9. Close to the Top

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× Amami ancora ×

9. Close to the Top


Ettore intravide l'ombra di Damiano in fondo al corridoio quando Cristina gli fu di nuovo a fianco e lo chiamò.

«Sto andando da Manuel» disse lui ponendo la mano aperta in direzione del viso della donna. Pensò che fosse per la sicurezza che aveva ostentato o perché la scusa che Damiano gli aveva rifilato era davvero buonabuona: Cristina indietreggiò e alzò i tacchi, liberandolo da quell'impasse.

Già sentiva l'eccitazione pizzicargli le gambe e il collo, la voglia di scoprire cosa quel ragazzo audace avesse da dargli a traboccare dalle sue pupille dilatate. Seminò il corridoio con falcate rapide e, deciso, aprì l'ultima porta già pronto a slacciarsi la cintura.

«Finalmente...» mormorò Manuel muovendo la sedia girevole da una parte all'altra. «Prego, siediti pure...»

Ettore serrò la bocca in una morsa di frustrazione. Se c'era una cosa che odiava, nonostante fosse proprio ciò che gli riuscisse meglio, era la presa in giro. Dentro la stanza non c'era Damiano. Sembrava essersi volatilizzato, eppure lui l'aveva visto entrare. Manuel, pacato come sempre, sorrideva con fin troppa soddisfazione per non risultare colpevole di quel tiro mancino nei suoi confronti.

×

Damiano stava percorrendo il lungo corridoio pestando, uno dietro l'altro, i suoi stessi risolini.

Quando aveva spalancato la porta dell'ufficio di Manuel, l'espressione di sorpresa sul suo volto era stata la gratificazione più grande.

Si era mosso in fretta.

«Te l'ho portato qui, così concludi il tuo affare in fretta. Non mi piacciono le cose lasciate a metà» gli aveva detto con i palmi ben aperti contro il piano della sua scrivania.

Manuel l'aveva osservato in silenzio, ma quel sorrisetto compiaciuto aveva detto molto più di quanto avesse potuto ammettere.

«Io, però, avrei fame... ma vado a dormire un po' sul tuo letto. È il prezzo che devi pagare per il favore che ti ho fatto...»

Nell'attimo in cui Damiano aveva chiuso la porta che separava l'ufficio dallo stanzino asettico, Ettore aveva fatto il suo ingresso.

Per fortuna di entrambi, anche Donatelli non sembrava aver più voglia di continuare a perder tempo. Conclusero il loro accordo sulle serate successive abbastanza in fretta finché Ettore non cominciò a essere più irrequieto e, senza mezzi termini, gli chiese dove fosse quel ragazzo.

«Di chi stai parlando?» gli domandò Manuel lisciando un bracciolo della poltrona.

«Lo sai benissimo... mi ha convinto che questi fossero i bagni...»

D'istinto si voltò verso la porta alle sue spalle, poi tornò a osservare Manuel, impassibile, come al suo solito.

«Mio caro, non so di cosa tu stia parlando...» gli disse sollevandosi dalla poltrona e avanzando verso la porta principale. «Torniamo in sala, devo controllare come stanno andando le cose...»

Seppur riluttante, Ettore lo seguì. Non badò nemmeno al fatto che Manuel aveva chiuso a chiave la porta del suo ufficio, poiché il sorriso compiaciuto di Cristina attirò la sua attenzione.

×

Il solito tran-tran del locale sembrò più estenuante del solito, soprattutto quando ogni suo pensiero verteva verso cosa stesse facendo Damiano tutto solo in casa sua. Solo lui e un essere più lungimirante potevano saperlo. Se di solito non gli pesavano quelle faccende da disbrigare, stavolta gli parvero più estenuanti che mai, tanto che passò dalle cucine e intercettò Bruno per chiedergli se avesse potuto preparare qualcosa per cena.

Amami ancora - [FanFiction LGBT+ 🌈]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora