one: he found me

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shadow;

he found me

A Lottie, che ho appena conosciuto, ma
a cui volevo dedicare un capitolo, perchè è il mio

preferito.

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La campanella suonó, ero al terzo anno della scuola nel centro di una piccola cittadina australiana. Presi di fretta i miei libri e mi diressi verso l'armadietto, ripresi i libri che avevo depositato nelle ore precedenti e andai verso l'uscita. Qualcosa, o meglio qualcuno, mi fermò. Ashton Irwin era il ragazzo che continuava ad importunarmi, a darmi fastidio, mi insultava e mi faceva sentire inutile. La sua faccia era occupata da un ghigno, mi disse, "Dove vai, ora?" passai avanti cercando di ignorarlo, ma era ovviamente impossibile. La sua mano destra afferrò il mio braccio sinistro, spingendomi verso di lui, facendomi trovare la schiena contro il suo petto, i suoi capelli ricci che mi solleticavano le spalle. Le sue labbra erano poste sul mio collo, mentre lui continuava a stringermi forte con le sue braccia, quasi volesse farci diventare un corpo solo. Quando le sue labbra cominciarono a dare baci umidi dal mio collo, fino alla mia mascella, cominciai a tremare. In quel momento la scuola era quasi vuota, i bidelli erano nelle classi e i professori erano riuniti come al solito nell'aula magna. "Non tremare," sussurrò nel mio orecchio, mordendolo, ma senza provocarmi dolore. Sentii il cuore cominciare a battere quasi volendo uscire dal mio petto, iniziai a dimenarmi, ma senza molti risultati. Lui era Ashton Irwin, uno dei ragazzi più belli della scuola, bello quanto stronzo. Era forte, comunque. I risultati delle sue intere giornate in palestra erano ben evidenti. "Ti prego, lasciami stare." supplicai con un tono di voce basso, quasi spaventato. Lui sorrise sul mio collo, di nuovo, mi lasciò un bacio sulla guancia e mi disse "Non ho ancora finito con te." per poi sparire. Cominciai a correre verso la fermata dell'autobus, scoprendo di averlo perso. Cazzo. La mia casa distava circa venti minuti da scuola, senza autobus non avrei potuto tornare in tempo. Così, presi il mio telefono e chiamai mio padre avvisandolo che sarei tornata più tardi del previsto. Iniziai a camminare con passo svelto, per non perdere tempo, ma a metà strada ero già stanca così camminai normalmente. Ero ancora scossa dalla situazione, avevo brutte sensazioni quel giorno e di solito succedeva sempre qualcosa quando le avevo, e grazie ad Ashton ne avevo ogni giorno. Continuando ad avanzare verso il mio quartiere, sentivo uno sguardo bruciare sulla mia schiena. Avete presente la sensazione che si prova quando qualcuno vi osserva? La stavo provando proprio in quel momento, ma guardandomi intorno, nessuno mi stava fissando. "Sono dietro di te." sentii, così mi girai. Ma io ero sola, completamente, la strada verso casa mia era vuota. Continuai a camminare, pensando semplicemente di essere stupida. "Sei sicura di essere sola?" un ghigno sul viso quasi angelico di Luke Hemmings. Temuto da tutti, anche da me. "Ora, credo, cioè, no," balbettai andando leggermente in panico, era abbastanza pericolosa come persona. Nonostante avesse ventisette anni, era conosciuto in tutta la città, anche dai bambini piccoli. Questi ultimi, quando lo vedevano passare - lo notai un giorno che andai al parco - correvano verso i propri genitori cominciando a chiedere se lui fosse l'uomo nero. Lui faceva tremare chiunque, i suoi precedenti penali lasciarono che la paura si diffondesse per la città.

"Oh, mia cara Kylie," mi osservò girando intorno a me, "so che hai paura," si avvicinò al mio viso, e potei sentire la paura / panico, scacciare tutti gli altri pensieri. Stavo pensando semplicemente a ció che avrei dovuto fare, con quell' uomo. Spostò entrambe le ciocche dei miei capelli sistemando le dietro le orecchie, e quel piccolo momento, mi provocò degli strani brividi. Stavo trattenendo il respiro quando la sua mano destra raggiunse il mio retro collo, e venne ricoperta dai capelli. Velocemente mi tirò verso di lui, e dato che ero molto più bassa, alzai le punte. Non seppi esattamente il motivo di quel movimento, fu automatico. Mi ritrovai come una stupida, forse sorpresa da me stessa quando ricambiai il suo bacio che da quasi-casto, si fece passionale e violento. Come se lui lo volesse da tempo. Io assecondavo il suo ritmo, forse impaurita da ció che avesse potuto fare se avessi rifiutato o forse stavo semplicemente godendo il piacere che stavo provando. Quando si staccò da me, io lo osservai attentamente, con gli occhi spalancati. Lui si leccò le labbra, e arrivò al mio orecchio, "Ci vedremo presto, molto presto, mia Ky."


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Come primo capitolo dell' editing,

non è molto lungo. Prometto che
con i prossimi cercherò di renderli

più lunghi, come avete notato, ho

aggiunto qualcosa.

Che ne pensate?

Votate e commentate,

x.

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