[HS] Ombre nel bosco

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Galen sentì un rumore di passi sulla ghiaia, poi un fruscio, e l'entrata della tenda si aprì.

«Buongiorno ragazzi, è meglio che vi alziate. Il sole è già alto» disse Lupin, sbucando con la testa attraverso la fessura.

In verità, Galen era vigile da un po', in preda ai brividi. La notte in quel luogo era terribilmente fredda, e se possibile, la mattina presto era anche peggio.

Accanto, Rilo era girato dal lato opposto, completamente immobile, ma Galen sospettava si fosse già svegliato.

Uscì dalla tenda e si guardò attorno: Lupin aveva parlato di "sole alto", ma in quella foresta di luce ne arrivava troppo poca perché ciò potesse significare qualcosa. Sotto la pesantezza della neve, il colore degli alberi e del terreno era terribilmente spento, e la cupezza di quel posto li accompagnava da giorni.

«Buongiorno professore» salutò Galen.

«Te l'ho detto, non sono più il tuo professore» lo corresse Lupin. «Chiamami Remus» gli disse, porgendo una ciotola contenente una specie di brodaglia acquosa.

«Grazie...» rispose Galen, esaminando qualcosa di simile a una radice che galleggiava nella zuppa.

«Strana mattinata» si sentì dire alle loro spalle, «anche se ormai è diventata quasi un'abitudine».

Aster Pollywog era seduto su un ceppo, e ispezionava l'aria intorno come un segugio, fumando la pipa. Tra un tiro e l'altro, nella sua bocca spuntava il luccichio di un dente d'oro, riconoscibile solo per la brillantezza rispetto agli altri denti ingialliti.

«Cosa intendi?» chiese bruscamente Lupin, preparando un'altra ciotola per Rilo.

«Non hai notato niente stanotte durante il tuo turno di guardia?» ribatté l'uomo. Ghignava vistosamente, tenendo la pipa tra le fauci.

«No, a parte i litigi dei Giganti in lontananza, come ogni notte».

«Che peccato...» mormorò Pollywog. «Speravo che i Lupi Mannari avessero dei sensi più sviluppati».

Lupin rimase in silenzio, ma Galen si accorse che stringeva vigorosamente la scodella.

Nel frattempo, Rilo si era deciso a uscire. Galen gli mise sotto il naso la sua parte di colazione, e sentendone l'odore, Rilo fece una faccia come a dire: "che buono!".

«Tieni. È quello che è, ma vi scalderà e vi darà energia» disse Lupin porgendogli l'ultima porzione. Rilo sembrò felicissimo.

«Quello che voglio dire» rimarcò Pollywog, sentendosi ignorato, «è che qualcosa ci sta seguendo. Sono giorni ormai. Probabilmente da quando siamo arrivati».

«Ah fì? Che cofa?» chiese Rilo con curiosità, masticando uno stoppaccioso pezzo di radice.

«Non lo so ancora» rispose l'uomo, «ma certamente è molto cauto, quasi troppo per una bestia. Ci pedina silenziosamente durante il giorno e la notte si acquatta vicino all'accampamento, dovunque lo piazziamo. Sembra che riesca a vederci nonostante gli incantesimi di protezione». Prese una profonda boccata di fumo. «Qualunque cosa sia, mi inquieta parecchio».

«Se è come dici, dovremmo muoverci a raggiungere la meta» commentò Lupin, sbrigativo. «Finita la colazione, partiremo subito».


Poco dopo, i quattro impacchettarono le loro cose e lasciarono la radura. Il terreno era accidentato e fangoso, ma il passo costante, e ogni tanto sembrava quasi possibile godersi la natura intorno.

«Profess... Remus» disse Galen a Lupin, camminandogli di fianco.

«Sì? Galen» Lupin si voltò verso di lui e sorrise.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 18, 2021 ⏰

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