Le due settimane seguenti passarono velocemente. Incontrai Stiles due o tre vte di sfuggita, conobbi Allison e Kira e diventai super legata a Lydia.
L'indomani sarebbe iniziata la scuola e io stavo ripassando francese, visto che volevo richiedere quel corso.
-J'ai...- qualcuno bussò alla mia porta. -Uffa...avanti!-
Entrò uno Stiles impaurito. Le occhiaie erano scomparse(?) e sembrava diverso.
-Stiles, dio...cosa è successo?- chiesi.
-Ho sognato qualcosa. Qualcosa di terribile. Siamo in pericolo. Siete in pericolo! Io sono il pericolo- mi stava confondendo.
-Stiles, in che senso? Spiegati meglio, non capisco- dissi io.
-Al momento non puoi capire. Chiama Lydia e digli di venire con Scott, Isaac e Deaton- poi si mise sul letto, stanco.
In chiamata con Lydia
«Lydia! Diceva che era lui il pericolo e robe del genere! Che non posso capire! Ti prego, vieni, è esausto»
«Dio...arrivo...sta bene»
«Si, tutto ok. Ah, ha detto di portare anche dei tizi che si chiamano Scott, Isaac e Dit...Don...»
«Deaton. Capito. Arrivo, dieci minuti»
«Ti aspetto»Dopo aver staccato mi girai verso di lui. Era steso e le occhiaie erano tornate.
Qualcosa mi diceva di non farlo, ma io lo feci. Mi stesi affianco a lui, e strinsi le mie braccia ai sui fianchi. Lui si girò, le occhiaie andavano e venivano. Poi parlò.
-Io non sono Stiles- disse.
-Non ha senso. Sei qui. Sei Stiles. Il mio Stiles- dissi. Mi resi conto dopo di quello che avevo appena detto.
Lui accasciò la testa. Mi guardò.
-Tu sei innamorata del nogitsune, no di Stiles. Sei innamorata del ragazzo spettinato, attraente e sexy. Non dello Stiles sarcastico e debole che nemmeno conosci- disse.
Nogitsune? Cos'era?
In quel momento suonò alla porta Lydia.
-Ciao piccola!- mi disse lei.
-Ma ciau- risposi io abbracciandola.
-Ah...oh, loro sono Deaton, Scott e Isaac. Ti staranno simpatici- disse. Guardai subito Isaac. I capelli sul castano chiaro e gli occhi azzurri -di un azzurro molto delicato- erano una combinazione perfetta. Era alto, abbastanza muscoloso e aveva un sorriso fantastico. Un sorriso? Perché stava sorridendo? Mi resi conto lì, in quel momento, che mi ero messa a fissarlo, senza distogliere lo sguardo.
-Oddio, scusate...io...ehm, Stiles dice di essere una cosa che si chiama nits...nugt...nogine....nugitone- ero in difficoltà. Com'è che si pronunciava?
-Nogitsune- disse Deaton. -Vado. Lydia, stasera Gioia dorme da te. Gioia, dì qualcosa a tua madre, ok?-
-Ok- dissi.
Salimmo in macchina e Lydia guidò fino a casa sua.
-Quindi Lydia, cos'è un nogitsune? Lo sapete?- chiesi io, non appena appogiai lo zaino col cambio e i libri di scuola sul letto.
-Beh, qua a Beacon Hills succedono cose molto strane. Appena avrò la conferma di Scott, ti racconterò tutto- si girò e si infilò nelle coperte. -Ma la cosa più brutta è quando il coach si arrabbia per un ritardo. Buona notte castagna- disse.
-Notte fragola- dissi ridendo. La sua risposta fu una cuscinata.
La mattina seguente mi svegliai agitata.
Andai in bagno e mi guardai allo specchio. I capelli lunghi castani mi ricadevano lungo la schiena, spettinati e disordinati. Gli occhi rossi per la mancanza di sonno -per via dell'ansia- erano terribili. Mi vedevo grassa. Orribile.
In pochi secondi, i miei occhi scuri diventarono lucidi e ancora più rossi. E poi mi ricordai di mia madre. Non l'avevo avvertita.
Presi il telefono velocemente, ma Lydia, da dietro, parlò.
-Ah-ah, non l'avevi avvertita, eh? L'ho fatto io biondina. Dai, vestiti e andiamo- feci come detto e uscimmo di casa.
La Beacon Hills High School.
Eravamo arrivati. La scuola era normale. Una normalissima scuola superiore.
Entrai nei corridoi enormi e mi diressi nell'uffucio della preside, nonché la madre di Lydia.
-Buongiorno signora Martin- dissi.
-Oh, ciao Gioia! Accomodati, anche se penso che vorrai gli orari- disse ridendo.
-Non erra- risposi.
-Bene, hai li stessi di Lydia. Ho convinto i professori di tutte le materie di mettervi insieme. Tranquilla, anche lei fa francese! Ora vai, ti girerà lei il foglio. Il coach non ha molta pazienza- disse.
Io la salutai e mi diressi nell'aula di economia.
-Benvenuta signorina. È in ritardo, lo sa?- disse il "coach".
-Oh, mi scusi...sa, io sono nuova e... beh, ho dovuto parlare con la signora Martin- spiegai.
-Per questa volta va bene. Presentati alla classe- si mise da parte per farmi posto vicino la cattedra.
-Oh...ok. Allora, sono Gioia Raeken. Vengo da New York e sono orfana di padre...-
-Signorina, ma lei è parente di Theo?- chiese il coach.
-Theo? No, non lo conosco, perché?- chiesi io, stupita.
-Perchè avete lo stesso cognome e siete simili. Molto simili- a parlare fu Scott.
-Io...non lo conosco, veramente- dissi. Dovevo chiedere qualcosa a mia madre.
Ad entrare in classe fu un ragazzo bellissimo. I cappelli e gli occhi erano identici ai miei.
-Theo Raeken, sei in ritardo! Di nuovo!- disse il coach. -E per tua informazione, c'è un'altra Raeken- mi indicò.
-Coach, io in realtà ho matematica, sono venuto qua per questo. Gioia, dobbiamo parlare- disse.
-Ma...chi sei?- chiesi.
-Il tuo gemello. Siamo gemelli, Gioia- disse lui.
Perché mia madre mi aveva mentito e nascosto una cosa del genere?
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Innamorata della persona sbagliata •Stiles Stilinski•
Werewolf‼️POSSIBILI SPOILER‼️ ⚠️Gli avvenimenti non corrispondono completamente alla serie⚠️ Una storia si inizia a raccontare quando succede qualcosa di interessante. Che senso avrebbe se no? ~Gioia~ Ero solo una ragazza. Una ragazza che non era abituata a...