II

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"Acqua Gelida"
"E da allora sono perché tu sei,  e da allora sei, sono e siamo,  e per amore sarò, sarai, saremo."
-Pablo Neruda

Il buio avvolgeva la mia sagoma, quella di Louis e quella di altri tre ragazzi.
Il vento soffiava lento e calmo, quasi ci stesse cullando e le punte barcollanti degli alberelli cittadini rallentavano gradualmente il loro ondeggiare.
Io, Louis, e gli altri ragazzi che ricordai si chiamassero Liam, Zayn e Niall stavamo facendo la guardia a turno nel cortile di una casa per permettere agli altri di riposare.

La luna stava lentamente calando e nel cielo si poteva già intravedere una sfumatura più chiara di blu.
I ragazzi avevano già svolto il loro turno e sarebbe toccato a me se una mano non mi avesse afferrato il polso facendomi per un momento sussultare.
"Amore dormi, vado io" sussurrò Louis per non disturbare gli altri. Sgranai gli occhi a ciò che aveva detto, non poteva reggere il mio turno e anche il suo subito dopo. "Louis no, devi riposarti per poter fare il tuo turno" dissi duro guardandolo, "Harry dai, non ho sonno e non riuscirei comunque a dormire. Tu che riesci a dormire fallo, ci penso io" disse mentre lentamente mi faceva distendere a terra dove precedentemente riposava il suo corpo.

Cedetti ma prima di dormire presi il mio quadernino e iniziai a disegnare il suo profilo delineato dalla sottile luce della luna che illuminava i suoi tratti taglienti ma delicati.
Dopotutto sembrava tranquillo, dolce come sempre.
Una creatura da proteggere.
Ben presto linee e sfumature diventarono lettere, parole.

"Sweet creature, sweet creature
Wherever I go, you bring me home
Sweet creature, sweet creature
When I run out of road, you bring me home"

Chiusi quel mucchio di fogli, inchiostro, lacrime e sorrisi ricoperti dal cuoio, caratterizzato dalla scritta: "She didn't deserve his heart, let us love".

Posai finalmente il quadernino e una voce e tre paia di occhi mi bloccarono.
"Siete bellissimi" disse Zayn mentre tutti mi guardavano con occhi pieni di pietà e compassione. "Facciamo il tifo per voi, amico!" esclamò il biondino, Niall. Liam mi diede una pacca sulla spalla e tutti e tre si limitarono a guardarmi tristemente mentre provavo ad addormentarmi.

La mia mente purtroppo non riuscí ad abbandonare il pensiero di me e Louis qui in guerra quindi si spostò alla mia famiglia che avevo salutato una settimana prima circa, sinceramente non avevo più concenzione del tempo.

Gli sguardi delle famiglie, dei bambini che vedevano i loro padri e i loro fratelli entrare in una cabina di un treno senza sapere quando e se avrebbero fatto ritorno a casa. I sguardi di mia madre, Anne e di mia sorella Gemma erano compassionevoli ma caratterizzati da delle scintille di speranza. Le abbracciai e sorrisi sempre, il mio sorriso non fece in tempo a sparire che Louis mi venne in contro abbracciandomi discretamente.
Ci avvicinammo alla cabina che ci indicarono dei militari e prima di salire "entriamo insieme amore....", "...e usciamo insieme" dimmo senza farci notare dagli altri ragazzi intorno, e mentirei se dicessi che un brivido di paura non mi abbia letteralmente diviso la colonna vertebrale a metà.
Salimmo finalmente sul treno e ci sedemmo negli unici posti liberi rimasti, accanto a tre ragazzi.
Erano tutti piuttosto socievoli, facemmo subito amicizia e provai a non affezionarmi perché dopotutto stavamo andando in guerra.

Un'unica lacrima solcò il mio volto prima di addormentarmi.

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Dei rumori, dei sussurri e una luce dietro le mie palpebre.
Ancora prima di aprire gli occhi cercai con la mano Louis accanto a me, ovviamente non c'era.

Aprì gli occhi e mi misi subito seduto cercando con lo sguardo qualcuno dei ragazzi presenti.

Spari.

ovviamente non c'eraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora