Atsumu Miya stava benissimo.
La sua carriera pallavolistica procedeva a meraviglia: era idolatrato dai fan, era in perfetta forma fisica, e la sua squadra aveva persino vinto la partita di apertura del torneo contro gli Adlers, giocando fuori casa. Hinata Shouyou, oltre ai souvenir e alla pelle dello stesso colore dell'alba, aveva riportato dal Brasile una voglia di vincere che aveva finito col contagiare l'intera MSBY. Un rinnovato entusiasmo, una fame verace, fluttuavano nell'aria della palestra quando si allenavano, e le prestazioni fisiche e psicologiche di ogni componente erano divenute ancor più efficienti (e le cosce di Shouyou s'erano fatte ancora più toniche, e oh dei, Atsumu avrebbe gettato suo fratello da un dirup pur di sentirle strette intorno al suo collo).
Atsumu Miya stava benissimo, davvero.
A sua disposizione c'erano schiacciatori fortissimi che faceva saltare e scorrazzare lungo il campo con uno schiocco di dita. Era lui il regista, era lui il burattinaio, era lui l'artigiano che modellava la vittoria come creta. Un aumento di stipendio sarebbe stato auspicabile, ma Atsumu preferiva concentrarsi su ciò che possedeva: un aspetto mozzafiato, popolarità, intelligenza, una brillante abilità (e tanta modestia).
Certo, la sua routine quotidiana nell'appartamento condiviso con i compagni di squadra non era proprio il massimo del comfort (convivere con Sakusa equivaleva a un'esperienza traumatica e potenzialmente fatale, soprattutto se per sbaglio si beveva dal suo bicchiere, mentre Bokuto urlava, urlava, e urlava dalle sette del mattino sino alle nove di sera), però trascorrevano la maggior parte del loro tempo in palestra, fra allenamenti mattutini e pomeridiani, e poi c'era Shouyou nella stanza di fronte alla propria, Shouyou che si destava all'alba per meditare in salone, con i primi raggi del sole che si riflettevano sulla sua pelle, incastonandosi tra le sue ciglia color carota, e le lentiggini che brillavano come diamanti e...
No. No. No.
Atsumu Miya s'era imposto esclusivamente una regola: nessuna tresca con i compagni di squadra. Innamorarsi all'interno del campo lavorativo era strettamente proibito, la pallavolo era troppo importante per rischiare di comprometterne l'equilibrio. La sua sbandata per Hinata Shouyou era passeggera, sarebbe svanita nel giro di qualche settimana.
Perciò, Miya Atsumu stava benissimo, davvero. Davvero. Il desiderio animale di scoparsi Shouyou nello spogliatoio, sul tavolo da pranzo, nella doccia, sul balcone, e mentre meditava, era peeeerfettamente sotto controllo.
O almeno, così credeva.
Sei ore, trentasette minuti e undici secondi più tardi,
''Voglio aprirmi un canale ASMR'' annunciò Shouyou all'improvviso, prima di ficcarsi in bocca un onigiri.
''Vuoi aprirti cosa?'' pensò Atsumu, strozzandosi.
''Vuoi aprirti cosa?'' domandò Sakusa ad alta voce, inarcando scettico le sopracciglia, seduto di fianco a lui.
Hinata Shouyou era il solo componente della squadra a essere riuscito a guadagnarsi dapprima la sopportazione, e poi la fiducia, di Sakusa Kiyoomi. Shouyou spolverava gli scaffali anche quando non era previsto dal turno delle pulizie, sparecchiava la tavola, rispettava i suoi spazi, non si era mai azzardato a bere dal suo bicchiere. Sakusa, in cambio, gli riservava l'onore di sedersi sempre vicino a lui durante i pasti consumati insieme, nonostante la sua sedia fosse comunque più distante rispetto alle altre. Tradotto, significava che anche Sakusa non era riuscito a rimanere indifferente al fascino del nuovo arrivato. Atsumu era convinto che sì, certamente il fatto che si lavasse sempre le mani era un punto a suo favore, ma anche le cosce che parevano scolpite nel marmo avevano giocato un ruolo essenziale nell'evoluzione del suo rapporto con Sakusa.
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Atsumu Miya stava benissimo
FanfictionHinata decide di aprire un canale ASMR e Atsumu non sa più cosa fare.