Capitolo 1: Suicidal Rachel

180 6 0
                                    

Il suicidio è una delle cose più stupide che un essere umano possa mai fare, togliersi la vita a causa di uno stato d'animo passeggero, un'azione indelebile che resterà nella vita delle persone che ti stanno attorno, perché sì, magari ti sei tolto un peso di dosso, e magari ti penti, ma una volta fatto non puoi più tornare indietro...

Almeno per alcuni non funziona così, c'è chi sopravvive a quest'azione estrema, c'è chi pensa cosa diamine ho fatto? E c'è chi invece pensa cazzo devo trovare un'altro modo...

Rachel era ai suoi ultimi giorni nell'ospedale psichiatrico Westin Hills dopo che è stata ricoverata a causa di un tentato suicidio, la madre sapeva che sua figlia era una ragazza molto fragile mentalmente, era prevalentemente presa di mira dai suoi compagni di classe a causa del suo aspetto fisico.

Era abbastanza robusta di corporatura, con dei fianchi larghi un seno minuto, i polsi non molto snelli, le cosce prosperose e le caviglie grandi; faceva parte della squadra di pallavolo della sua scuola, non dimenticherà mai i ragazzi che la guardavano giocare e ad ogni passo che faceva esclamavano Bum Bum Bum facendo ridere gran parte delle persone sedute a guardare la partita.

Si sentiva dire che non aveva un ragazzo proprio a causa della sua forma fisica che, per carità, era perfetta in tutte le sue "imperfezioni".

Così una sera Rachel ingurgitò tre pasticche anti depressive che teneva la madre nel suo cassetto, non aveva importanza da quanto si trovavano in quel maledetto cassetto, a Rachel non importava più niente, volle fare un bel bagno caldo, almeno così disse a sua madre, riempì la vasca con dell'acqua fredda e con ancora i vestiti addosso si immerse lentamente rabbrividendo a causa del freddo, si portò le braccia al petto incrociandole e guardando il soffitto, si guardava attorno e la stanza sembrava che si stesse sciogliendo.

Rachel stava per perdere i sensi a causa dei medicinali e si immerse completamente, aprì gli occhi sott'acqua, non era sicura di ciò che stesse facendo ma continuava a rimanere in acqua finché non perse i sensi definitivamente.

Insomma, quando la madre si accorse che sua figlia stava da troppo tempo in vasca decise di andare a controllare, la chiamava ma non riceveva nessuna risposta, la porta del bagno era chiusa a chiave e la donna fu costretta a distruggerla del tutto, quando vide Rachel nella vasca immobile urlò come una dannata, per poco non sveniva, corse dalla figlia e la prese violentemente, era pallida e fredda, le labbra erano di un color violaceo, era convinta fosse morta.

~~~~~

Rachel si trovava in macchina con la madre, i genitori divorziarono perché avevano perso quella sensazione preziosa che è essenziale in una relazione: l'amore. Solo che la "sfortunata" vita dell'adolescente le portò anche la perdita del padre anni dopo la separazione con la madre.

Ritornando alla parola "amore" Rachel cosa ne poteva capire? Non era mai stata innamorata, o almeno ci provava, qualsiasi ragazzo lei conoscesse non era altro che un coglione con voglie perverse 24 ore su 24, e poi non era neanche molto corteggiata, era sempre la silenziosa del gruppo pur non avendo un gruppo di amici ma in classe non parlava quasi mai.

(Prima di iniziare ecco l'outfit di Rachel)
Breve avviso: le foto sono solo per l'outfit, ciò significa che il corpo delle modelle non è lo stesso per la protagonista...

(Prima di iniziare ecco l'outfit di Rachel)Breve avviso: le foto sono solo per l'outfit, ciò significa che il corpo delle modelle non è lo stesso per la protagonista

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

"Finalmente a casa..." la madre teneva il volante con un sorriso stampato in faccia, si allenò duramente per il ritorno di Rachel, la sua camera era diventata una vera e propria stanza psichiatrica, senza specchi, senza forbici, la porta senza chiave, anche quella del bagno, la finestra sigillata, veniva aperta solo se c'era la madre con lei.

"Non vedevo l'ora di uscirmene da quel posto..." disse con le mani incrociate mentre guardava le strade della sua bellissima città.

Non le piaceva l'edificio dove era rimasta per cinque lunghi mesi, era piena di gente strana diceva: tossico dipendenti, persone con disturbi alimentari, psicopatici, barboni, l'unica cosa positiva era che conobbe una ragazza, Cassie, era due anni più piccola di lei e a parer suo sembrava fatta la maggior parte delle giornate, passava del tempo con lei solo perché non aveva nessuno con cui parlare.

"Dovrai comunque andarci, la tua sessione non è ancora finita" disse ritornando con espressione seria e Rachel roteò gli occhi ma non volle rispondere.

"Eccoci qui.." la madre chiuse la portiera della macchina dietro di lei guardando casa la sua dimora.

"casa dolce casa" disse abbracciando Rachel, la ragazza le sorrise mentre la madre si avvicinò alla porta di casa aprendola con le chiavi.

Rachel sorrise per poi aprire il cofano della macchina e prese la sua valigia, quando alzò lo sguardo vide il figlio della vicina guardarla alla finestra per poi scomparire nel nulla, Rachel alzò un sopracciglio ed entrò in casa

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Rachel sorrise per poi aprire il cofano della macchina e prese la sua valigia, quando alzò lo sguardo vide il figlio della vicina guardarla alla finestra per poi scomparire nel nulla, Rachel alzò un sopracciglio ed entrò in casa.

"Vuoi che ti preparo un sandwich?" Disse la signora appoggiando il suo cappotto sull'attaccapanni accanto la porta d'ingresso, Rachel scosse la testa "vorrei farmi un sonnellino se me lo permetti" ridacchiò e la madre roteò gli occhi sorridendo "certo che puoi, se hai bisogno di qualcosa io sono in salone a leggere quelle belle scartoffie chiamate bollette" disse allontanandosi e la ragazza salì le scale per poi arrivare in camera sua, si buttò sul letto con violenza e abbracciò il suo cuscino prima di addormentarsi.

~~~~~

Riaprì gli occhi e la stanza era scura, è così strano quando ti addormenti di giorno e ti svegli di notte, vero?

Guardò l'orologio sul comodino: 7.48

Si girò dal lato opposto e mise la testa sotto il cuscino, spalancò gli occhi quando si ricordò che aveva gli esami.

Si alzò dal letto e si sedette alla scrivania che si trovava di fianco alla finestra, accese il computer e mandò un'email ad una sua compagna di classe, Katy, non erano migliori amiche, uscivano insieme solo quando entrambe non avevano nessuno con cui uscire, si mise le mani tra i capelli "cazzo, cinque mesi a fare niente e ora devo mettermi a studiare per l'esame..."

Nell'email chiese a Katy se sapeva le date esatte delle prove, non ebbe subito risposta ovviamente, nell'attesa guardò fuori dalla finestra e vide le luci della casa affianco accendersi improvvisamente e vide il ragazzo chiudere la porta di camera sua, Rachel si alzò velocemente e chiuse le tende della finestra, i ragazzi la facevano sentire a disagio, dalla curiosità spostò la tenda in modo da non farsi vedere, in quel momento era seduto sul letto, rollava dell'erba in una cartina, una volta pronta se la portò alla bocca, l'accese e si stese, Rachel non lo vide più e smise di fissarlo per poi ritornare alla scrivania.

Gli esami iniziano il 4 giugno, Rachel lesse l'email per poi sbattere la fronte sulla scrivania di legno "cazzo" sospirò...

𝐓𝐇𝐑𝐎𝐔𝐆𝐇 𝐓𝐇𝐄 𝐖𝐈𝐍𝐃𝐎𝐖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora