Uno.🌸

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•Angolo autrice•
Per non interrompere il flusso della lettura scriverò qui un piccolo avviso. Questa OS l'ho scritta in onore del nostro Hobi per appunto il suo compleanno. Spero davvero possa piacervi, è divisa in tre parti perché è davvero molto lunga. (Puntini e ondine determinano il tempo che passa, se si tratta di lunghi periodi o più corti).
Un bacione e se vi va fatemi sapere se vi è piaciuta con un commento o una stellina. Buona lettura dalla vostra Mica!! 💜

Seoul.

Dei percettibili fiocchi di neve attecchivano al suolo, il cielo era coperto da uno strato fitto di nuvole bianche mentre il gelo penetrava da qualsiasi fessura. Era la tipica giornata invernale, le prime luci del mattino facevano capolino nella sua stanza e la sveglia fastidiosa strimpellava in attesa che qualcuno la spegnesse. Il piumone soffice lo avvolgeva mentre lui ancora assonnato si stringeva tra le coperte beandosi del tepore mattutino.
Con un movimento veloce aveva spento quell'aggeggio infernale e fiacco si era trascinato verso il bagno con l'intento di prepararsi per una nuova giornata.

Era ormai da qualche tempo che uno strano senso di vuoto e inadeguatezza continuavano a tormentarlo. Era forse l'inverno a trasmettergli quella sorta di malinconia? Lui era convinto che non si trattasse di quello. Amava l'inverno come il resto delle stagioni. Adorava incantarsi a guardare fuori dalla finestra avvolto da una calda coperta con la sua solita tazza di caffè fumante e al contrario di molte persone era felice quando il freddo pungente penetrava attraverso i vestiti fino a raggiungere la pelle, lo faceva sentire sempre così vivo.
Ma c'era qualcosa dentro di lui che lo costringeva in uno stato di perenne incompletezza. Era un ragazzo di appena venticinque anni, cosa avrebbe mai potuto tormentarlo a tal punto ?
La risposta era semplice, la solitudine.
Era consapevole di avere degli amici, una famiglia e un sacco di persone che lo amavano, ma lui si sentiva solo. Aveva vissuto i suoi primi cinque anni in un orfanotrofio, era cresciuto lì senza una mamma e un papà fino a quando un giorno, una giovane coppia sposata aveva deciso di prenderlo in adozione.
Da quel momento in poi la sua vita cambiò, capì cosa significasse essere amato e si sentì grato per questo.
Aveva avuto una buona educazione e aveva frequentato le migliori scuole; si era diplomato con ottimi voti e dopo gli studi aveva finalmente preso la sua decisione.
Si era trasferito con il suo migliore amico in un modesto appartamento in città, voleva essere indipendente e conoscere se stesso giorno dopo giorno. Amava la sua famiglia, ma era in continua ricerca della sua identità e l'unico modo per farlo, secondo lui, era vivere lontano da loro e cominciare e fare i conti con la vita lì fuori.

Dopo aver passato qualche anno a lavorare part-time in un bar aveva deciso di trovare un impiego diverso, voleva essere felice e così, spinto dall'amore e dalla voglia di fare del bene, decise che fosse arrivata l'ora di ritornare nell'unico posto che lui considerava la sua vera casa, l'orfanotrofio.
Una volta lì fu accolto dalla direttrice e dalle varie governanti, quel luogo a lui così familiare non era cambiato di una virgola. Era rimasto tutto così spoglio, triste e senza che se ne rendesse conto si ritrovò a fare i conti con la nostalgia.
I ricordi lo riportarono indietro nel tempo a quando era molto piccolo, il suo letto che ogni sera lo accoglieva e lo faceva sentire al sicuro era ormai occupato da un altro bambino e i giochi con cui amava passare il tempo erano stati rimpiazzati. Tutto era rimasto così com'era e allo stesso tempo un sacco di cose erano cambiate, o forse era lui ad essere cambiato? Era proprio questo che continuava a tormentarlo...
Una volta lì fu accolto dalla direttrice e dalle governanti che lo avevano fatto sentire a casa sin dal primo momento e così finalmente, ebbe inizio la sua nuova vita.

[•••]

Erano passati ormai tre anni da quando lavorava lì e non c'era giorno in cui non era felice. Amava passare il tempo con tutti quei bambini, aveva l'opportunità di insegnare loro la quotidianità, impressionarli attraverso il gioco, l'arte e rendere la loro vita speciale e spensierata.
Hoseok era sempre stato un ragazzo dolce e solare, traeva energia dalla natura e si lasciava guidare dalle emozioni, da quelle più belle a quelle più brutte. Amava vivere, amava la libertà, ma alcune volte anche lui si sentiva solo; nonostante fosse circondato da un sacco di persone che non facevano altro che amarlo e ripetergli quanto fosse eccezionale, lui continuava a sentirsi sempre inadeguato in qualsiasi contesto, persino a se stesso. Ormai viveva la vita quasi per inerzia e nonostante sembrasse per la maggior parte del tempo raggiante, qualcosa dentro di lui stava appassendo.

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