Sarei dovuta andare dalla zia, mia madre non mi credeva, lei non riusciva a vedere Jeremy...
«Jem, sei qui?».Chiesi flebile, mentre preparavo la valigia tutte le mie cose erano lì dentro, tutta la mia vita in una valigia. C'era di tutto, anche vestiti che non mettevo quasi mai. Abiti nuovi che la mamma mi aveva comprato per il viaggio. Le temperature in Norvegia non erano di certo le migliori, sopratutto a Bergen, dove piove 286 giorni l'anno.
Nessuna risposta da Jeremy, mi sentii morire dentro. Non mi piaceva essere sola, sopratutto in momenti come quello. Mi avvolsi in un abbraccio dondolandomi.
Mentre ponevo la mia roba nella valigia, mi capitó fra le mani una foto mia e di Jeremy in montagna, felici. La lasciai cadere in valigia e chiusi.
Inizia a piangere, ogni volta succedeva questo, quando un ricordo mi capitava tra le mani, le lacrime non finivano quasi più .
«Piangere non servirà a niente...».Sentì la sua voce e sentì le sue braccia cingermi i fianchi; mi sentii subito più sollevata.
Singhiozzai e mi asciugai il viso, mi voltai per perdermi l'ennesima volta nei suoi occhi color zaffiro, la mia mano finì sul suo viso, accarezzando quel pezzo di ghiaccio. La sua pelle era fredda come la neve, ma comunque mi sentivo calda nelle sue braccia.
«Perchè sei andato via?!».Gridai piano, per non farmi sentire dalla mamma, ultimamente mi controllava sempre di più ed ad ogni mia parola cercava un significato. Alla fine ero contenta di andare via, mi sarei sentita in pace per un po', forse.
"Lo sai, non è stata colpa mia...".Rispose lui, per l'ennesima volta a quella domanda che quasi ogni giorno, gli ponevo.
"Scusami amore...".Dissi velocemente, mi scostai e chiusi la valigia.
"Passa più tardi, vorrei rimanere da sola!".Dissi poco dopo, mettendomi seduta sul letto, per poi buttarmi sdraiata coprendomi la faccia, per non piangere.
Da oggi la mia vita sarebbe cambiata, addio Springfield, addio Illinois.
l'Irlanda mi aspettava, Mullingar sarebbe stata la mia nuova città, nuovi amici, nuova scuola...nuova vita!
Simon sarebbe rimasto nella mia vita, non avevo scelto io di cambiare la mia vita a me andava bene così.
Sentì la macchina di mio zio suonare il clacson, presi la valigia, spensi la luce e rimasi a guardare per un minuto la mia camera, conteneva tutto il mio passato, tutta la mia storia, avrei dovuto abbandonare il mio "piccolo" posto speciale.
Scesi giù, non andai da mamma, non volevo che il mio "Addio!", le facesse ancora più male, data la situazione!
Andai dritta verso la porta, mi soffermai a guardare la casa e poi uscii, oramai non potevo più tornare indietro!
"Ciao zio Roger!".Dissi con poco entusiasmo, facendo un falso sorriso.
"Katy! Su forza andiamo! Il tuo aereo partirà fra due ore, ti porto all'aeroporto, ti faccio compagnia e poi vai!".Disse lui a sua volta, dandomi una pacca dietro la schiena.
Non risposi, mi limitai ad entrare nella macchina.
Nel tragitto, nessuno dei due disse una parola, arrivati all'aeroporto zio mi aiutó a portare le valigie, mi fece compagnia e poi se ne andó, lasciandomi il "via"per questa """avventura""".
Non feci un fiato, non ce ne era bisogno, non chiedo niente a nessuno e mi diressi verso l'entrata dell'aereo, feci controllare i miei documenti e passaporto ed entrai nel veicolo.
Fortunatamente, vicino al mio posto non si sedette nessuno.
"Simon...Simon..".Bisbigliai io, intenta a non farmi sentire.
"Eccomi."Rispose subito lui e lo ritrovai accanto a me.
L'aereo partì e mi diede la mano, presi l'mp3 e misi "You are not alone", di Michael Jackson...una delle mie canzoni preferite.
Mi addormentai sulla spalla di Simon.
Non sognai Simon questa volta, ma bensì non sognai proprio niente, il bianco totale, il vuoto...rispecchiava ciò che c'era dentro di me, la totale assenza di vita.SPAZIO AUTRICE
Scusate se troppo noioso o corto, i prossimi capitoli saranno più lunghi e meno pesanti.
Grazie per aver scelto una delle mie storie, vi auguro una pacifica giornata/nottata, che le vostre vite possano essere piene.
La vostra Vivien Lyanna.
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Io ti sento
ParanormalLei non era pazza, lei lo sentiva, lo sognava, lui era ancora con lei.