» 𝐼𝑛𝑡𝑟𝑜𝑑𝑢𝑐𝑡𝑖𝑜𝑛

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"𝘓𝘢 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘢𝘭𝘨𝘪𝘢 𝘮𝘩?

𝘘𝘶𝘦𝘭 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘰𝘥𝘪𝘰 𝘥𝘢𝘷𝘷𝘦𝘳𝘰 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘮𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘯𝘶𝘰 𝘢 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘳𝘦 𝘔𝘪 𝘮𝘢𝘯𝘤𝘢 𝘥𝘢𝘷𝘷𝘦𝘳𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘭 𝘱𝘦𝘳𝘪𝘰𝘥𝘰 𝘥𝘪 𝘴𝘱𝘦𝘯𝘴𝘪𝘦𝘳𝘢𝘵𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘦 𝘥𝘪 𝘭𝘪𝘣𝘦𝘳𝘵à, 𝘥𝘰𝘷𝘦 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘷𝘰 𝘤𝘳𝘦𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘭 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘦𝘳𝘢 𝘮𝘪𝘰 𝘦 𝘥𝘰𝘷𝘦 𝘤'𝘦𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘭𝘰𝘳𝘰... 

𝘊𝘰𝘴𝘢 è 𝘴𝘶𝘤𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰? 𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩è 𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘵𝘰𝘳𝘯𝘢𝘵𝘪 𝘴𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘪𝘶𝘵𝘪?

𝘓𝘢 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘮𝘦𝘴𝘴𝘢 𝘦𝘳𝘢 𝘥𝘢𝘷𝘷𝘦𝘳𝘰 𝘤𝘰𝘴ì 𝘪𝘯𝘴𝘪𝘨𝘯𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘯𝘵𝘦? 
𝘊𝘩𝘪𝘴𝘴à 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘴𝘵𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘰𝘳𝘢.. 𝘊𝘰𝘴𝘢 𝘴𝘵𝘢𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘧𝘢𝘤𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘦 𝘴𝘦 𝘴𝘵𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘮𝘦𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢... 𝘔𝘪 𝘥𝘪𝘴𝘱𝘪𝘢𝘤𝘦 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘰𝘵𝘳ò 𝘮𝘢𝘪 𝘴𝘢𝘱𝘦𝘳𝘭𝘰..

𝘚𝘦 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘧𝘰𝘴𝘴𝘪 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘮𝘦𝘯𝘰..."

Questi pensieri ingombranti vennero immediatamente interrotti da vari rumori, era finalmente mattina ed il ragazzo doveva svegliarsi, oltre ad avere un'uscita a cui partecipare, doveva evitare di oziare troppo, era da tanto tempo che aveva perso la motivazione e a malapena riusciva a far qualcosa nella vita, come se il colorito di tutto fosse sparito, lasciando un grigio intenso nei suoi occhi.

Si guardò attorno ancora mezzo confuso osservando la sua camera, il suo ormai chiamato "rifugio", era disordinato, ma a lui non importava, d'altronde finchè trovava le cose per lui era ancora "ordine", come se fosse stato sempre abituato a quel caos in cui si ritrovava. Decise quindi finalmente di alzarsi dal letto e vestirsi, anche se con poca voglia, odiava lasciare il suo rifugio, l'unico posto in cui si sentiva al sicuro con se stesso, ma gli toccava, soprattutto perchè aveva preso l'impegno e non poteva dar buca come aveva sempre preferito fare, sarebbe finita con delle figure in casa sua a rompergli i coglioni per farlo uscire.

Chi erano quelle figure? Beh, loro erano i suoi amici, sì, erano, cioè, loro lo considerano ancora un amico ma ormai lui non vedeva più nessuno come amico, la sua concezione di amicizia e di amore venne così distorta da tutti gli avvenimenti passati che non riuscì più a considerare nessuno così tanto vicino a lui, forse uno era quasi riuscito nel farlo, ma venne subito freddamente allontanato dal ragazzo, impaurito di soffrire nuovamente come le altre volte.

Che possiamo dire quindi? Abbiamo quindi la storia di un ragazzo, un ragazzo con una concezione di ciò che dovrebbe risultargli caloroso e piacevole distorta, mostrandogli solo la parte negativa, quella parte piena di tradimento, dolore e solitudine, dove le memorie passate, anche se lentamente stavano sparendo dalla mente stanca del ragazzo, rendendola completamente vuota, fungevano da catene per lui, catene indistruttibili che lo tenevano indietro da tutto, da relazioni, da amicizie o da semplici conoscenze, considerate da lui un suicidio, d'altronde.. più amici ti fai, più possibili nemici rischi di farti, non credete?.

Venne quindi il momento di partire per il ragazzo, il tempo era sereno, quel Sole picchiettante di Giugno copriva il luogo privandone di ombre, emanando un calore cuocente per il ragazzo, soprattutto per il suo abbigliamento anticonvenzionale dove l'unica cosa colorata era la sua pelle pallida che usciva dai buchi della maglia. Prese veloce il treno senza guardarsi ancora intorno e si immerse nella sua musica, quell'amata salvezza che lo aiutò in quel periodo stremante, l'unica cosa che zittiva i suoi pensieri portando gli ingranaggi dell'immaginazione a lavorare, aiutandolo a scappare dal suo mondo per andare in uno migliore.

Arrivò finalmente al luogo dell'incontro, poteva vedere come gli altri erano felici e spensierati, mentre lui era bloccato lì, con la testa bloccata da quei pensieri malsani unita a quella voglia di congiungersi al sottosuolo, il Regno di Ade come lo chiamava lui. Ciò perchè era sempre stato un amante della mitologia greca, l'aveva sempre interessato e spesso si ritrovava a leggere varie curiosità sugli Dei dei tempi, rimanendo incantato da Ade, colui che regnava gli inferi. Questo pensiero venne però interrotto dalla voce di un ragazzo che provò a cogliere l'attenzione di lui, ci riuscì ovviamente, finendo per capire che evidentemente gli altri stavano cominciando ad andare e che beh.. doveva pur seguirli per evitare di stare da solo.

E così fece, rimase per i cazzi suoi, ma li seguì guardandoli da distante, vederli così felici e spensierati gli creava così tante domande.. "Come fanno? Perchè sono così felici sapendo com'è la vita?", non lo capiva, soprattutto dopo quel che successe nel corso di quell'anno e dell'anno scorso, pieni di casini che gli turbavano l'anima incessantemente, soprattutto dopo l'avvenimento con delle persone che lui amava, che gli distrusse totalmente l'anima, privando la sua vita di ogni colore possibile.

Arrivarono così ad un parco, lì appena il ragazzo alzò lo sguardo cominciò a sentirsi male, sentì ogni parte del suo corpo cominciare a dare segnali di dolore, segnali di pericolo, mentre il suo cervello urlava a lui "CORRI", non si aspettava da loro questo gesto, non si aspettava di ritrovarsi in quel posto pieno di memorie con quel gruppo di persone, era come un agguato, qualcosa di imprevedibile e soprattutto, un colpo diretto al cuore. Non poteva credere che loro l'avessero portato da LEI, quella persona che gli distrusse tutto, quella persona che gli privò dei colori e lo portò a quella cerchia interminabile di pensieri invadenti e negativi. 

Cosa poteva fare in quel momento? Si guardò velocemente da entrambi i lati e corse via, corse il più veloce possibile per fuggire da lì, anche se sentiva le varie voci insieme a quella della ragazza urlargli di fermarsi, lui continuò, corse fino ad arrivare nuovamente in stazione dove si rifugiò in bagno, sentiva quelle odiose lacrime punzecchiargli gli occhi, quelle lacrime minacciose pronte a scendere e rigare il suo volto pallido, era troppo per lui.

Provava nausea, provava dolore, era tutto così tanto doloroso, perchè era successo questo? Perchè avevano deciso di portare la persona che più gli faceva dolere il cuore? Si sentiva tradito, come se avessero deciso di pugnalarlo alle spalle, però questo venne completamente interrotto dal rumore di numerosi passi vicini ai bagni, era come se loro avessero già capito che lui si era rifugiato in stazione, ma d'altronde non potevano farlo uscire dai bagni, soprattutto perchè beh, le porte possono essere bloccate volontariamente e d'altronde si era messo in modo che non si vedessero le scarpe o altre cose che potessero far capire che lui era lì, rendendo impossibile capire in che stallo il ragazzo si trovava.

Tutto ciò durò per svariati minuti dove il ragazzo sentiva quella sua nausea crescere, dove sentiva quel dolore lancinante al petto aumentare e dove quelle lacrime riuscirono finalmente ad uscire, rigando il suo viso e cominciando a far emettere silenziosi singhiozzi al ragazzo, cercando di intorpidire il dolore il più possibile.

Finì fortunatamente dopo mezz'ora, il tempo che loro si arresero e che il treno arrivò, permettendo al ragazzo di tornare a casa dove risiedeva il suo rifugio, promettendo di non uscire mai più, o almeno, non con quelle persone, dove poteva rischiare un altro agguato.

Crollò quindi sul suo letto nuovamente dove quei pensieri lo avvolsero nuovamente, portandolo nuovamente ai suoi incubi, dove sperava che la mattina arrivasse il prima possibile, così da poter eliminare quegli strani sogni che aveva..

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A.N. [Author Note per gli ignoranti <3]

Avevo voglia di scrivere evidentemente ed eccomi qua, non so il perchè io abbia scritto ciò, ma okay.

La storia in sè non è reale ma è ispirata a diversi accaduti, questo quindi non rispecchia i miei attuali pensieri ma vari pensieri che posso aver avuto nel passato o che semplicemente ho inventato per quel personaggio.

Grazie per aver letto il primo capitolo introduttivo alla storia
Dal prossimo la storia inizierà completamente

Non aspettatevi molto, non sono uno scrittore, semplicemente uso questo metodo per buttare tutto su queste parole che all'apparenza possono sembrare vuote, ma che in realtà spesso rispecchiano i sentimenti che provo o che ho provato.

Cya

- Chris 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 04, 2021 ⏰

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