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-Non di nuovo-sussurrai

-Oddio scusa, non volevo dire quello è che come sai mia madre è morta per..-lui mi abbracciò e per la terza volta mi ritrovai nel calore delle sue braccia che ogni volta mi facevano sentire al sicuro

-Tranquilla, ti capisco, non devi spiegare assolutamente nulla, se ora non vorrai più vedermi io ti capirò-lo stoppai scoppiando a piangere

-Hey hey hey, non piangere, sono ancora qui io-

-Kotaro soffro di disturbi alimentari perchè vorrei fare la stessa fine di mia madre...e te, voglio finirla di soffrire, quindi ti prego, lasciami morire in pace.-

-No, Asia, non ti lascio. Finché sarò vivo non ti lascerò mai morire, tanto meno per me.-

-E io non smetterò mai di venire a trovarti, non smetterò mai di starti vicino, ma non sperare che dopo la tua morte io viva per te.-dissi fredda e distaccata

-Allora vivi adesso per me.-disse stringendo la mia mano. Detto ciò ci furono degli attimi di silenzio ma

-Sono le 3:00, dormi, cosi domani potrai venire a trovarmi!-disse cacciando un sorriso da non so quale voglia

-Sisi certo, e tu cosa fai? Mi guardi? Non sono ancora così insensibile!-dissi guardandolo

-Nono, tu ora dormi, io ormai ci sono abituato-dopo quelle parole mi girai e misi la mia testa fra le sue gambe e senza rendermene conto mi addormentai con lui che mi accarezzava i capelli.

Mi svegliai e lui mi stava guardando, la luce che entrava dalle tapparelle mi stava uccidendo gli occhi, ma piano piano li aprì lo stesso vedendo Kotaro che ancora mi stava accarezzando i capelli

-Hey, vuoi mangiare? Credo di avere un po’ di latte-dissi alzandomi

-Yess, non ti serve aiuto anche per bere vero?-disse ridendo

-No stupido, ora vieni qui che poi ritorniamo in ospedale, poi ti dico una cosa-mi girai e vidi il ragazzo curioso e approfittando di quel suo attimo di distrazione lo afferrai per la mano e lo feci sedere al tavolo, poi preparai le tazze, il latte e iniziammo a bere

-Forza forza, io ho già finito, quanto ti ci vuole? Dai che sono curioso di cosa tu mi debba dire!!-disse frettoloso, così rassegnata mi sbrigai a bere, lavai tutto e mi sedetti vicino a lui

-Non credo sia una notizia così bella per te, ma per due o tre settimane non potrò venire, devo tornare in Italia per dire a mio padre della mamma, non ho il suo numero e nessuno riesce a contattarlo, sono sicura di sapere dove sia e voglio essere io ad andarci, io e te ci potremmo sentire per telefono, va bene?-

-Perché così tanto? Non puoi restare per qualche giorno?-disse dispiaciuto

-No, vorrei vedere dei miei vecchi amici e devo recuperare alcune cose, mi dispiace, ma ritornerò, te lo prometto-

-Quando parti?-

-Sta sera-

-Va bene, ti accompagno alla stazione, e niente ma-disse severo

-Va bene papà, ora fammi preparare le valigie, tu intanto potresti andare a fare compere per il pranzo?-chiesi

-Certo, prendo due fettine?-

-Yes, vedi di tornare per le 11:30 che alle 12:30 devo stare alla stazione-dissi facendo uno sguardo severo. Guardai l’ora ed erano già le 10:30, beh in effetti ci eravamo svegliati da due orette, salutai Kotaro e andai a preprare le cose. Misi una, due, tre..insomma, un po’ di maglie e uno, due..ok, un po’ di pantaloni, intimo e tutte le cose che ritenevo utili per il mio soggiorno. Guardai l’ora ed erano le 11:15, e in quel preciso momento Kotaro ritornò a casa, affrettata portai le valigie davanti la porta e urlai al ragazzo di cucinare, lui fece come detto e poi gli diedi una mano a preparare tutto, mangiammo in fretta e furia e finimmo prima del previsto

-Visto? Tanta fretta per nulla, sono le 11:45 e dobbiamo avviarci per le 12:00-disse Kotaro con una faccia del tipo “te l’avevo detto anche se non l’ho fatto realmente”

-Kotaro smettila, avviamoci ora così non dobbiamo correre, sai che con la tua malattia non si dovrebbero fare tanti sforzi-dissi io

-Ok mamma, avviamoci ora, dammi qua le valigie-ne erano due e ha insistito così tanto per portarle entrambe che ormai ero rassegnata nel dirgli di no

-Kotaro, dammi quella più leggera, non devi fare tanti sforzi-dissi stufata e rassegnata

-Troppo tardi mamma, siamo già vicino la stazione ormai-disse indicando la stazione. Diedi uno sguardo all’orologio ed erano già le 12:25, Kotaro mi guardava come se il suo sguardo potesse fermarmi, ma sapeva anche lui che non potevo restare

-Kotaro, dobbiamo salutarci, il treno sta arrivando-dissi, non feci in tempo a fare altro che mi si buttò addosso abbracciandomi facendo cadere le valigie che portava, si abbassò alla mia altezza e mi diede un bacio nella guancia, ricambiai il bacio e lo strinsi in un abbraccio che volevo non finisse più

-Anche se ci conosciamo da solo tre giorni, Asia, ti voglio bene, ritorna.-

-Certo stupido, anch’io ti voglio bene, vedi di non fare cavolate e ritorna dritto in ospedale-lo rassicurai per poi avviarmi verso il treno. Prima di entrare mi voltai verso Kotaro che mi stava guardando

-MANGIA!!-mi urlò prima che le portiere si chiusero, tirai il su il pollice per dare il mio consenso e girai la testa verso gli altri passeggeri..ho l’impressione che saranno tre settimane molto lunghe.

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