Capitolo 1

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Eccomi qua, ancora una volta a piangere sul mio cuscino, cercando di soffocare le mie lacrime e le mie urla. Non voglio che qualcuno mi senta, che si preoccupino per me, voglio solo starmene da sola nella mia stanza e per un minuto non pensare a niente. Non riesco. La mia mente è piena di domande, di pensieri e ha tutte quelle domande zero risposte. O meglio, delle risposte ci sono, ma sono risposte stupide, probabilmente false che non hanno un fondo di verità, ma io mi convinco che siano vere e quindi mi tormento con esse. In questi momenti vorrei solo nascondermi o sparire, io in questi momenti non vorrei mai essere nata. lo so.. è una frase stupida detta da una ragazza di 16 anni ma è così. Mi sento in colpa per la mia nascita. Non so il perché, in fondo non sono stata io a decidere di nascere o no, ma se fossi stata io a scegliere non lo avrei mai fatto. Mi sento in colpa perché sento di dare fastidio di essere un peso per tutti, mi sento un po' come la pecora nera del gregge. Ma sapete una cosa? Dopo un po' ci si abitua ad essere la strana del gruppo, o meglio la strana della scuola. Quella sera non cenai, non avevo fame e andai subito a letto. Mi svegliai di soprassalto ero sudata e spaventata, un altro incubo, come se non ne avessi già abbastanza. Mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno, mi sciacquai il viso e tornai nella mia stanza sotto le coperte, non chiusi gli occhi, presi in mano il mio telefono e guardai l'ora "00:17", era mezzanotte ma non avevo sonno, a quel punto mi venne in mente un idea malsana e se scappassi? Solo per stanotte, poi tornerei verso mattina, ma si perché no? Infondo non ho molto da perdere. Mi preparai presi il mio telefono, la borsa e uscì cercando di fare meno rumore possibile. Appena uscita dal cancello senti una strana sensazione, forse era quel senso di "libertà" che non ho mai avuto, posso fare quello che voglio, senza paura che qualcuno mi veda. Mi allontanai dal mio cancello con passo deciso per poi fermarmi e guardarmi indietro, mi chiesi se fosse veramente necessario quello che stavo per fare.. si. Mi girai e continuai a camminare, verso cosa non lo so, ma di sicuro lontano dai miei problemi, dalle mie ansie, dalle mie paranoie e soprattutto dai miei pensieri.. che solo e soltanto per quella notte decisi di rinchiuderli, così che non possano torturarmi e perseguitarmi come se fossi un loro giocattolo. Solo per quella notte.. libera. Non so il perché lo feci, ma stranamente mi sentivo leggera, mi sentivo spensierata, ero calma..? Per la prima volta in vita mia ero calma, non sentivo nessun peso addosso a me, non sentivo nessuna voce nella testa continuare a ripetermi sempre le stesse cose.. non stavo pensado. Non stavo pensando a nulla, solo a godermi quella serata. Arrivai a un parco e mi sedetti su un muretto, mi misi a respirare e ad ascoltare i rumori della notte, rumori che venivano coperti dalle mie lacrime ogni sera prima di andare a dormire. Erano dei rumori calmi, dolci ti davano una sensazione di calma e tranquillità, ma allo stesso tempo incutevano paura e tensione. La notte mi è sempre piaciuta fin da quando ero bambina, il suo essere così misteriosa, nera ma allo stesso tempo accecante grazie alla Luna e alle stelle che ogni sera brillavano nel cielo, il suo silenzio così avvolgente così fragile, che può essere rotto da un solo battito d'ali di una farfalla, oppure da un solo tuo respiro. Le stelle. Dio le stelle quanto le amo, brillano e non smettono mai di brillare, c'è chi le odia per il loro bagliore ma loro continuano a splendere nel cielo, continuano a mostrarsi senza vergogna, continuano ad essere così accecanti.. accecanti da toglierti il fiato. La Luna. Lei a volte si fa vedere poco, forse è un po' timida, ma quando si mostra.. è uno spettacolo, con tutta la sua forza aiuta le stelle a illuminare il cielo nero, cielo che ora mi ritrovo a fissare.. lo guardo come se non lo avessi mai visto, eppure sono rimasta sveglia molte volte a fissarlo dalla mia finestra. Quella sera era diverso, quella sera brillava di più e c'era un non so che di magico nell'aria. Diedi un ultima occhiata alla Luna e alle stelle, per poi alzarmi da quel muretto e mettermi in marcia per casa.

Una notte che non dimenticherò mai.

G come GioiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora