Non riuscii a chiudere occhi quella notte. Le sue parole rimbombavano nella mia testa.
La sveglia suonò e la spensi con un pugno.
Mi alzai e mi trascinai all'armadio: presi una camicia a quadri rossi e neri e i miei jeans neri stretti con i buchi sulle ginocchia.
Mi vestii.
Andai in bagno, raccolsi i capelli neri in una coda alta e feci sugli occhi una linea di eye-liner nero. Mi accorsi di avere delle occhiaie nere, così misi del correttore per coprirle, almeno un po'.
Scesi in cucina e, senza mangiare nulla, misi le vans nere, la giacca di pelle dello stesso colore e misi in spalla lo zaino.
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-Malii- urlò Michael raggiungendomi col fiatone
-Hey- lo guardai
-come va?-
-va..-
stavamo camminando nei freddi corridoi della scuola per arrivare in classe. Alla prima ora avevamo inglese, l'unica materia che mi piaceva. Così decisi di fare solo la prima ora e poi di non presentarmi alle altre quattro lezioni.
-io faccio solo inglese- studiai i suoi capelli rossi, ormai il rosso era spento e aveva almeno 2 centimetri di ricrescita.
-no.. Io devo stare in classe.- sbuffo'
-Devi farti di nuovo la tinta- sollevai gli angoli delle labbra in un piccolo sorriso
-Lo so, Lo so- rise.
Michael era un grande grande amico. Mi aiutava in tutto. Non avevo paura di dire cosa pensavo.
Entrammo in classe e ci sedemmo vicini.
Non riuscii a seguire la lezione, quelle parole continuavano a torturarmi il cervello, come un martello pneumatico.
-Hey, che hai?- bisbiglio' punzecchiandolo il braccio con la penna
-nulla- lo guardai
-mh-
-mh cosa?-
-qualcosa c'è. Sei diversa dagli altri giorni-
-è tutto okay- mi alzai e uscii dall'aula.
Andai al bar della scuola, presi un cappuccino e mi sedetti ad un tavolo nell'angolo da sola, visto che tutti erano a lezione.
Ero talmente immersa nei miei pensieri che non notai un ragazzo che si sedette nella sedia davanti al mio tavolo.
-Hey- disse.
Ritornai "sulla terra" e lo guardai.
-ho ciao Luke..- dissi abbassando lo sguardo sul mio cappuccino
-che hai?-
-nulla!-
-non dirmi che ieri ti ho spaventata con quelle parole- fece una risatina irritante
-mh.. Forse- lo guardai negli occhi con sfida.
-Oddio. Senti, Mali-koa, io dico quello che penso, è una cosa del mio carattere. Mi piaci? Te lo dico- sorrise
-okay okay- bevvi un po' del mio cappuccino.
-io ti piaccio?- chiese dopo un lungo silenzio.
Nella mia testa scoppio' come una bomba.
Il cuore batteva veloce.
Il respiro si bloccò tanto da farmi quasi strozzare con il cappuccino.
Alzai lo sguardo verso di lui -non sei male- alzai le spalle.
Rise.
-perché ridi?- lo guardai
-hai i baffi fatti di schiuma- rise divertito.
Mi alzai irritata.
-Hey aspetta- si alzò bloccandomi per un braccio e prendendomi dai fianchi.
-cosa vuoi?- lo guardai.
Mi spinse contro la vetrata e mi baciò stringendomi i fianchi.
Mi staccai e gli diedi uno schiaffo sulla guancia, che arrossii subito.
Dal mio cuore uscii un non so cosa, forse una sostanza, che coloro' il mio animo bianco e nero.
I miei occhi si aprirono al mondo e vedevo solo una cosa: un ragazzo dagli occhi azzurro oceano che, se non stai attenta, ci puoi cadere dentro e non ci puoi più uscire.
Questo era successo a me, ero stata intrappolata nei suoi occhi.
Misi le mani sulle sue guance e lo baciai di nuovo, più intensamente, e, in quel momento, mi sentii bene.
Ma i miei occhi caddero su un ragazzo che mi guardava con occhi pieni di odio. Calum.