Dio che condanna dover rispettare scadenze ogni momento, non è questo che ho scelto. Vorrei andare oltre a tutto questo, all'inesorabile scorrere del tempo, ma tra l'oblio mi perdo. Questa oscurità che mi inganna, che mi fa perdere la calma. Chissà a cosa realmente penso, per saperlo di solito scrivo senza riflettere, ma col sentimento. E ora non lo sento fremere, che dolce e lenta agonia. Un uomo quanto può sopportare prima di cambiare? E purtroppo cosa mi rimane? Parole impresse con le lacrime, solo così ti ricordo. Soffrendo in mente ti riporto. Ogni cosa che ho ora più non mi appartiene, solo le urla risento nelle mie vene. Tu cerchi di essere felice per sempre, anch'io lo credevo, ma faccio di tutto per soffrire. Soffro male perché rendo cura un veleno. Chissà perché mi piace, non mi sorprende. Tutto ciò che possiedo non è mio quanto questo dolore. Questo posto dovrebbe essere casa mia? E allora perché non vedo l'ora di andarmene via? Ciò che ho intorno non emana calore, solo il freddo, lo stesso di un cuore spento. Sono così stanca. L'onestà è ciò che mi manca, Dire ciò che penso mi renderebbe sola e triste. Scrivo qui ciò che non dico, agli altri mento. Mi sento sempre giudicata, ma ti guardo e penso tu sia un'estranea. Perché devo vivere con l'ansia ogni minuto? Perché devo avere paura di ogni gesto? Perché mi sento sola anche in questa casa? Forse sono diversa, forse rara. Voglio scappare. Voglio andare. Voglio poter volare. Voglio non dover mai più tornare. Intanto saluto queste stelle che conforto non mi danno, ma che come me assorte guardano il mio cuore affranto.