Mi affacciai alla finestra di camera mia. Quanto avevo dormito? A considerare dalla luce fuori, tanto tempo. Mi ero svegliata al suono di un messaggio di mia madre: "Sono passata da casa e tu stavi dormendo, dopo dobbiamo parlare." Merda. Non volevo "parlare" del perchè non ero andata a scuola, almeno non con lei. Nel mio viale, come al solito, non succedeva nulla. La via era deserta, e le finestre di tutte le case di fronte alla nostra erano spalancate ma silenziose. Pensai a quando Veronica era qui. Ogni mattina ci svegliavamo, e ci mandavamo un messaggio del buongiorno. Entrambe, o almeno io, ci affacciavamo alla finestra nella speranza che ci fosse un motivo per vederci e non andare a scuola. Mi staccai dalla finestra, e, barcollando, scesi in cucina per la colazione. Mi versai del latte in una tazza e presi qualche biscotto. Li mangiai lentamente, fissando il vuoto. Pling, un messaggio. Era Veronica: "Vedo che la scuola ti entusiasma ogni giorno di più! Dimmi, hai trovato amici?" Feci un lieve sorriso alla sua battutina. Non era il massimo raccontare alla mia amica tanto bella e popolare quanto io fossi associale con tutti e da sola, perciò provai a dirglielo girandoci intorno: "Beh, solo pochi sono amichevoli con me." E diciamo che quella era una mezza verità, perchè la maggior parte di quelli "amichevoli" lo erano perchè avevano bisogno di un compagno di laboratorio, o di soldi per il pranzo. Ma, in entrambi i casi, la mia gentilezza prendeva il sopravvento e acconsentivo sempre alla richiesta disperata dell'ultimo compagno rimasto o allungavo sempre qualche moneta. "Mmmh...non suona bene. Poi mi racconterai. Comunque a me va abbastanza bene, ho già qualche amica e sono tutti abbastanza gentili. Comunque ora vado, ho tanto sonno. Baci, mi manchi." Questa cosa del "tutti sono gentili" era un suo modo carino per dirmi che era amica di tutti, ma comunque non le facevo una colpa, era così simpatica. "Ciao, dormi bene. Mi manchi tanto anche tu." Mi accorsi con sorpresa di aver finito la colazione, e mi diressi di nuovo verso camera mia. Ripensai al messaggino di mia madre. "Dopo dobbiamo parlare". Dovevo escogitare un piano per evitarla. La mia prima idea fu quella di uscire e tornare stasera. La seconda fu quella di nascondermi nel sottoscala. Optai per la prima. un po' di tempo fuori non mi avrebbe fatto male. Mi vestii, lentamente. Scelsi le prime cose appoggiate alla mia sedia. Misi qualcosa nello zaino che avrei dovuto usare per scuola. Mi infilai le scarpe e aspettai il suono della macchina di mia madre. Ero immersa nel silenzio da mezz'ora, quando sentii una macchina, e, guardando fuori dalla finestra, confermai la mia ipotesi. Mia madre era arrivata. Era tempo di andare.
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Ne ho bisogno come l'acqua.
RomanceLily è una ragazza di 14 anni, abbastanza timida e che "vive" nella musica e nei libri. Incontrerà Sebastian, un ragazzo ferito da una perdita, che recentemente ha deciso di smettere di parlare con chiunque, compresi gli amici.