Mi perdo ancora un po',
intrecciandomi tra mille testi di canzoni,
contorcendo parole scritte da sconosciuti
che pare parlino di noi
in una qualche realtà parallela
in cui è protetta l'imperfezione.Aspetto,
impassibile aspetto ancora per un po'.
"Conto fino a dieci, poi vado".
Avrei creduto di scappare lontano,
in un luogo dove le emozioni
hanno forma di diceria.
Raggiunsi il dieci,
e sfiorai il duemilaottocentosei.Sprofondo,
si, giusto ancora per un po',
nei mille volti di una folla
a cui appaio estranea,
rincorrendo due unici specchi dell'anima
colorati di un nocciola scuro,
in cui avrei potuto navigare
per un solo secondo
durato una vita.Mi logoro ancora un po',
ripetendo una sequenza infinita
di giorni spiccicati,
lasciando che il vento
ne porti via con sé l'essenza.
Lascia che mi perda,
lasciami sprofondare, logorare.
Lasciami amare,
ti prego ancora per un po',
solo per altri cinque minuti.