1. Un giovedì del cazzo

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Attenzione! 

Questa storia contiene volgarità. E non intendo le scene di sesso. Cioè. Ci sono anche le scene di sesso, ma non è per quello l'avvertenza. L'avvertenza è per il protagonista, che ha bisogno di lavarsi la bocca con il sapone e pregare il nostro salvatore Gesù Cristo. 

...

Tutti i giorni peggiori sono giovedì.

Il giorno in cui la mia gatta è stata schiacciata da un motorino era un giovedì. Il giorno in cui ho scoperto che sono allergico alle api, tipo super cazzo di allergico, che se una mi punge è meglio che tu abbia la bara e l'incenso pronti, era un giovedì.

E anche il giorno che iniziò con il faccione grasso di un poliziotto sulla soglia della nostra classe, era un giovedì. 

"Abbiamo bisogno di Drake Fulmer." 

I miei compagni foruncolosi presero a fissarmi con quei loro occhietti apatici.

"Nessun Fulmer qui. Avete sbagliato classe." Il mio commento mi guadagnò un'occhiataccia dalla prof e uno sguardo perso dall'agente. 

Quella stronza di matematica non era dalla mia parte: "Fulmer è il ragazzo che ha sempre qualcosa da dire. Cosa succede esattamente?"

"Dobbiamo portarlo in centrale."

I bisbigli nella classe vennero sovrastati solo dai fischi di congratulazioni. 

Eh dai. Cosa potrò mai aver fatto adesso? Ripassai mentalmente tutte le mie più recenti malefatte. 

Era per i graffiti che avevo fatto sulla facciata laterale della scuola? O qualche stronzo aveva spifferato che avevo la maria. Porca puttana, se lo becco...

No. Forse il tizio del negozio di liquori si è accorto che non sono nato nel '56?

Ad ogni passo che mi avvicinava al poliziotto, una nuova possibile spiegazione mi si prospettava davanti. Abbandonai l'aula piena di compagni imbecilli e insegnante infame.

Il tipo mise una mano sulla mia spalla, (che... nel senso... levate. Chi ti conosce? Non mi toccare) e fece strada fino alle scale, e poi giù fino all'atrio dove un altro agente aspettava il nostro arrivo. Un tipo secco, coi capelli pieni di forfora, che mammina buona... fanno degli shampoo appositi, cristo santo.  

Non mi ammanettarono, il che doveva essere un buon segno, ma ogni volta che chiedevo che cazzo stava succedendo, l'unico a rispondermi era quello ciccione che si premurava di ricordarmi che avrei dovuto moderare il linguaggio davanti ad un membro delle forze dell'ordine. 

Nel cortile della scuola, la volante a sirene spente aveva attirato quel gruppo di balordi che salta fisso la prima ora come abitudine personale.

Al nostro arrivo la folla si disperse, ma senza perdere di vista la povera vittima della situazione, ovvero il ragazzino strizzato tra due poliziotti. 

Il tizio secco aprì la portiera della volante e mi fece cenno di entrare. 

Era così che doveva essersi sentito il fiero lupo preistorico avvicinandosi al fuoco dell'uomo. Sembra un patto sensato e ragionevole e poi BAM, cinquemila anni dopo sei un cazzo di Shih Tzu racchio che manco un ratto è così demente. 

"Ok. Io non vado da nessuna parte se prima non mi dite che cazzo sta succedendo. No, non potete trattarmi così! Ho dei diritti! Non avete idea di chi sono io. Mio padre ha una sfilza di trenta avvocati, tutti che hanno venduto l'anima a Satana. Non volete mettervi contro di me." 

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