23.

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Un'altra giornata era appena iniziata.

Park Jimin era pronto per mettersi a lavoro.

Si stava riscaldando in una delle tante sale prove della sua agenzia, mentre Jungkook lo attendeva all'esterno.

Al corvino non era permesso vedere gli allenamenti di Jimin, o ascoltare i suoi brani inediti, quindi se ne stava semplicemente di guardia fuori dalla porta, ad annoiarsi a morte.

C'erano stati giorni in cui le ragazza dello staff avevano provato ad avere un approccio con lui, affascinate dalla sua aria misteriosa e seducente.

Inutile dire che il corvino le aveva palesemente ignorate, avendo occhi solo per un certo ragazzo dai capelli biondi.

Moriva dalla voglia di entrare in quella maledetta stanza dove sapeva che, in quel momento, Jimin stava ballando sulle note di una canzone dal ritmo lento e sensuale.

E invece non poteva.
Doveva starsene lì come un idiota, ad immaginarsi l'altro.

Dentro quella stanza, poi, c'era anche
Do-yun, il fastidiosissimo assistente, che non aveva smesso di fare gli occhi dolci all'idol e con il quale, quest'ultimo, sembrava andare molto d'accordo.

Nulla in contrario per Jungkook, se non per il fatto che fosse certo che, quel ragazzo dai capelli scuri, fosse interessato a Jimin, al suo Jimin.

E mai come in quel momento si stupì di vedere varcare la soglia ad un altro ragazzo, la cui vista, lo aveva e lo infastidiva tutt'ora.

"Oh Jungkook, che piacere vederti. Dopo che mi hai sbattuto fuori di casa non abbiamo più avuto modo di vederci, ma tranquillo non sono qui per te, ma per Jimin"

Wonho, chi altri sennò.

Se ne stava lì a ridacchiare, guardando il corvino che sembrava altamente irritato.

"Cosa ci fai qui?", sputò allora.

"Oh non te l'hanno detto? Jimin ed io dovremo collaborare per un'esibizione. Dalla musica che sento direi che sta già provando la nostra coreografia"

Jungkook maledisse chiunque avesse avuto quella strabiliante idea.

Era certo che Wonho ce l'avesse con lui per averlo interrotto e buttato fuori di casa, casa che non era neanche sua tra l'altro, ed era anche sicuro che gliela avrebbe fatta pagare in qualche modo.

Già sentendo la melodia di quella canzone, poteva intuire che avrebbero ballato in maniera estremamente sexy e sapeva che, Wonho, in qualche modo, ne avrebbe approfittato.

Sperava solo che non allungasse le mani su Jimin o gliele avrebbe spezzate entrambe.

La porta della sala prove si aprì, rivelando la figura sudata e ansimante dallo sforzo del biondino.

Cazzo, gli avrebbe spezzato le mani anche se solo lo avesse guardato più del dovuto.

Nella sua mente, però, risuonarono velocemente le parole di Jimin, parole dette quando erano stati a letto insieme e quando gli aveva confessato che, mentre quel ragazzo tanto fastidioso, che ora si ritrovava davanti, lo stava toccando, il biondino pensava a lui.

Non se ne era assolutamente dimenticato, anzi, le ricordava spesso, ma ancora non aveva chiesto a Jimin se quella affermazione fosse vera.

In qualche modo, comunque, si sentì sollevato, pensando al fatto che Wonho, probabilmente, non avesse speranze con Jimin.

"Wonho? Che ci fai qui?", esordì il biondino, notando la muscolosa figura del ragazzo.

Jimin percepì subito l'aria tesa tra i due ragazzi che erano di fronte a lui e non era difficile immaginare a cosa fosse dovuta.

BODYGUARD; Jikook (in pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora