capitolo unico

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Flashback

Draco's pov:

Nononono non di nuovo! Non voglio! Non voglio! Lasciatemi! Lasciatemi stare!

Mi tengono fermo mentre mi iniettano quel dannatissimo sedativo sul braccio.

Non voglio! Non voglio! Loro mi prendono per pazzo! Io non sono pazzo, non lo sono! Non lo sono! È tutta colpa di quella voce, lei mi aspetta... mi sta sempre aspettando.
Lei è la causa di tutto questo! Lei mi perseguita, non mi lascia in pace! Non vuole lasciarmi libero!

Sono diventato la sua preda e non mi abbandonerà finché non avrà ottenuto ciò che vuole.

Braccia e gambe legate: sono completamente immobilizzato.
Provo invano a liberarmi, ma con scarsi risultati.

Un'altra siringa iniettata, un altro minuto più vicino alla mia fine...

Mi estraggono l'ago e liberano la mia bocca, le mie braccia e le mie gambe.
Mi accascio lentamente sul lettino, mentre una sola lacrima scende dai miei occhi.
Non posso nemmeno piangere: lei me l'ha vietato.
Non posso parlare, non posso comunicare nemmeno a gesti, non posso urlare, non posso tentare di resistere. Non posso fare nulla... posso solo arrendermi e cedere ancora una volta, lasciando che questo stupido sedativo faccia effetto.

Fine flashback

Giorni, settimane, mesi, forse era quasi un anno che Draco stava dentro quell'ospedale psichiatrico, ma lui non ne aveva la minima idea.
Non vedeva la luce del giorno da troppo ormai, nella sua stanza non c'erano rumori, non c'erano suoni, non c'erano finestre, non c'era niente. Solo un lettino in un angolo, un divanetto e un tavolino, dove il ragazzo poteva "mangiare".

Non parlava, non comunicava in alcun modo, non guardava nemmeno le persone negli occhi, ma non perché non se la sentisse o per semplice paura. Semplicemente perché c'era qualcosa di molto più segreto e nascosto dentro di lui: una voce.

Ma mai nessuno l'avrebbe capito, nessuno avrebbe potuto aiutarlo se lui non poteva comunicare in alcun modo con nessuno.
Lei glielo impediva. Se provava a comunicare con gli altri Lei gli avrebbe fatto del male e se avesse pianto l'avrebbe tormentato fino alla pazzia.

"Non devi piangere" ripeteva quella voce nella sua testa, mentre il ragazzo, ormai sveglio, stava seduto sul pavimento freddo della stanza, cercando a stento di trattenere le lacrime.
Respirava a fatica e cercava di trattenere le lacrime con ogni sua forza, ma fallendo.

Che cosa vuoi ancora da me? Avrebbe voluti chiedergli, ma dalla sua bocca non usciva il benché minimo suono. Era come se avesse totalmente perso la totale capacità di comunicare.

"Non piangere" la sua voce era così fredda, dura, pesante, e non faceva altro che far aumentare il panico dentro il biondo.

Che cosa vuoi da me?? Che cosa ti ho fatto?? Perché non mi lasci in pace!? Quelle domande non avrebbero mai trovato risposta.

"Sei un verme, sei un viscido, sei un mostro, sei uno sbaglio, sei un errore" quelle parole continuavano a rimbombargli nella testa, schiacciandolo. Voleva piangere e gridare ma sapeva che sarebbe stato punito e, sopratutto sarebbero arrivati presto i medici per sedarlo.

Spesso Draco, preso da crisi isteriche, come se fosse totalmente impazzito afferrava qualsiasi cosa gli capitasse per mano scagliandola al muro, oppure si graffiava o si tagliava con qualsiasi oggetto appuntito. Che fosse un coltello dimenticato dai medici mentre gli portavano i pasti, una pietra abbastanza tagliente trovata sul pavimento oppure le sue stesse unghie.

Nessuno può capire... Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora