𝚌𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 1

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«AAA ORA COME FACCIO?! SONO GIA' LE 6:30!»

Eh si, le 6:30.
Ciao, mi chiamo 𝙽𝚊𝚐𝚒𝚝𝚘 𝙺𝚘𝚖𝚊𝚎𝚍𝚊 e questa è la storia della mia vita.

«MA CHE IMBECILLE! NON E' POSSIBILE CHE IO ABBIA FATTO COSI' TARDI»

insomma un disastro, un intero disastro.
Non potevo fare altro che urlare a me stesso, possibile che alle 7:00 cominciavano le lezioni ed io ero a malapena sveglio?
come avrei potuto essere a mente lucida per 6 ore di scuola?
ok, domande, decisamente troppe domande. in effetti, sarebbe stato meglio sbrigarsi piuttosto che fare domande. Allora, con neanche troppa eccitazione, mi diressi verso la cucina e mi feci un toast a volo, non pensavo di avere tempo per altro.
E quando finalmente stavo per chiudere la porta di casa, mi accorsi di aver scordato la mia giacca verde, si, quella giacca verde.

«COM È POSSIBILE?! AHH HOPE AIUTAMI TU, IO COME DEVO FARE CON LO SBADATO CHE SONO, È IL MIO PRIMO GIORNO DI SCUOLA, NON POSSO FARE TARDI!»

Allora come un forsennato corsi dentro, presi la mia giacca, e cazzo, scesi le scale neanche avessero ucciso qualcuno.
Non mi restava che correre, erano le 7 meno un quarto, non guardavo neanche dove mettevo piede.
Fu una grazia si, una grande grazia.
Correndo senza fermarmi mi imbattei in un ragazzo, facendolo cadere a terra.

«O-ODDIO, S-SCUSAM-MI»

E-eh?! che mi stava succedendo esattamente?! Iniziai a balbettare e a diventare tutto rosso, non ho idea di cosa mi stesse succedendo; può essere che- no, impossibile, sarà stato solo l'impatto.

«ahh, no, non fa nulla, colpa mia.»

«m-mi di-dispiac-ce.»

le uniche parole che mi uscivano da bocca erano parole, diciamo, sᴄᴏᴍᴘᴏsᴛᴇ. Non riuscivo a parlare, come se l'imbarazzo mi bloccasse le corde vocali, ma non sono sicuro si trattasse solo di imbarazzo. L'unica cosa che riuscii a fare per il povero ragazzo è stata quella di aiutarlo ad alzarsi.

«grazie per avermi aiutato.»

«macchè! è il minimo dopo esserti fiondato addosso, non avresti neanche bisogno di ringraziarmi!»

«invece si, sciocco! Senza te non sarei mai riuscito ad alzarmi!»

Disse con un tono scherzoso. Era ironico? Cosa avrebbe potuto pensare di me? Qualunque cosa avesse pensato, era il primo degli onori. Davvero, chi penserebbe a uno come me, fatto solo di fallimento, il 𝙩𝙧𝙖𝙨𝙝 più totale. Bhe, poco importava, nessuno mi ha mai rivolto la parola, tantomeno guardato negli occhi o preso sul serio; Questo mi faceva sentire...bene con me stesso. In effetti, ho sempre avuto problemi a parlare con le persone. Facevo una certa "impressione", la gente mi guardava solo per parlare male di me. Ma non oggi, davvero; allora esiste qualcuno che mi accetta per come sono.

il ragazzo e io continuammo per tutto il viaggio a parlare.

«ah approposito, non ti ho chiesto il tuo nome...»

«il mio nome è hanjime...hanjime hinata!»

hanjime...hinata. Che bel nome, hanjime hinata.

«io Nagito...Nagito Komaeda»

Durante il cammino mi scordai pure che ore sono, hanjime aveva davvero il dono di farmi perdere la condizione del tempo.

«Anche tu primo giorno?»

«In realtà si, però direi che siamo già in ritardo.»

«EHH?! ASPETTA CHE ORE SONO?»

«Sono appena le 7:00.»

𝚙𝚎𝚛𝚌𝚑𝚎̀ 𝙼𝚒 𝙰𝚖𝚒 𝙽𝚘𝚗𝚘𝚜𝚝𝚊𝚗𝚝𝚎 𝙸 𝙳𝚒𝚏𝚎𝚝𝚝𝚒 𝓀ℴ𝓂𝒶𝒽𝒾𝓃𝒶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora