Apart: III

1.4K 48 14
                                    


Buongiorno!!

Eccoci alla terza ed ultima parte di questa piccola storia. 

Lascio i commenti per la fine, nel frattempo vi  ringrazio per essere arrivati fino a qui 

e vi auguro buona lettura!


---


Apart: III



27 Maggio 2018

04:15 pm


Alle nove Harry accompagnò Emma ad eseguire gli esami del sangue prescritti dal Dottor Jills per un controllo di routine. Per fortuna il tutto non durò molto - Emma aveva sviluppato una certa avversione per gli ambienti sanitari – e loro quasi non si rivolsero la parola: erano sospesi in una sorta di tregua precaria dai loro problemi, come se la discussione di sole poche ore prima avesse concesso loro di riprendere fiato in attesa della successiva e prolungata apnea, come se i sospiri di desiderio che avevano condiviso stessero esaurendo il loro effetto lenitivo. Un cupo presentimento era percepibile nel modo in cui si toccavano, in cui si guardavano.

Più tardi nella mattinata, Emma ricevette la visita di sua sorella Melanie e di Zayn: Harry si era dileguato poco prima con la scusa scarsamente credibile di dover andare a fare un po' di spesa. I due si trattennero per circa un'ora tergiversando fino all'ultimo, quando furono obbligati ad uscire per andare a prendere il piccolo Christopher all'asilo nido. Con immensa gratitudine da parte di Emma, non le rivolsero molte domande, ma entrambi, a turno, si erano guardati intorno almeno una volta come per scovare la presenza di Harry. Emma non aveva detto niente a riguardo.

Harry tornò per pranzo e cucinò per entrambi, sordo all'insistenza con la quale Emma cercava di rendersi utile. Lei continuava ad evitare le piastrelle dove si era accasciata tra le braccia di Pete: non voleva guardarle, né metterci piede. Aveva il vago sentore che non fosse l'unica ad aggirare il tavolo piuttosto di non passare da lì.

Mentre Harry lavava i piatti, schivando lei mani di Emma che di tanto in tanto cercavano di rubargli una stoviglia per aiutarlo, ricevettero la telefonata di Adam Styles: il padre di Harry non aveva voluto disturbarli con visite a sorpresa, a suo dire, anche se dalla voce impaziente si era dimostrato piuttosto in difficoltà nel rispettare quella sua decisione. Il suo tono comprensivo ed affettuoso aveva intenerito Emma, che l'aveva rassicurato e ringraziato, prima di salutarlo con gli occhi lucidi.

Quando Constance la chiamò per avvisarla che lei e Ron sarebbero passati a trovarla da lì a poco, Harry si ricordò improvvisamente di aver dimenticato qualche altra vaga commissione e scomparve di nuovo. Emma era convinta che fossero due i motivi dietro le sue frettolose uscite: sicuramente desiderava lasciarle dell'intimità con la sua famiglia, ma con altrettanta certezza credeva che non si sentisse a proprio agio nel rivederli. Era persino possibile che se ne vergognasse.

I suoi genitori le portarono uno sformato magicamente avanzato per intero dal pranzo appena trascorso – straordinariamente simile al preferito di Harry, forse un discreto tentativo di mostrare vicinanza. Le promisero che Fanny sarebbe andata a trovarla il giorno dopo: Emma l'aveva sentita al telefono, più volte di quante non si fosse aspettata da una quindicenne vagamente introversa. Anche loro, come Melanie e Zayn, avevano cercato di capire se Harry fosse presente in quel momento. Fu Ron l'unico a chiedere se andasse tutto bene "in casa": Emma aveva annuito accennando un sorriso incerto e sperando di risultare convincente, ma non si era sentita pronta a scoprire le carte e ad affrontare il discorso con loro. Come le aveva anticipato sua sorella maggiore, non le erano sembrati arrabbiati o risentiti né con lei né con Harry, ma semplicemente apprensivi.

ApartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora