𝗖𝗔𝗣𝗜𝗧𝗢𝗟𝗢 𝟭

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Prendo il cuscino e mi copro le orecchie, cercando di ignorare il rumore incessante proveniente dalla porta della mia stanza.

"Yoongi, sono io. Apri." urla mia madre, senza smettere di dare fastidiosi colpi.

"Cosa vuoi?" rispondo, gettando il cuscino dall'altra parte della stanza.

"Pensi di rimanere chiuso in camera tutto il pomeriggio anche oggi?"

Si, mamma.
Sono proprio questi i miei programmi.

"Lasciami stare." rispondo a voce alta, in modo che possa sentirmi.

Ho da poco compiuto vent'anni, mi sono diplomato da poco e, a quanto pare, a quest'ora dovrei essere lì fuori a divorare il mondo come mi ripetono sempre gli altri.
Peccato che io non abbia il minimo interesse nel farlo.

Sono sempre stato molto diverso dai miei coetanei e, alla compagnia, ho sempre preferito la solitudine.
Loro solitamente escono, si rifugiano al bar centrale di Daegu per bere qualche birra di troppo assieme...cose di questo genere.
Cose che decisamente non fanno per me.
Conoscere persone nuove e trascorrere del tempo con loro mi ha sempre, inspiegabilmente, messo terribilmente a disagio.
Ho sempre preferito stare per conto mio e limitare al massimo la mia vita sociale.
Peccato che mia madre non sembri approvare questa mia filosofia di vita.

La porta della mia stanza si spalanca interrompendo i miei pensieri e lei entra nella stanza, osservandomi con sguardo severo.

"Ei, non ti ho dato il permesso di entrare!" esclamo, spazientito.

"Fino a quando abiterai sotto il mio tetto, posso entrare nella tua stanza anche senza il tuo permesso."

Sbuffo rumorosamente e alzo gli occhi al cielo.

"Puoi dirmi cosa ti serve e poi lasciarmi solo?" chiedo, cercando di non far trasparire troppo il mio nervosismo.

Odio quando il mio spazio vitale viene invaso in questo modo.

"Sono venuta per dirti che devi dare una svolta alla tua vita, Yoongi. Hai vent'anni, non esiste che passi le tue giornate chiuso in casa senza instaurare neanche una minima interazione con qualche essere umano che non sia io o tuo padre."

"Oh no, ci risiamo." dico alzando nuovamente gli occhi al cielo e iniziando a dondolare sulle gambe.

"Non ne posso più di vederti vivere in questo modo. Alla tua età dovresti..."

"Uscire, fare nuove conoscenze e scoprire il mondo. Conosco questa ramanzina a memoria ormai, mamma." dico, tornando a sedermi sul letto.

Non riesco a capire perché non possa semplicemente rispettare le mie decisioni senza riprendermi in continuazione come se fossi un bambino di cinque anni.

"Forse per te sono parole buttate al vento, ma io sono seria. Molto."

"Ho capito, mamma. Ora puoi uscire?" chiedo.

Lei abbassa lo sguardo rimanendo in silenzio, non accennando nemmeno a muoversi.

La guardo, cercando di capire perché se ne stia bloccata nel bel mezzo della mia stanza senza dire nulla.

"Mamma?"

"Ti ho iscritto a un corso di tennis." dice improvvisamente con voce pacata, rompendo il silenzio che si era creato e senza incrociare il mio sguardo.

Sgrano gli occhi, convinto di aver capito male.

"Tu hai fatto cosa?" le chiedo.

"È ora che inizi ad uscire, a relazionarti con altre persone. L'altro giorno, in negozio, ho visto un volantino che pubblicizzava questo corso ai campi di tennis di Daegu e ho pensato di iscriverti." dice, con voce ferma e decisa.

Rimango seduto a fissarla con la bocca aperta, rifiutandomi di credere che abbia veramente fatto una cosa del genere.

"Io...io...ho vent'anni, mamma!" dico, alzandomi velocemente dal mi letto.

"Non puoi prendere decisioni simili al posto mio senza prima consultarmi!" urlo.

"L'ho fatto per il tuo bene. Mi ringrazierai."

Scoppio a ridere, scuotendo la testa.
Mi sembra di trovarmi all'interno di un film comico, dove il mondo si prende gioco di me.

"Se pensi che frequenterò davvero quel corso, beh...hai proprio sbagliato persona." dico, sorpassandola ed uscendo dalla camera.

"Lo penso perché sarà così." dice, seguendomi lungo le scale fino al piano inferiore.

Io continuo a darle le spalle, per evitare di innervosirmi ulteriormente guardandola negli occhi.

"Non ho lasciato la squadra di basket per iniziare a frequentare uno stupido corso di tennis!" esclamo.

Ho giocato a basket a livello agonistico per ben dieci anni.
Posso affermare con certezza che sia stato l'unico e reale interesse che io abbia mai avuto in vita mia, ma l'anno scorso ho deciso di ritirarmi perché non riuscivo più a trovare soddisfazione ed entusiasmo nemmeno in quello che è sempre stato il mio sport preferito in assoluto.
Se mia madre pensa che iscrivermi ad un corso di tennis sia il metodo adatto per farmi uscire di casa, si sbaglia di grosso.
L'ho sempre trovato uno sport privo di alcun senso, destinato a ragazzini snob e viziati.

"Non posso dire con certezza che ti piacerà, d'altronde è uno sport totalmente differente...ma cerca di non iniziare portando con te la tua solita negatività."

"Non porterò la mia negatività perché non inizierò un bel niente." dico, girandomi finalmente verso di lei.

Nei suoi occhi leggo delusione e sofferenza.
Nulla di nuovo, dato che a quanto pare sono la più grande delusione per i miei genitori.
Non posso nemmeno biasimarli, dal momento che nemmeno io riesco a sopportare me stesso.

"Perché non fai almeno una prova? Solo una lezione. Se non ti piace puoi sempre ritirarti. Ma almeno tenta."

"Non ci penso nemmeno."

"Non puoi dare un giudizio senza nemmeno provare."

Mi siedo sul divano, fissando il pavimento.

"Fallo per me. Ti sto chiedendo un favore." dice poco dopo, con voce rotta.

Chiudo gli occhi e inspiro a fondo.

"Mamma..."

"Ti prego, Yoongi."

Sospiro rumorosamente, passandomi una mano fra i capelli.

L'idea di uscire e relazionarmi con dei perfetti sconosciuti mi da il voltastomaco, ma vedere mia madre che mi guarda con quello sguardo ammorbidisce leggermente la mia corazza.
Forse posso accettare di fare questa maledetta lezione, in fondo saranno solamente poche ore e poi finirà tutto.
Lei sarà felice e io potrò tornare a passare i pomeriggi chiuso in camera mia.

"E va bene. Ma solo una lezione." acconsento.

Lo sguardo di mia madre si illumina, mentre corre ad abbracciarmi.

"Grazie, piccolo mio. Sono così fiera di te."

"Okay, okay...basta così." dico, staccandola piano da me.

"Ti ho detto che andrò solo alla prima lezione, quindi non entusiasmarti troppo."

"Per me è già molto. Pomeriggio tuo padre ti accompagnerà in negozio a noleggiare l'attrezzatura. Sarà così felice di tornare a passare un po' di tempo con te!" esclama con entusiasmo, prima di correre verso la cucina.

Alzo gli occhi al cielo, appoggiando la schiena al divano e iniziando a fissare il soffitto.

Non so perché, ma ho la sensazione che mi pentirò di questa mia decisione.

𝗧𝗲𝗻𝗻𝗶𝘀 𝘁𝗲𝗮𝗰𝗵𝗲𝗿 | 𝗦𝗼𝗽𝗲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora