CAPITOLO I

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Buongiorno/Buonasera, questa sarà una fanfiction su deku villain, sarà articolata su diversi libri (voglia permettendo) e sarà strana. Non garantisco sulla qualità della mia storia, alla fine sono solo un ragazzo il quale si approccia per la prima volta al mondo della scrittura.

Non ho intenzione di interrompere la storia con capitoli sondaggi et similia, pertanto creerò un'altra storia dove fare sondaggi, ringraziamenti, etc...

Ho scelto di ambientare la storia in un'altra città, non vogliatemi male :).

Mi raccomando commentate con suggerimenti, e nel caso in cui la storia dovesse piacervi, mettete una stellina al capitolo e fatela leggere pure ai vostri amici (perdonatemi la marchetta, ma è necessaria).

Buona lettura

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Un bambino della prefettura di Aichi, più precisamente residente nella placida cittadina di Tokai, vicino Nagoya, sta aspettando in modo frenetico i risultati delle analisi sul suo possibile quirk (salto la spiegazione sull'80%, etc..), voi vi domanderete perché, beh, è semplice: il suo più caro amico, Katsuki Bakugo, rinominato Kacchan, ha ottenuto dal Destino un'unicità molto potente, e dato che entrambi puntano a diventare eroi, Izuku (che è il nome del nostro protagonista, anch'egli ha un nomignolo, il quale è Deku), punta ad essere forte almeno quanto lui.

Il dottore entrò nella sala colloqui con in mano i risultati delle analisi. Si sedette e parlò:"Signora Midoriya, purtroppo devo dirle che suo figlio rientra nella minoranza di senza unicità..."

Il medico continuò a parlare ed ad esprimere il perché di questa condizione fisica, ma per Izuku tutto si fermò e zittì. Il silenzio diventò assordante ed il tempo fermo inarrestabile. Vide la sua carriera, o meglio, lo scopo che si era prefisso e che era diventato la sua ragione di essere, sgretolarsi, e questi pezzi di sogno, non contenti, iniziarono a polverizzarsi definitivamente quando Izuku captò un'altra frase del dottore "E' irreversibile".

Il ritorno a casa può essere descritto con le parole del conte Ugolino del XXXIII canto dell'Inferno:"Io non piangea, si dentro impetrai".

Il clima non cambiò appena varcata la soglia di casa. Inko, la madre di Izuku, lo portò in salotto e lo fece sedere, ed iniziò a fare un discorso su quanto i quirk non cambiano più di tanto la vita delle persone, e che se Izuku avesse veramente voluto aiutare il prossimo sarebbe potuto diventare un ufficiale di polizia, un medico, etc..

Izuku non la ascoltò minimamente. Egli non vedeva più il bianco nel suo futuro, ma nemmeno il nero della disperazione (cosa che invece la madre pensava che Izuku vedesse), egli stava ammirando un tristissimo grigio canna di fucile per il suo futuro. Comunque, dopo aver rassicurato la madre sul fatto che stesse bene e che a lui non importasse del quirk, lei uscì. Sembrerebbe inopportuno lasciare solo il figlio in preda ad un tale sconforto, però Inko aveva 3 lavori da 4 ore giornaliere ciascuno (domenica compresa) e riusciva a racimolare 150000 yen mensili (n.d.r. 1151 euro). Era costretta a sfinirsi di lavoro per guadagnare una miseria perché suo marito, Hisashi Midoriya, la lasciò sola appena saputo che fosse incinta.

Izuku vide dalla finestra di camera sua sua madre che usciva con le lacrime agli occhi e singhiozzando. Bakugo passò, come ogni giorno, da Izuku per chiedergli di andare assieme al parco, ma lui rispose attraverso il citofono di stare poco bene e che si sarebbero visti domani. Ciò detto, si gettò ancora vestito sul letto, e dormì fino al giorno dopo, ed in cuor suo, sperava di morire, quella notte.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Primo capitolo finito, fatemi sapere come vi sembra.

villain deku, libro IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora