We keep this love in a photograph

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28 luglio, nono mese

Era in ritardo. Era in terribile ritardo. E, come se non bastasse, non aveva trovato la marca di gelato preferita di Harry, appositamente richiesta dal riccio, per mettere a tacere quella dannata voglia data dalla gravidanza che ormai sembrava avere ad ogni ora del giorno e della notte. Suo marito lo avrebbe ucciso, se lo sentiva.
“Amore, sono a casa” urlò non appena riuscì ad aprire la porta, dirigendosi alla cieca verso la cucina, sommerso dalle buste della spesa.
“LOUIS” sentì sbraitare dal piano di sopra da Harry.
Allarmato nell’udire lo strillo di Harry, Louis si catapultò in camera pieno di ansia.
“Amore, cos’è successo? Stai bene?” chiese apprensivo nel varcare la soglia della stanza.
Ma non riuscì a fare un passo in più che si bloccò all’improvviso, come paralizzato.
Harry era rannicchiato a terra, tenendosi le mani sulla pancia, con un’espressione dolorante sul volto.
“Lou!” esclamò non appena vide il liscio fare il suo ingresso, sollevato che finalmente fosse arrivato.
“Si sono rotte le acque” ansimò, mentre l’ennesima contrazione lo costringeva a strizzare gli occhi per il troppo dolore.
Dopo qualche secondo, vedendo che Louis non aveva ancora fatto nulla, alzò lo sguardò per osservare suo marito poggiato allo stipite della porta, completamente pallido, che lo guardava con gli occhi sbarrati.
“Louis William Tomlinson” sibilò il riccio con sguardo furente, “non osare svenire adesso” lo minacciò.
“Tu ora ti riprendi, vieni qui, mi tiri su e mi porti in ospedale” ansimò per poi urlare dal dolore quando una nuova fitta gli trafisse lo stomaco.
Louis sembrò riprendersi nel sentire Harry strillare, così si diede da fare e nel giro di qualche minuto, tra un’imprecazione e l’altra da parte del riccio, riuscirono a salire in macchina e a dirigersi all’ospedale.
“Sta per nascere il nostro bambino” sussurrò improvvisamente Louis mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime di gioia, quando finalmente, passato il trambusto, realizzò quanto stava accadendo.
“Sì amore mio, stiamo per diventare papà finalmente” gli rispose il ricco, emozionandosi anche lui, cercando di non pensare alle continue contrazioni che continuavano a procurargli un dolore atroce.

Louis stava impazzendo. Seriamente. Erano ormai 45 minuti che Harry era in sala operatoria e ancora non gli avevano fatto sapere nulla. Doveva sapere se il suo bambino stava bene, se i suoi bambini stavano bene. Stava per iniziare a piangere per la frustrazione quando un’infermiera uscì dalla sala per poi rivolgergli un sorriso.
“Congratulazioni, signor Tomlinson. Suo figlio è nato e sta benissimo. Vuole entrare a vederlo?” le chiese cortesemente quella.
“S-sì, certo” rispose Louis emozionatissimo.
“Prego” lo invitò ad entrare la donna, chiudendo la porta alle sue spalle per lasciare alla coppia la loro privacy.
Non appena entrò nella stanza e vide Harry seduto sul letto con in braccio un batuffolino di coperte non riuscì più a trattenere le lacrime, che iniziarono a scorrere libere sul suo volto. Il suo cuore strabordava di felicità. Su quel letto c’erano i sue più grandi amori della sua vita e non avrebbe potuto desiderare altro nella vita.
“Lou” esclamò il riccio vedendolo, e invitandolo ad avvicinarsi.
“Ehi amore mio. Come stai?” chiese apprensivo il liscio.
“Sto benissimo” rispose Harry con aria un po’ stanca ma colma di gioia.
“E sta bene anche questo batuffolino qui” continuò con voce dolce, voltandosi a guardare il suo bambino, che dormiva placidamente tra le sue braccia.
“Ciao piccolo mio” sussurrò il più grande, sedendosi sul letto accanto ad Harry e accarezzando con un dito il visetto paffutello di suo figlio.
“E’ bellissimo” disse poi, non riuscendo a smettere di sorridere, allungandosi per lasciare un bacio sulla fronte del bimbo per poi passare alle labbra di suo marito.
“Ti amo” gli disse allora il riccio.
“Vi amo” rispose Louis.

A riscuoterlo dai suoi pensieri fu proprio Harry che, avvicinatosi a riva, dove era seduto a contemplare il mare, lo richiamò con voce dolce.
“A che pensi?” gli chiese il riccio, rimanendo in piedi, continuando a cullare il bambino che teneva in braccio.
“Al giorno in cui è nato questo batuffolino qui” rispose il liscio, alzandosi dalla sabbia e lasciando un bacio sulla guancia di suo figlio.
“E al fatto che voglio farvi una foto” continuò poi.
“Ti stancherai mai di farmi foto?” domandò allora scherzoso il riccio.
“Non credo, no” disse in risposta Louis, facendogli una linguaccia.
Louis, da quando Ed era nato, pensava che Harry diventasse più bello ogni giorno. La nascita di loro figlio aveva reso Harry l’uomo più felice del mondo. La sua felicità la si poteva respirare, Louis riusciva a leggerla nei suoi gesti, nelle sue parole, nei suoi occhi che tanto amava. E non riusciva a fare a meno di riempirlo di foto perché era bellissimo.
Prese la macchina fotografica, si avvicinò ai due e, senza farsi sentire, fece una foto non avvertendo Harry che era troppo intento a guardare con occhi adoranti il piccolo tra le sue braccia.
“Amore, girati” gli disse Louis, mettendo a fuoco per scattare una seconda foto.
Harry si voltò rivolgendo al liscio il sorriso più bello del mondo, e Louis quasi perse un battito ad ammirare la bellezza di suo marito e del suo meraviglioso sorriso contornato da due stupende fossette.
Scattata la foto, il liscio ripose la macchinetta in borsa per poi avvicinarsi ad Harry e prendere Ed in braccio, baciando poi il riccio.
“Ti amo” gli sussurrò questo sulle labbra.
“Vi amo” rispose Louis.


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