Capitolo 6: Valkyries

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Capitolo 6: Valkyries

Valkyries ride through the night sky
Singing fierce battle-cries
Valkyries, choosers of slain, come ride their wolves

Howling wolves in the night carrying female deities
Escort the dead warriors to Odin's hall

Armour of Valkyries flashes up over the skies
Shading a strange light - the northern lights...

("Valkyries" – Amberian Dawn)

Aethelred aveva avuto ragione nell'incoraggiare Hvitserk e nel ripetergli che, comunque fossero andate le cose in passato, adesso poteva dimostrare a tutti di essere cambiato e che, pur senza compiere gesta eroiche, avrebbe dato il suo contributo per la salvezza di Kattegat e della sua famiglia.

Infatti una minaccia sempre più concreta incombeva su Kattegat e sulla Norvegia intera e, per farvi fronte, ci sarebbe voluto il contributo di tutti, Hvitserk compreso, possibilmente nel pieno delle sue facoltà mentali. Perché, in effetti, il giovane vichingo ne aveva tirate fuori tante di follie nel suo periodo da alcoolizzato e drogato, ma una cosa giusta l'aveva sempre detta, ossia che Ivar era tuttora a piede libero e che prima o poi sarebbe tornato. E, a dirla tutta, nessuno in quel di Kattegat si era posto delle domande più che ovvie, del tipo Dov'è adesso Ivar? e Che cosa starà combinando Ivar?

Bene, era giunto il momento di dare una risposta a questi interrogativi.

Mentre, a Kattegat, Hvitserk inseguiva fantasmi e visioni, Ivar, quello vero e reale, non fluttuava da una parte all'altra, bensì era riuscito a fuggire e, pur non essendo un dio come credeva e non avendo nemmeno i poteri paranormali che gli attribuiva Hvitserk, era riuscito ad arrivare nientemeno che a Kiev. Come avesse fatto non me lo chiedete, non ne ho la più pallida idea, ma a quanto pare una delle sue doti era quella di sapersi sempre reinventare, di saperne sempre una più del diavolo o di qualunque altra creatura demoniaca avessero nel Pantheon Norreno e, seppure nella steppa sconfinata a quaranta sotto zero, * tanto aveva fatto che era riuscito a trovarsi un alleato di tutto rispetto: il Principe Oleg. Questo ameno individuo governava i Rus' di Kiev e aveva preso subito in simpatia Ivar, decidendo su due piedi di allearsi con lui per invadere la Scandinavia, che intendeva rivendicare come patria ancestrale dei Rus' (di origine vichinga pure loro).

Oddio, a dir la verità il suddetto Oleg era uno schizzato di prima categoria, talmente folle e perverso da aver ridefinito il significato della parola psicopatico e aver riportato alla ragione persino Ivar che, trovandosi alla mercé di costui, si era improvvisamente ravveduto e aveva iniziato a comportarsi da persona pressoché normale! E il vero intento di Oleg non era certo quello di aiutare Ivar per pura carità cristiana, bensì servirsi di lui per invadere la Scandinavia e poi metterlo sul trono di Kattegat quale suo Re fantoccio. Cosa ne pensasse Ivar di tutto ciò potete benissimo immaginarlo, ma di certo non andava a dirlo in faccia al Principe! Così se ne era rimasto zitto e buono, tramando dietro le quinte come era sua abitudine e, intanto, l'armata Rus' o quello che era si avvicinava sempre di più alla Norvegia...

Pertanto Bjorn e Ubbe non avevano né tempo né voglia di contestare o criticare la decisione di Aethelred di riportare Hvitserk a vivere nella dimora reale, avevano già i loro problemi. Proprio quel giorno, infatti, erano giunti a Kattegat dei messaggeri inviati da Re Harald (il quale, nel frattempo, aveva stabilito un'alleanza con Re Olaf ed era pertanto potuto tornare nei suoi territori) e avevano avvertito Bjorn del fatto che gruppi di predoni Rus' razziavano e devastavano i confini del loro regno e di quelli circostanti.

Non era altro che l'avanguardia dell'esercito di Oleg e Ivar, ovviamente, che inviava scorribande mentre preparava una massiccia invasione.

"Dunque Ivar si sarebbe alleato con un Principe Rus' e adesso starebbe tornando in forze con un'immensa armata per invadere Kattegat e tutta la Scandinavia?" domandò Ubbe **, allibito, mentre si trovava con Bjorn, Gunnhild, Torvi, Aethelred e Hvitserk nella Sala Grande. "Qualcuno dei mercanti che ha viaggiato sulla Via della Seta mi aveva accennato qualcosa del genere, ma speravo che non fosse vero..."

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