"Ragazzo, ehi!"
Jonathan sobbalzò al sentirsi toccare la spalla all'improvviso, stava sonnecchiando da un po'.
Il controllore era lì, un omaccione alto e piuttosto corpulento, con dei lunghi capelli grigi che gli arrivavano alle spalle ma gli lasciavano lo scalpo scoperto e gli occhi che lo guardavano in modo severo ma gentile, circondati da un viso segnato dalla noia.
"Mi scusi, non l'avevo vista..." Disse Jonathan togliendosi le cuffiette
"Il biglietto, prego."
"Ah, sì certo" esclamò estraendo uno stralcio di carta stropicciato dalla tasca.
Il controllore guardò meravigliato il biglietto.
"Timbrato nella Stazione di Lugano? Perché mai un ragazzo della tua età deve fare un viaggio così lungo fino a Bologna tutto da solo?"
Il treno iniziò a fermarsi lentamente, e lo stridio dei freni coprì la risposta data con una flebile seppur profonda voce, con cui Jonathan borbottava qualcosa di inventato sul momento.
Il controllore ricontrollò il biglietto e notò spiacevolmente un problema per un ragazzo all'apparenza così gentile.
"Ragazzo questo biglietto è un ridotto, tu sei troppo grande per usarlo, sono €10 di sovrapprezzo"
Jonathan fu attraversato per un istante dall'esitazione per poi tornare a pensare a mente lucida.
Il treno si era ormai fermato e i passeggeri stavano scendendo, Jonathan tirò fuori una moneta da 10 centesimi svizzeri di poco valore e la mise in mano al controllore.
"Tenga, sono 10 franchi svizzeri, equivalgono a poco più di €10, se vuole controllare l'autenticità basta metterla alla luce del sole e sul contorno si vedrà un riflesso ramato" disse trattenendo un sorriso beffardo.
Il controllore, che di certo di monete non si intendeva, si girò verso il finestrino dando le spalle a Jonathan e mise la moneta in controluce senza però notare nulla.
Jonathan non perse l'occasione e saltò giù dal treno senza esitazione, confondendosi tra la folla.
"Che idiota quel controllore" si mise a ridere mentre correva.
"Il tipo a cui ho rubato il biglietto aveva almeno 16 anni, non avrebbe dovuto fare il ridotto, che farabutto!" e iniziò a ridere più forte.
Sentì una voce che urlava, era il controllore che gli stava dicendo di tornare indietro, ma ormai l'aveva già seminato di una ventina di metri, e difficilmente sarebbe riuscito a prenderlo a giudicare dalla sua preparazione atletica.
Iniziò a correre più velocemente prima che la polizia ferroviaria potesse sentire le urla di quel disperato controllore, che almeno annoiato non pareva più.
Jonathan continuò a correre e si infilò nei
sottopassaggi, e girato l'angolo andò a scontrarsi con una ragazza che non ebbe i riflessi di schivare.
Jonathan cadde e la ragazza invece barcollò un pochino ma rimase in piedi.
La ragazza gli porse un fazzoletto.
"Tutto bene?" Gli disse.
Jonathan prese il fazzoletto e si pulì il viso, e guardò in faccia la ragazza, era un viso molto candido e coperto di lentiggini, due occhi verdi e sottili come le labbra, un naso all'insù e lunghi capelli ricci di un rosso scuro. La ragazza era vestita con un maglione sopra a una camicia e due lunghi jeans che le correvano sulle gambe, piuttosto lunghe per una ragazza che poteva avere sui 14 anni.
"Sì, grazie mille, mi dispiace molto, ero distratto e il mio treno sta per partire, scusi il disturbo" e si rimise ad andare, mentre la ragazza lo guardava per le spalle con un sorrisetto e una faccia a metà tra l'imbarazzo e lo stupore.
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Teen FictionJonathan è un ragazzo che, scappato dalla Svizzera da solo, si rifugia a Bologna, dove verrà aiutato da due ragazzi, Jack e Iris, inconsapevoli del suo passato travagliato.