[thoughts: part one]

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Era uno dei primi giorni di dicembre. La pioggia batteva leggera sul tetto del mio piccolo appartamento. Un dolce profumo di torta proveniva dalla cucina. Io ero sdraiato sul mio letto, come spesso accade, a leggere un libro e ascoltare della musica da una delle playlist che ha creato Jirou. Se non erro questi erano gli Arctric Monkeys. La serata stava finendo in un modo rilassante e menomale; l'ultimo giorno di scuola non lo è stato affatto.

La mamma mi chiamava dalla cucina, e allora, a malincuore, mi alzai dal mio comodo letto e andai a mangiare lo stufato che aveva preparato, seguito dalla più buona torta alle fragole che avesse mai fatto:
-Izuku, stai mangiando così velocemente! Perchè non hai mangiato un po' prima?
-Tranquilla mamma. Adesso sto mangiando, l'importante è quello.

Il telefono vibrò leggermente un paio di volte per poi far uscire una leggera melodia che segnalava che stavo ricevendo una chiamata:
-Scusami mamma.
Mi alzai educatamente dalla tavola e mi ritirai nella mia camera, era Bakugo:
-Pro-
-DEKU. DEVI VENIRE A CASA MIA. SUBITO.
-Ma io-
-HO FATTO UN CASINO MUOVITI.

Queste furono le sue ultime parole prima di chiudermi in faccia. Ormai ci ero abituato. Presi un giubbotto, un ombrello, salutai mia mamma, misi le scarpe e finalmente mi avviai verso casa di Bakugo.

Non era troppo lontana, quindi in poco tempo mi ritrovai a spingere il piccolo pulsante che diceva che ero arrivato:
-Chi è?
-Sono Midoriya, Bakugo mi ha chiesto di venire.
In neanche un secondo mi ritrovo la madre di Bakugo davanti a me:
-Oh Izuku! È passato così tanto tempo da quando sei venuto a casa l'ultima volta! Entra pure!

La casa non era cambiata di una virgola: stessi divani, stessa cucina, stesse scale. Solo, c'erano nuovi quadri oltre a quelli di me e Baku da piccoli: adesso c'erano anche pagine del giornale che raffiguravano noi due o solo lui vestiti con il nostro costume. Salì timidamente le scale: questa casa mi aveva sempre messo un po' di ansia addosso, troppo grande per uno come me.

Bakugo aveva cambiato la stanza, l'avevo capito dalla musica che proveniva da quella che un tempo era una camera riservata agli ospiti. Bussai ma ovviamente non mi sentì. Provai ancora, più forte questa volta, ma nulla. Allora lo chiamai e mi aprì:
-FINALMENTE!
-Sono qui da un po' ma-
-Niente ma, entra.

Mi accomodai sul letto del mio amico d'infanzia. Anche lui aveva qualche figure di All Might qua e la e teneva i suoi poster ben riposti in un angolo della stanza:
-Quindi, per cosa mi hai chiamato?
-Kirishima.
-Ovviamente.
-Ho fatto un casino. Ieri eravamo a casa sua e mentre guardavamo un film nella sua camera ho iniziato a baciarlo. Sfortunatamente è entrata sua madre e adesso non può più vedermi. Non so come fare.
-Cosa potrei fare io?
-Supporto morale? O potresti aiutarlo a sgattaiolare e farlo venire da-
-NON SE NE PARLA!

Bakugo mi guardò con aria intimidatoria:
-VOGLIO DIRE! C-certo che posso farti "supporto morale", ma non mi sembra il caso di far sgattaiolare Kiri da te.
-Non per forza da me.
-Ugh, va bene, vedremo.
-GRAZIE MERDEKU!
-Non capisco se mi stai offendendo o ringraziando.

Quando tornai all'ingresso per uscire la madre di Bakugo mi fermò:
-Oi oi Izuku, è così buio! Perchè non resti a dormire da noi? Chiamo io Inko, non devi avvisarla.
-No tranquilla non si preo-
-Forza, fila in camera di Katsuki e se quell'idiota non vuole lasciarti dormire starà sul divano.

-Quindi tu dovresti dormire con me?
-Senti io ho provato a dirlo a tua madre ma-
-Finchè non mi svegli con un calcio come quando eravamo bambini, allora va bene.

Il giorno dopo

La mattina dopo mi svegliai tutto dolorante con l'impressione che in realtà i calci me li avesse dati Bakugo. Dopo essermi tolto il pigiama che la signora Mitsuki mi aveva dato e messo la maglia e i jeans che avevo usato il giorno prima, esco velocemente dalla sua casa lasciandogli un messaggio con scritto:

-Io sto tornando a casa

Tornato a casa mangio un po' della torta rimasta da ieri, bevo un bicchiere di latte e mi dirigo verso il bagno. Quando mi guardo allo specchio trovo delle bruciature sulla mia spalla destra

Quell'idiota deve avermi bruciato con le sue esplosioni

Dopo essermi lavato e vestito decido di andare a farmi una passeggiata. Lascio un bigliettino a mia mamma, prendo le chiavi, metto gli auricolari ed esco. Camminare con le cuffie la mattina presto è sempre stata una delle mie cose preferite; ogni tanto mi piace stare perso tra i miei pensieri e far finta di essere il main character.

Arrivato al parco vado a sedermi sulla solita panchina. Era una panchina verde posta sotto a un ciliegio che in primavera faceva sbocciare dei magnifici fiori rosa che avrebbero fatto nascere delle succose ciliegie da portare a mia mamma per una delle sue magnifiche ricette. Chiusi gli occhi e mi persi nella mia musica.

Queentex, latex, I'm your wonder maid
Life gave me some lemons so I made some lemonade
Soda pop, soda pop, baby, here I come
Straight to number one

Questa era la mia parte preferita della canzone. Aprii gli occhi per un paio di secondi e vidi qualcosa di ancora meglio dei fiori del ciliegio. Il figlio del secondo miglior hero si stava allenando nel giardinetto li vicino.

Oh, dear diary, I met a boy
He made my doll heart light up with joy

Il testo della canzone sembrava intrecciarsi perfettamente con i miei pensieri. Non avevo mai pensato a lui come qualcosa di più di un amico, ma in effetti ogni volta che stavo vicino a lui io stavo meglio e mi sentivo più felice.

Oh, dear diary, we fell apart
Welcome to the life of Electra Heart

Proprio quando queste parole arrivarono alle mie orecchie, quest'ultimo si girò, mi sorrise e si inccamminò verso di me:

-Hey Midoriya, come mai qui a quest'ora?

-C-ciao Todoroki. Bhe a volte mi piace venire qui la mattina presto e stare tra i miei pensieri ad ascoltare musica.

Per quale motivo hai balbettando idiota?

-Posso?

Chiese riferendosi all'ascoltare musica con me. Io acconesentì silenziosamente e gli passai una cuffietta:

-Bubblegum Bitch? Non pensavo ascoltassi questo genere.

-Non è il mio preferito, questa diciamo che è un'eccezzione.

-Capito.

Dopo questa piccola conversazione rimanemmo in silenzio ascoltando la mia playlist. Non capivo se tutto questo mi piaceva o meno: il silenzio tutt'altro che imbarazzato, i nostri respiri che si erano sicronizzati, noi che ascoltiamo la mia musica preferita. La metà delle canzoni che avevo in quella playlist mi facevano pensare a lui, anche se non ci ho fatto mai caso. In effetti adesso sembrava che i miei sentimenti per lui si facessero più concreti, che fosse amicizia o...amore?

Siamo restati più o a meno mezz'ora così, finché Todoroki guardò l'ora e disse:
-Scusa Midoriya, devo tornare, potremmo farci un giro stasera se ti va.
-Oh certo, va bene.
-Perfetto. Io vado, a stasera!
-Ciao.

Cazzo, adesso ho ancora più dubbi. Grazie Todoroki.


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Spazio Autore
Anyeo! Questa è la prima parte del primo capitolo della mia nuova tododeku (per la gioia di Kei) quindi nulla, ditemi che ne pensate! :)

"oh dear diary, I've met a boy" - tododekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora