto: vedremo. Però ora vediamo cosa dicono.” rispose, accontentandola.

Erano tutti sotto al sole cocente, aspettando le risposte alle domande che, tra la tanta gioia per la fine dell'infinita costruzione, ancora non ne avevano avute: “Cosa ci sarà dentro la Cupola? Quando si potrà andare? Come la si raggiunge? Sarà un posto sicuro? E altre ancora. Chiunque lì aveva almeno una domanda su quel futuro incerto che lo Stato aveva promesso di rendere più sicuro, felice grazie alla Cupola, un luogo certamente non privo di tante insicurezze e mistero.

“Confidate. Confidate signori perché ora che la Cupola è stata terminata non avremmo più da preoccuparci né per il clima, né per la carenza d'acqua né per i terremoti degli ultimi anni. Posso assicurare in nome di tutte le autorità del nostro illustre Paese che la Cupola è davvero il luogo ideale per la vostra sicurezza e di tutti i bambini; posso assicurare, ancora, che nonostante i lunghi periodi di difficoltà a cui abbiamo dovuto assistere impotenti, ne è valsa davvero la pena. La Cupola veglierà stabile e dominerà su di noi.”

Un attimo di pausa in cui si leggeva sul viso persuasivo della nuova Governatrice l'orgoglio e anche un risolino che lasciava trasparire quasi un pizzico di malizia, ma pochi se ne rendevano veramente conto.

“So che avrete tante domande. Risponderemo.”

Finalmente la grande folla cominciò a distendersi. L'uomo approfittò per accarezzare dolcemente i morbidi capelli ribelli della sua piccola Vera. Lei, nella sua dolcezza di bambina, si limitò a sorridere.

“Dovete sapere, cari cittadini, che la Cupola è il luogo forse più sicuro mai costruito sulla Terra. E' un luogo isolato, protetto dal quale ovviamente non si potrà uscire, o almeno non facilmente. Tuttavia sono sicura del fatto che molti, una volta entrati, quasi dimenticheranno il mondo che ci sarà fuori. La Cupola, per vostra informazione, è progettata per neutralizzare l'eccessivo calore o gelo, rendere inviolabile le case rispetto alle alluvioni, attutire e rendere impercettibili le onde sismiche. Insomma, come stare in una botte di ferro o...in una campana di vetro.”

Si sparsero sguardi di meraviglia.

“Non sono state poche le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare: in primis la torrida estate che ancora ci opprime; ma ora siamo fieri di annunciare che abbiamo terminato questo progetto con successo. Non solo; siamo riusciti a terminarlo in breve tempo e mantenendo tutte le promesse fatte. Ogni nuova casa della Cupola è a prova di catastrofe, anche se la Cupola, da sola, dovrebbe bastare. Ogni nuova casa è arredata secondo uno stile assolutamente uniforme e distinto, moderno, assolutamente a passo con i tempi e anche oltre.”

La piazza era gremita, tesa, anche un po' frastornata. L'azione forte del sole e l'eccitazione si stavano facendo sentire. Probabilmente tutti non vedevano l'ora che, dopo mezz'ora, quelle chiacchiere finissero.

“E, infine, le notizie che credo tutti stiano aspettando...Come e quando arrivare alla nostra nuova casa. Sarà un processo lungo, indubbiamente, ma tutti, non disperate, vi accederanno. Questa è praticamente la nostra priorità, anzi, dovere nei confronti dei cittadini. La Migrazione, questa la prossima fase del progetto, inizierà esattamente tra due giorni, con la speranza che prima della metà del mese tutti saranno al sicuro nelle braccia della volta e potranno evitare le settimane che si annunciano le più calde dell'anno. Per quanto riguarda il come: abbiamo costruito già una grande strada che porta verso l'accesso principale, dal quale tutti dovranno rigorosamente entrare.”

L'attenzione di Vera dovette venir meno: stranamente il padre di Roberto aveva abbandonato il suo posto tra i funzionari che erano sul palco e aveva tirato a sé suo padre. Nella folla trepidante, seguì spaurita il padre che però la tenne lontana per non farle seguire il discorso. “Discorso tra grandi”, pensò. Riuscì a udire solo frasi sconnesse, parole altalenanti: “Voi che potete...Tienila al sicuro...Non seguite. Vi prego...per nessuna ragione al mondo. Rinunciate...Resistete qui.”

Pur essendo solo bambina, nella sua innocenza, Vera leggeva paura, quasi terrore, su quel viso. Poteva sbagliarsi in ogni caso, ma quel che era certo è che c'era una sorta di disperata preghiera.

“Credo che non abbia niente da aggiungere e soprattutto che sia tutto molto chiaro. Innanzitutto grazie a tutti per la generosa attenzione e spero vivamente che confidiate in me e nello Stato che in questo momento rappresento. Auguro a tutti un buon rientro nelle vostre, ancora per poco, case, finché ritorneremo a vederci.”

Ecco, il discorso era finito e la gente già aveva cominciato a disperdersi, non c'era nient'altro da fare che tornare a casa e aspettare due giorni che iniziasse la Migrazione.

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