III

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"Epilogo"
"Se è tardi a trovarmi, insisti, se non ci sono in un posto, cerca in un altro, perché io son fermo da qualche parte ad aspettare te."
-Walt Whitman

*Louis' pov*


L'ansia quei giorni mi stava divorando, volevo far sapere al mio amore, Harry, che ero vivo, ma in ospedale insistevano per farmi rimanere a letto.
Volevo rincontrare Harry e asciugargli tutte le lacrime che ha versato sul mio corpo baciandolo.

Il giorno in cui sarebbe dovuto tornare andai alla stazione a prenderlo.
Tutti i miei compagni che scendevano urlando di gioia abbracciando le loro famiglie ma nessuna traccia della mia.
Stavo per arrendermi quando vidi scendere Liam, Zayn e Niall, quest'ultimo stava piangendo.
Gli corsi incontro e le loro facce si aprirono prima in un'espressione shockata e poi in una triste e consapevole, ma di cosa?

Zayn mi abbracciò cercando di stirare un confortevole sorriso e disse "Cazzo amico che infarto''. Risi ma anche l'ombra del mio sorriso scemò quando vidi Niall che non riusciva a guardarmi senza riscoppiare a piangere.
Continuai a guardare le persone che scendevano dal treno, l'attesa mi uccideva.

"Allora ragazzi tutto bene? Harry dove lo avete lasciato a dormire?" dissi cercando di alleggerire il tutto, li capivo, dopotutto erano appena sopravvissuti ad una guerra.
Liam si congelò, Zayn sospirò e Niall provò a non piangere mentre tra tutti scorrevano sguardi indecifrabili.
L'uno accanto all'altro annuirono prima che Liam fece un passo verso di me giusto quel poco per passarmi...il quadernino di cuoio di Harry.

Liam mi abbracciò seguito dagli altri.
"No no Liam, i-io non capisco" dissi mentre delle lacrime e la consapevolezza fiorava nella mia mente.
"Si invece Louis, hai capito" rispose con voce spezzata Liam stringendomi più forte.

Harry era morto.
Dopo che l'ho salvato.
Dopo che mi ero sacrificato.
Era morto.
Perché?

"Perché? Perché Liam? Perché mi ha lasciato, perché?" dissi agitandomi nell'abbraccio, lasciando via libera alle lacrime e permettendo al mio labbro di tremare.
"Calmo Louis. Vuoi che ti racconti qualcosa?" chiese gentilmente Liam, gli occhi da cuccioli feriti degli altri due che mi guardavano.

Mi raccontarono tutto, dell'incisione, delle urla, delle lacrime, dell'acqua.
Da quel giorno non potei più guardare il mare come l'ho sempre guardato.
Ci rivedevo i miei occhi quando lo guardavo, e specchiandomici potevo vederlo sorridere alle mie spalle.

Potevo vederlo nei volti delle persone, nei riflessi del cielo e in me.
Harry era inciso, scalfito in me, si era accaparrato il mio cuore e senza il mio custode non avrei mai potuto riaverlo, ormai era perso.

Il nostro amore era troppo per questa vita.

Un amore logorante.
L'amore che provavamo era così puro, così perfetto per essere reale, ma lo era.
Semplicemente la vita che stavamo vivendo era fatta su misura per qualcun'altro.

Passarono vari mesi prima che avessi la forza di aprire quel quadernino, prima di farlo la scritta incisa sopra mi diede la forza di fare quel che ho sempre desiderato ma mai potuto fare: lasciare Eleanor.

Imparai tutte le canzoni che scrisse il mio amore, non ne cambiai neanche una virgola. Erano perfette e pure esattamente come lui.

La morsa al cuore, che ormai non era più di un organo, non se ne andava mai, si allievava solo quando ero con lui, quando lo pensavo, quando lo vedevo.
Potevo ancora immaginarlo sorridente e con le fossette accanto a me ma ogni volta che aprivo gli occhi al mio fianco avevo solo il vuoto.

ovviamente non c'eraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora