Sono fermamente convinta che per vivere bisogna essere forti. Ma non semplicemente "forti", bisogna proprio costruirsi una corazza d'acciaio. Una di quelle infrangibili che nessuno può scalfire. Il problema è che ci sarà sempre qualcuno in grado di creparla. Qualsiasi cosa potrebbe distruggerti da un momento all'altro, eppure da fuori molte persone saprebbero prevedere quando una persona si farà male per colpa di un'altra. L'amore è uno di quelli che io chiamo pericoli, e personalmente mi spaventa tantissimo. É un tipo di dolore familiare, uno di quelli a cui ti dovresti abituare. Che ti bussa alla porta nascondendo l'altra mano dietro la schiena per poi pugnalarti alle spalle non appena abbassi la guardia. Ti trafiggono, ti strappano, ma poi ti ricuciono e pensi sia finita la tempesta, è che poi arriva un tuono e di nuovo ti spezzano e inizi a sgretolarti un pezzo alla volta, un minuscolo pezzo alla volta.
Di solito inizi a capire il significato della parola "amare" quando devi affrontare le prime esperienze ma soprattutto quando perdi la persona che ami, ed è lì che iniziano un po' a farti crollare. Le sensazioni che provi in quel momento sono indimenticabili e per questo ti segnano, ti ricorderanno per sempre di non scottarti più in quel modo. E così hai paura, hai sempre il terrore di rivivere quel maledetto senso di vuoto. Le paranoie sono lì in agguato pronte per farti esplodere il cervello di domande, poi l'ansia e il respiro corto, la temperatura che sale e i sudori freddi, il tremore e il battito accelerato. E poi le domande, ancora domande, sempre quelle, mille domande. Mi posso fidare? Devo farlo? Stavolta posso provare a dare il mio cuore a qualcuno senza doverlo riavere indietro sbriciolato?
Poi basta, stop, tutto si ferma di colpo. Improvvisamente. Da un giorno all'altro.A me e alla mia migliore amica piaceva parlarne, improvvisavamo argomentazioni profonde alle tre del mattino, per lo più, e ci dicevamo delle cose estremamente profonde, cose che alla luce del sole nessuna delle due avrebbe mai avuto il coraggio di dire. Lei e il suo ottimismo hanno sempre negato, diceva che non avrebbe mai sofferto per amore perché non era nel suo carattere, era "una cosa così stupida". Era certa che nessuno sarebbe mai stato capace di spezzarle il cuore. La ammiravo molto per essere sicura di una cosa del genere e lei lo sapeva benissimo, tendeva spesso a farmi da sorella maggiore nonostante avessimo la stessa età. Ricordo una nostalgica serata di maggio dove Sea ed io eravamo nel suo porticato alle quattro del mattino, sdraiate sull'amaca montata da suo papà proprio quel giorno, sorseggiando un tè freddo. Avevamo passato tutta la giornata insieme dopo un sacco di tempo in cui non eravamo riuscite a vederci a causa di impegni sia dell'una che dell'altra. Mentre dondolavamo e la brezza ci rinfrescava, ridevamo come due idiote per via di quell'amaca che faceva un buffissimo suono, Sea diceva che sembrava un gatto che miagolava disperato. Comunque, il ricordo di quella sera ce l'ho ancora impresso non per quello ma perchè è stata una di quelle notti in cui ci siamo sfogate e abbiamo tirato fuori così tante parole ed emozioni che ancora oggi mi è rimasto indelebile lo sguardo serio e impenetrabile della mia migliore amica per certi discorsi. Uno di questi era che secondo lei bastava imporre al cervello di ricordarsi solo i momenti peggiori passati con quella persona, perciò dovevi pensare alle litigate, alle urla fino a che uno dei due non finiva la voce, e ai lati negativi. La parte difficile era scacciare via i ricordi più belli. Li dovevi estirpare come delle erbacce, diceva. Ascoltavo la mia migliore amica sotto il cielo stellato di quella notte, e mi chiedevo come facesse ad esserne così sicura. Mi frullava in testa una cosa con cui avrei potuto controbattere ma non lo feci, ero troppo stanca. Però diamine se ci pensai a lungo... Quello di cui parlava lei sembrava un amore tiepido. Io volevo una persona che mi facesse ardere, che non mi avrebbe mai spenta per nessun motivo al mondo. Non mi sarei accontentata.
Ad un certo punto della mia vita sapevo che mi mancava qualcosa ma non capivo che, in realtà, mi mancava qualcuno. Qualcuno di cui mi sarebbe mancato il tocco e che avrebbe respinto tutte le altre mani, qualcuno di cui non avrei più potuto fare a meno. Una persona insostituibile, una che si addormenta prima di te per assicurarsi che sia tutto come dev'essere e che tu sia al sicuro. Che ti ripara dalla pioggia e ti fa splendere al sole, che osserva con te la luna nell'oscurità per non farti avere paura del buio.
La stavo aspettando come si aspetta Babbo Natale da piccoli: svegli tutta la notte a guardare il soffitto nel silenzio più totale della notte.
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L'amore ci farà a pezzi
Romance⚠️COMPLETA, ma attualmente in revisione Isabella Evans ha diciassette anni, ama la lettura e il mare, è timida e riservata ma anche testarda e impulsiva. Vive nella Carolina del Sud con la sua famiglia e l'amica del cuore Sea, l'unica con la quale...