CAPITOLO 2

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Passate le prime ore di lezione, finalmente c'è la ricreazione, prendo il mio bento con calma, ma sentendomi osservata alzo lo sguardo e tutti mi stanno osservando anche la professoressa di matematica.
Ad un certo punto mi si avvicinano due ragazzi

? :" c-c-ciao I-io mi c-c-chiamo A-A-Akira, ehmmm... T-ti v-v-volevo dire s-se m-mi p-p-potevi a-autografare il m-mio q-q-quaderno, perché b-bhe seiilmioidoloehosempresognatoquestomomentoconteesonoancheuntuograndefan!"

Mi dice tutto d'un fiato, io lo guardo confusa non capendo cosa abbia detto alla fine, poi guardo il suo amico e lui dice

?? :" Quello che Akira voleva dire è che sei il suo idolo e che ha sempre sognato questo momento ed è un tuo grande fan! "

Mi dice con un sorriso

?? :"AH! comunque mi chiamo Arata!"

Sta volta me lo dice con un sorriso a 32 denti. Io annuisco, poi torno a guardare Akira negli occhi, gli allungo una mano come per dire "mi vuoi dare il tuo quaderno cosí te lo firmo e posso mangiare?"
Lui continua a fissarmi, allora alzo un sopracciglio, e a questo punto Arato gli dà una gomitata nel fianco svegliando dal momento di trans.

Akira:" a-ah si è-e-ecco il m-mio quaderno!"

Lo prendo, lo firmo e, quando glie lo passo, sembra avere gli occhi a cuoricino, quando, finalmente, se ne vanno, inizio a mangiare.
Skip tima

Driin driin
~finalmente posso tornare a casa e andare a fare una passeggiata!~ penso.
Cosí prendo tutto e lo metto nello zaino, aspetto che Aiko finisca di sistemare le sue cose e la prendo per il polso e la trascino fuori scuola.
Arrivati fuori lei mi guarda e dice

Aiko:"(T/n)-chan perché mi hai trascinato fuori scuola in questo modo?"

Io la guardo e alzo un sopracciglio

Io:" Aiko, se sarei rimasta lì mi avrebbero assalito!"

Aiko alza le mani in segno di arresa e mi sorride e ci incamminiamo per andare a casa.
Aiko è una ragazza sempre allegra, è raro trovarla arrabbiata, è alta come me, ha dei capelli lunghi e biondi con una frangetta, occhi verdi e si veste sempre con le gonne, praticamente il mio opposto.

Arrivate a metà strada ci separiamo

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Arrivate a metà strada ci separiamo.
Arrivata a casa non saluto nessuno, apparte Eiji, perché ho deciso di andare a vivere da sola dopo la morte di mia madre, avvenuta per un tumore al cuore.
Apro la porta e mi ritrovo Eiji che mi guarda e scodinzolando, e dopo neanche 3 secondi me lo ritrovo sopra che mi lecca la faccia. Dopo 6 minuti di continue leccate in faccia riesco ad alzarmi. Vado in camera e mi cambio.
Mi metto degli anfibi neri, pantaloni larghi grigi con due tasche ai lati delle ginocchia, una maglia nera lunga a maniche corte, un cappello (sempre nero) e una tracolla con dentro un po' di cibo, sia per me sia per Eiji, acqua, una palla da calcio e ovviamente il mio amato skate.

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Miya Chinen x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora