...si festeggiò un compleanno

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Leonardo è il tipo ragazzo all'apparenza timido e chiuso, in realtà gli ci vuole solo un po' di tempo perché si fidi delle persone, quando si rende conto che ne vale la pena ti dà anche l'anima.
A Niccolò ricorda qualcuno, qualcuno che aveva conosciuto tanti anni fa e che gli aveva regalato i sorrisi migliori anche nei tempi più bui della loro adolescenza incasinata e bellissima.

Gli stessi che sta regalando proprio Leonardo a tutte le persone presenti qui oggi. Compreso lui.
Che più lo guarda e più si innamora. Ma Niccolò ci è abituato. È così dal primo giorno.
Dalla prima volta che lo ha visto. Quando l'ha guardato con quegli occhi grandi color nocciola, che gli hanno fatto perdere la testa.

Diciassette anni. Non può crederci, gli sembra ieri, quando come un uragano è entrato nella sua vita già felice rendendola ancora più piena.
Il tassello mancante. Quello di cui non credeva di aver bisogno, perché aveva Martino e Lucrezia, e andava bene così.
Ma come ha imparato tante volte negli ultimi vent'anni della sua vita, le carte in tavola possono cambiare da un momento all'altro, senza che tu te ne renda nemmeno conto e a volte, se sei fortunato, la sconvolge nel miglior modo possibile.

Non era stato facile, prendere questa decisione, Lucrezia aveva puntato i piedi come mai prima di allora, ma sia Martino che Niccolò era convinti fosse la cosa giusta da fare, l'unica possibile.
E che un po' di pazienza e qualche piccolo aiutino da parte dei nonni alla fine erano riuscita a fargli accettare di buon grado questa nuova vita.

La musica rimbomba tra le pareti di casa nuova, qualche pezzo rap di un artista che sinceramente, e stranamente, Niccolò proprio non conosce.
Ma sembra che tutti si stiano divertendo un mondo e tanto basta per farlo felice.

Incrocia proprio lo sguardo di Leonardo, che gli sorride grato dall'altra parte della stanza e lui sorride di rimando, sperando che in quel sorriso lui ci legga tutto quello che Niccolò sta provando solo per il fatto che lui esista. E sia qui.

Un paio di braccia gli circondano la vita e Niccolò istintivamente si appoggia e ci sprofonda, poggiando la testa sulla spalla girandola leggermente per lasciargli un bacio sulla guancia.

"Che ci fai qui tutto da solo?"

"Vi stavo guardando, Marti..."

"Si sta divertendo, sono felice che l'abbiamo convinto a festeggiare il suo compleanno, ti ricordi com'era scontroso da piccolo, diceva 'ma è un giorno come un altro che festeggiamo a fare'."

Niccolò ride, direttamente nell'orecchio di suo marito che non resiste e gli pianta un bacio sulla bocca.

"Sì, mi ricorda qualcuno che ha fatto un discorso del genere perfino per il nostro matrimonio... Ma noi l'abbiamo sempre festeggiato, alla fine."

"Già..."

Restano così, per qualche minuto ad osservare Lucrezia e Leonardo che sembra stiano bisticciando di qualcosa. Non si scompongono nemmeno.
Sono cresciuti così tanto, quei due, eppure a volte sembrano ancora gli stessi di dieci anni fa.
È la quotidianità, sorridono quando Lucrezia scoppia a ridere e sorridono ancora mentre Leonardo le scompiglia i ricci, infastidendola.

"Papà, ma siete disgustosi... Mi farete venire una carie ai denti, uno di questi giorni." Si lamenta Lucrezia, portandosi teatralmente una mano al volto. "Ma vi volete scollare... Madonna!"

"Tutta invidia, eh?" Ribatte Niccolò, osservandola sbuffare e fingere che di non poter più sopportare tanta mielosità. Tanto lui quanto Marti sono sollevati di vederla finalmente sorridere. Sono stati mesi duri per lei, lo sono ancora.

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