Jonathan era ormai uscito dalla stazione, e stava vagando per i dintorni con una fame da lupo e pochi spicci in tasca, imprecando e tutto infreddolito.
Era salito su una collinetta dove sembrava che si stesse svolgendo un mercatino natalizio appena poco prima, visto che molte persone ripiegavano i tendoni dentro al furgone.
C'era anche un fruttivendolo, che nonostante si diversificasse dal resto dei venditori, tornava utile a lui.
Fortunatamente non c'era quasi più nessuno, Jonathan si avvicino alla bancarella, e il venditore lo guardò con occhi assenti.
Aveva una faccia ovale, i capelli rasati a pochi millimetri e la barba pure, che gli ricopriva però solo il mento, ed un naso a patata come se lo stesse schiacciando contro un vetro.
"Sembra una scimmia" Pensò.
Sorrise al fruttivendolo e mise tre arance sul bancone, che gliele mise in un sacchetto di plastica, e Jonathan ne fece cadere con destrezza una in un punto abbastanza lontano, dietro alla scimmia, che alzò gli occhi in segno di noia mortale e andò a prenderla.
Jonathan non perse un secondo, e infilò nel sacchetto diverse altre arance, mele e mandarini, quindi fece finta di niente e aspettò che il fruttivendolo gli riportasse l'arancia, per poi infilarla nel sacchetto e pagare (questa volta in Euro).
Jonathan si stava già allontanando quando vide il fruttivendolo bestemmiare perché mancava della frutta, e si preparò per rimettersi a correre ma invece di andare da lui si diresse verso un ragazzo nero che si stava esercitando con lo skate, anche con una discreta abilità.
"Ehi tu, scimmia" urlò il venditore al ragazzo, scaraventandolo giù dalla tavola e prendendolo per il colletto della giacca "Dov'è la mia frutta? L'hai rubata tu scommetto".
Jonathan gli urlò dietro "La scimmia non è di certo lui, idiota, guarda qui" e alzò la borsa in bella vista insieme a un dito medio.
Il fruttivendolo strabuzzò gli occhi, spinse il ragazzo e si mise a correre, ma lui gli fece lo sgambetto, facendolo finire faccia a terra, prese lo skate e corse verso Jonathan.
I due si misero a scappare insieme, giù per una scalinata, fino a un lungo viale, dove si confusero con la folla per poi girare in un vicoletto indicato dal ragazzo.
Si fermarono, Jonathan appoggio bruscamente la busta a terra e si accasciò a sua volta, stanco morto.
Lui e l'altro ragazzo si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere.
Jonathan prese due mandarini e gliene lanciò uno.
"Jonathan" disse "E tu?".
"Jack"
"Jack? Mi aspettavo qualcosa più in stile Mohamed"
"Ha parlato il biondino col nome inglese"
E si rimisero a ridere.
Jack si sedette sullo skate e si mise a mangiare il mandarino.
"Perché hai rubato della frutta? Cioè non per dire ma ci sono cose molto più interessanti da fottere" Disse Jack
"Fame, non mangio da stamattina" rispose Jonathan
"E non basta andare a casa tua?"
"Avercela aiuterebbe, oppure dovrei tornarmene in Svizzera"
"Cosa!? Cioè tu sei qui da solo senza una casa? E perché?"
"I miei genitori, beh, diciamo che non erano persone piacevoli" disse Jonathan abbassando lo sguardo
"Io ti ospiterei volentieri ma di sicuro mia madre caccerebbe me e te, però c'è un posto dove puoi stare quanto vuoi indisturbato"
"Grazie ma non c'è bisogno davvero, me la caverò da solo non voglio essere un peso"
"Bello, non scherzare nemmeno, mi hai salvato da quella scimmia razzista di merda" rispose Jack ridendo.
Jonathan seguì Jack che faceva un po' di slalom tra le persone sullo skate mentre lo accompagnava, si stava dirigendo di nuovo alla stazione.
Jack iniziò ad entrare in stazione.
"Dove cavolo vuoi portarmi se siamo in stazione" disse Jonathan, ma risposto solo da un invito ad aspettare
Arrivarono in un sottopassaggio deserto, con una transenna che bloccava l'accesso a un area vietata.
Jack spostò la transenna e ci fece passare Jonathan per poi andare a sua volta.
Era una specie di ala della stazione deserta, discretamente grande e completamente dimenticata dal mondo, nonostante migliaia di persone ci passassero sopra ogni giorno.
Jonathan guardò Jack stupito.
"Cazzo..."
"Eh già, cazzo! Veniamo sempre qui a esercitarci con lo skate" disse Jack indicando dei piccoli ostacoli artigianali fatti di assi e altra robaccia.
"Veniamo? Chi altro?"
"Una mia amica, te la farò conoscere. Hai un sacco a pelo?"
"Sì"
" Perfetto allora. Io devo andare, vengo domani mattina alle 10 se vuoi"
"Sì certo, grazia ancora"
"Divertiti barbone novizio"
"Vaffanculo Jack" e si misero a ridere entrambi mentre Jack se ne andava.
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Teen FictionJonathan è un ragazzo che, scappato dalla Svizzera da solo, si rifugia a Bologna, dove verrà aiutato da due ragazzi, Jack e Iris, inconsapevoli del suo passato travagliato.