tutto ciò che lo stregatto viola potesse ricordare di un umano, era quella ragazza, così soave e leggiadra.
il sole tiepido attraversava le fronde degli alberi, fino ad arrivare al ramo su cui posava il gatto.
il ragazzo era magrolino, con delle striature viola sul viso, vestiva con dei vestiti simili a quelli umani, una maglietta con un pattern a righe rosa e viola. e i pantaloni erano molto comuni, neri.
aveva i capelli con le orecchie da gatto viola, questo distingueva la sua razza dalle altre tipologie.
non aveva mai sognato qualcosa, ma quel giorno decise di farlo
qualcosa che può accadere soltanto nella tua testa, che nessuno vedrà mai, un viaggio mentale tutto per te.
cosa succederebbe se un umano mi portasse via?
inutile
chi mai entrerebbe, inseguito da interi eserciti, per portarsi via un ragazzo qualcunque che non è nemmeno umano? stupido...il vento lo riportò a dormire, sul suo ramo, a pensare a cose irrealizzabili
che utopia...
le foglie si spostarono, ma non lentamente
qualcosa, o meglio
qualcuno
aveva interrotto la pace di quel luogo.da lontano, ai cancelli per l'entrata e l'uscita di quella dimensione, un umano molto fragile e indifeso varcò le soglie del così detto 'paradiso'
indifeso
per modo di dire <3l'umano entrò di fretta, non aveva nemmeno pensato all'opzione silenziosa e di nascosto. Forse doveva farlo.
- cazzo - disse tra sé e sé correndo vero il bosco, per avere copertura
-forse potevo non entrare dal cancello - continuava a ripetersi.
si chinò frenando con gli stivali ormai infangati, per passare sotto una roccia, e poi saltare un tronco che era stato tirato giù poco prima.
-QUALCUNO FERMI L'UMANO, STA ANDANDO TROPPO OLTRE -
le voci di quegli esseri spaventarono il ragazzo umano.
possono parlare? particolare..il ragazzo mentre pensava questo si girò, facendosi offuscare la sua stessa vista dai suoi stessi capelli color rosso autunno.
aveva gli occhi rosso sangue con dei riflessi in fondo d'oro. il viso era particolare, macchiato da delle strane chiazze nere. Una sull'occhio e una in fondo al visto, vicino alla bocca.
Era vestito con un cappello nero, che coprivano delle strane corna e delle orecchie da mucca, che però spuntavano da sotto il cappello.
aveva addosso un camice bianco e una maglietta beige, pantaloni neri monotoni e degli stivali adatti ad ogni tipo di terreno.
pronto a scappare da ogni problema.
velocizzò il passo, doveva arrivare in un punto dove poteva non essere trovato e riprendere fiato.
era molto più veloce degli stregatti, pensava nettamente di essere migliore. di averli superati.
arrivò in uno spiazzo, con un grande albero circondato da piccoli e sottili cartelli.
indicavano tutti direzioni a caso, senza scritte sopra.
- ...come.. come sei arrivato fin qui?..-
una voce sottile e vibrante uscì da dietro l'albero.Il rosso era piegato dallo sforzo, e appena sentì quella voce si spaventò.
un altro di loro?
- cosa-- dove sei?! - urlò il ragazzo
-se alzassi lo sguardo potresti vedermi - era una voce monotona, priva di sforzi o emozioni. Non erano molte le opportunità di parlare per lo stregatto.
-oh.- disse il più piccolo, umano, alzando lo sguardo.
davanti a lui si presentò un ragazzo adulto, che dimostrava meno anni, dai capelli viola e vestito completamente di rosa.
- SEI UNO DI LORO - ringhiò il rosso difendendosi da un attacco inesistente.
-e tu.. tu sei un umano..- continuò il ragazzo violetto.
-ma.. non attacchi? cavolo, come siete noiosi qui dentro-
-qui dentro? che intendi?- il gatto si incuriosì alle parole dell'umano.
-in questa dimensione-
lo stregatto sfoggiò la tipica espressione di chi non sta capendo niente.
-..tu sai che vivi una dimensione, e che intorno a te ci sono altre razze provenienti da altri mondi?-
-..non.. n-
- non importa, sarà spiegato tutto a tempo debito. non sembri cattivo-
disse
-io sono cico tobbi, il mio nome è cico-
continuòrimasero a guardarsi per alcuni secondi, poi la voce di cico ruppe il silenzio
-sai, dovresti dire il tuo nome adesso-
-nome? cosa sarebbe un nome?-
ci fu un breve silenzio imbarazzante, uno sguardo di sfuggita e un sorriso triste da parte di cico
-un nome è ciò che tutti abbiamo, ce lo donano i nostri genitori.. quando si nasce. ci distingue gli uni dagli altri-
lo stregatto guardava incuriosito, senza fiatare
-non hai un nome?- continuò sorridendo con aria triste cico
-te ne darò uno io-:)
-mi ricordi lo stregatto del libro 'alice nel paese delle meraviglie' solo che...
sarai...
strecatto.
strecatto è adatto a te
ti dona <3
spazio autore
NO MAMMA MIA, MA CHE SCHIFO È, IO BOH
non badate a me, ho cambiato il titolo 4 volte perché non arrivavo al punto in cui speravo di arrivare, good
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- 𝗴𝗿𝗮𝘇𝗶𝗲 𝗮 𝘁𝗲 <3 - strecico
Fanfictionstre non è umano, e non ha mai potuto capire appieno ciò che gli umani continuavano a ripetere. non capiva cos'era veramente l'amore, la felicità o ka tristezza. nel suo mondo tutto ciò che continuavano a ripetergli era "se vedi un umano marcare le...