Capitolo 2

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Rimasi seduta sul mio posto mentre fissavo il vuoto fuori dal finestrino di quel pullman mezzo rotto, con un paio di cuffie nelle orecchie.
La ragazza accanto a me continuava a raccontarmi della sua deprimente storia ma non le davo corda, non avevo voglia di sentire i problemi di qualcun'altro.
Ne avevo già troppi.

Una volta scesa dal pullman presi la mia valigia e mi incamminai verso quello che per me era il vuoto totale.
Entrai in una grande città, c'era gente ovunque chi correva, chi beveva il caffè, chi se ne stava semplicemente seduto su una panchina a leggere un libro.
Mi sembró di entrare in un'altra dimensione.
Nei quartieri che frequentavo io non c'era quasi mai un anima viva.

Tenni entrambe le cuffie con la musica ad alto volume mentre camminavo, alzai lo sguardo notando un piccolo hotel scadente e decisi di entrare.

Ebbi la mia camera.

Una volta entrata buttai la valigia su quello che doveva essere un letto e poco dopo mi buttai accanto ad essa esausta.

Passarono le settimane e rimasi chiusa in quella stanza d'albergo ogni singolo giorno.
Non avevo nessuno da andare a trovare, non avevo programmi, niente di niente.

Mi misi seduta sul cornicione della finestra mentre osservavo le persone che si muovevano velocemente per la strada.

Diventò la mia routine.
Ma notai un ragazzo dai capelli scuri e disordinati che ogni giorno alla stessa ora passava di lì.
Non ci feci caso, probabilmente era solo una mia impressione.

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