Take me down to the paradise city

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ATTENZIONE - LEGGERE IL FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
IL CAPITOLO CONTIENE MATERIALE DA TENERE FUORI DALLA PORTATA DEI BAMBINI
EFFETTI COLLATERALI FREQUENTI E INEVITABILI:
1- FINIRE ALL'INFERNO 
2- FAR FINIRE ALL'INFERNO LA POVERA MIKA
3-CACARELLA AI MEMBRI DEL MOIGE
4-VARIE ED EVENTUALI MA SPIACEVOLI
I MINORENNI SONO PREGATI DI NON PROSEGUIRE OLTRE 
🐽⏰

POV TANCHE

L: Hey, dormiglione. Siamo arrivati.

Aprii gli occhi ancora mezzo addormentato. La luce che entrava dal finestrino era insopportabile, quindi li richiusi immediatamente e nascosi il volto contro il petto di Lele cercando di proteggermi.

Lui mi lasciò un bacio sulla testa, e poi continuò ad accarezzarmi i capelli mentre ero certo mi stesse guardando sorridendo con la solita espressione da scemo.

Era insopportabile. Però era anche caldo e comodo. Quindi decisi di resistere alle sue smancerie pur di restare lì tra le sue braccia e dormire per altri cinque minuti.

L: No, no Raggio di sole. È il momento di alzarsi, siamo a Milano.

T: Di già?

Mi lagnai prima di alzare la testa con fatica e guardare fuori del finestrino la stazione di Milano che si avvicinava.

Che palle.

Era letteralmente la prima volta dopo giorni e giorni che dormivo tre ore di fila.

Durante il giorno, la mia situazione era decisamente migliorata. Gli attacchi di panico e ansia erano più rari e nella maggior parte dei casi riuscivo a tenerli sotto controllo, ma la notte gli incubi sembravano non volermi dare tregua. E, per quanto la cosa mi disturbasse profondamente, era evidente che tutte le volte che riuscivo a dormire davvero bene, c'era un denominatore comune: Lele.

Ero patetico. Sul serio. Quasi quanto lui.

Alla fine, comunque sbuffai e mi arresi al fatto che dovessimo scendere.

Mi alzai in piedi e feci per recuperare la valigia dal vano superiore, ma prima che potessi anche solo ricordarmi dove l'avessi riposta, Lele l'aveva già tirata giù mettendomela davanti. Io, ovviamente gliela strappai dalle mani seccato.

T: Ce la faccio da solo!

L: Lo so, ma ce l'avevo davanti alla mia. Non mi costava niente.

E stava mentendo. Non avevo modo di provarlo, ma ne ero sicuro. Quindi lo guardai male prima di superarlo e scendere dal treno. Ancora non ero abbastanza sveglio per mettermi a discutere con lui e ancora avevo troppo sonno arretrato.

Volevo solo sbrigarmi a tornare a casa per tornare a dormire. Possibilmente con quella razza di personificazione di camomilla visto che a quanto pare se avessi voluto riposare non avrei avuto alternative.

Per questo una volta sulla banchina iniziai subito a dirigermi verso l'uscita, finché non mi accorsi di chi ci stava aspettando al binario e mi bloccai sul posto. Lele, che era distratto a parlare con Diego, non si accorse che mi ero fermato e mi si scontrò contro.

Mi resi conto di quando si accorse di lei perché immediatamente sentii la sua mano raggiungere il mio fianco e stringerlo, come se volesse rassicurarmi e nonostante non potessi vederlo ero piuttosto certo che fosse allibito anche lui, perché davvero quella aveva appena portato la faccia tosta a tutto un altro livello.

T: Ma sei seria?

Eleonora era seduta su una panchina all'inizio del binario. E non appena ci intravide scattò in piedi e venne verso di noi. In un primo momento, non mi degnò nemmeno di uno sguardo, si rivolse soltanto a Lele che però a stringermi il fianco tirandomi un po' contro di lui.

Shine. Step into the light.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora