Correva l'anno 1882,
15 settembre 1882...
L'inizio di un nuovo anno scolastico per tutti gli studenti di Londra,
il vento picchiava sulle imposte e la pioggia fredda e tagliente rinfrescava la vegetazione confinante Osborne House.
James osservò dalla finestra la carrozza che lo attendeva nel vialetto di casa e sospirò; diede un veloce sguardo alla sua valigia e alla divisa sistemata con cura sull'inferriata vicino al camino acceso che scoppiettava allegro.
Nell'espressione del ragazzo non c'era niente di allegro; tutt'altro, sul suo volto si stanziava un'espressione di pura tristezza e rammarico.
A svegliarlo dai suoi pensieri contorti fu la cameriera: la mente del ragazzo viaggiava sempre così tanto facendogli dimenticare la realtà, per portarlo in un mondo magico fatto di fantasia e desideri, sperava in una famiglia felice, un gruppo di amici con cui giocare a palle di neve in pieno inverno e una madre premurosa che non lo avrebbe abbandonato mai...
Ma erano solo sogni come gli ricordava il padre severo, sospirò e prendendo la valigia scese a passo lento al pian terreno dove lo aspettava il padre con quella sua espressione severa.
<<Buongiorno padre...>> mormorò James a testa bassa
<<Buongiorno.>> ricambiò freddo l'uomo.
Il signor Turner. Il nobile inglese più severo, diligente al lavoro e scorbutico che l'Inghilterra avesse mai conosciuto, proprietario della banca di Londra da generazioni e famoso per essere tirchio e avaro.
<<Sei in ritardo di cinque minuti>> disse con tono autoritario
<<Mi scusi...>> mormorò il figlio e prendendo il cappotto si avviò verso il selciato fangoso
<<James>> lo chiamò il padre ed egli si voltò <<non deludermi>> il signor Turner accennò un leggero sorriso.Il moro abbozzò un cenno del capo e salì sulla vettura: addio Osborn House, alla cameriera Amanda, alla cioccolata calda appena sveglio e addio alla foto della mamma appesa sul muro del pianerottolo.
James appoggiò la guancia al finestrino e una lacrima gli solcò il volto.
Per certi versi suo padre gli sarebbe mancato, gli sarebbe mancato vederlo sorridere in quelle poche occasioni, gli sarebbe mancato sentirlo parlare di politica ed economia, gli sarebbe mancato vederlo con un regalo in mano la sera della vigilia di natale e gli sarebbe mancato sentirlo urlare ogni volta che James rompeva un vaso o riportava un brutto voto da scuola.Perché il signor Turner era sì spregevole e severo, ma infondo era un padre dolce e amorevole, e il suo cuore d'oro era ancora solcato dalle cicatrici di un amore finito ormai da tempo.
La madre di James morì quando era ancora un bambino; nessuno seppe mai cosa le era accaduto, alcuni pensavano fosse un suicidio altri che fosse stata uccisa dallo stesso marito per nascondere un tradimento.
James di lei ricordava ben poco ma quei pochi ricordi erano ancora vivi nella sua memoria: ricordava ancora i suoi lunghi capelli biondi, gli occhi azzurro oceano che aveva ereditato da lei, il sorriso sgargiante di una donna dal cuore d'oro.
Per lui era stata dura crescere senza una madre e provava profonda invidia per i suoi coetanei che potevano godere di questo privilegio.
Il ragazzo osservò dalla finestra della carrozza la verde boscaglia che li circondava, i piccoli villaggi e le goccioline di pioggia che si depositavano sul finestrino scorrendo velocemente, per poi svanire quando incontravano l'asse di legno di mogano della portiera. Nonostante avesse 17 anni amava pensare che quella fosse una gara alla gocciolina che arrivava per prima all'asse, rimaneva ore a guardarle affascinato come un bambino.
Pian piano abbandonarono le foreste delle zone rurali di Londra per raggiungere le zone pianeggianti di Oxford, i campi di grano erano allagati dalla pioggia e i contadini non erano al lavoro quel giorno.
Erano rimaste poche case nella periferia di Oxford infatti la maggior parte dei contadini e degli allevatori si era trasferita nei ghetti di Londra per cercare vita migliore.
La carrozza seguì il sentiero selciato e si avvicinò alla città di Oxford, l'aria si fece sempre più pesante, lo smog aveva invaso la città industriale, passarono la zona commerciale e quella industriale; raggiunsero una grande pineta, abbandonando così i palazzi e i negozi, attraversarono la boscaglia e in lontananza, ricoperto dalla nebbia, si poté scorgere un grande castello dall'aspetto quasi grottesco.James rabbrividì quando la vettura parcheggiò, ma si rasserenò quando vide i suoi coetanei scherzare e ridere felici: non era così male dopo tutto, quei ragazzini dall'aria allegra gli avevano alleggerito il cuore e lo avevano rassicurato.
Scese dalla carrozza con un salto, si sistemò la divisa e prese la valigia.
Benvenuto Magdalen College, benvenuta nuova vita e nuovi amici.Sorrise e si avviò all'entrata.
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La torre -ft. Michael_thorkison
FantasyÈ il primo anno di college per James; un ragazzino emarginato, solitario e con una grande passione: le stelle. Amava osservare quei puntini luminosi nel cielo notturno e perdersi nei propri pensieri, aveva sempre pensato che un giorno sarebbe andato...