2. High School

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Le due settimane seguenti passarono velocemente. Incontrai Stiles due o tre vte di sfuggita, conobbi Allison e Kira e diventai super legata a Lydia.

L'indomani sarebbe iniziata la scuola e io stavo ripassando francese, visto che volevo richiedere quel corso.

-J'ai...- qualcuno bussò alla mia porta. -Uffa...avanti!-

Entrò uno Stiles impaurito. Le occhiaie erano scomparse(?) e sembrava diverso.

-Stiles, dio...cosa è successo?- chiesi.

-Ho sognato qualcosa. Qualcosa di terribile. Siamo in pericolo. Siete in pericolo! Io sono il pericolo- mi stava confondendo.

-Stiles, in che senso? Spiegati meglio, non capisco- dissi io.

-Al momento non puoi capire. Chiama Lydia e digli di venire con Scott, Isaac e Deaton- poi si mise sul letto, stanco.

In chiamata con Lydia

«Lydia! Diceva che era lui il pericolo e robe del genere! Che non posso capire! Ti prego, vieni, è esausto»
«Dio...arrivo...sta bene»
«Si, tutto ok. Ah, ha detto di portare anche dei tizi che si chiamano Scott, Isaac e Dit...Don...»
«Deaton. Capito. Arrivo, dieci minuti»
«Ti aspetto»

Dopo aver staccato mi girai verso di lui. Era steso e le occhiaie erano tornate.

Qualcosa mi diceva di non farlo, ma io lo feci. Mi stesi affianco a lui, e strinsi le mie braccia ai sui fianchi. Lui si girò, le occhiaie andavano e venivano. Poi parlò.

-Io non sono Stiles- disse.

-Non ha senso. Sei qui. Sei Stiles. Il mio Stiles- dissi. Mi resi conto dopo di quello che avevo appena detto.

Lui accasciò la testa. Mi guardò.

-Tu sei innamorata del nogitsune, no di Stiles. Sei innamorata del ragazzo spettinato, attraente e sexy. Non dello Stiles sarcastico e debole che nemmeno conosci- disse.

Nogitsune? Cos'era?

In quel momento suonò alla porta Lydia.

-Ciao piccola!- mi disse lei.

-Ma ciau- risposi io abbracciandola.

-Ah...oh, loro sono Deaton, Scott e Isaac. Ti staranno simpatici- disse. Guardai subito Isaac. I capelli sul castano chiaro e gli occhi azzurri -di un azzurro molto delicato- erano una combinazione perfetta. Era alto, abbastanza muscoloso e aveva un sorriso fantastico. Un sorriso? Perché stava sorridendo? Mi resi conto lì, in quel momento, che mi ero messa a fissarlo, senza distogliere lo sguardo.

-Oddio, scusate...io...ehm, Stiles dice di essere una cosa che si chiama nits...nugt...nogine....nugitone- ero in difficoltà. Com'è che si pronunciava?

-Nogitsune- disse Deaton. -Vado. Lydia, stasera Gioia dorme da te. Gioia, dì qualcosa a tua madre, ok?-

-Ok- dissi.

Salimmo in macchina e Lydia guidò fino a casa sua.

-Quindi Lydia, cos'è un nogitsune? Lo sapete?- chiesi io, non appena appogiai lo zaino col cambio e i libri di scuola sul letto.

-Beh, qua a Beacon Hills succedono cose molto strane. Appena avrò la conferma di Scott, ti racconterò tutto- si girò e si infilò nelle coperte. -Ma la cosa più brutta è quando il coach si arrabbia per un ritardo. Buona notte castagna- disse.

-Notte fragola- dissi ridendo. La sua risposta fu una cuscinata.

La mattina seguente mi svegliai agitata.

Andai in bagno e mi guardai allo specchio. I capelli lunghi castani mi ricadevano lungo la schiena, spettinati e disordinati. Gli occhi rossi per la mancanza di sonno -per via dell'ansia- erano terribili. Mi vedevo grassa. Orribile.

In pochi secondi, i miei occhi scuri diventarono lucidi e ancora più rossi. E poi mi ricordai di mia madre. Non l'avevo avvertita.

Presi il telefono velocemente, ma Lydia, da dietro, parlò.

-Ah-ah, non l'avevi avvertita, eh? L'ho fatto io biondina. Dai, vestiti e andiamo- feci come detto e uscimmo di casa.

La Beacon Hills High School.

Eravamo arrivati. La scuola era normale. Una normalissima scuola superiore.

Entrai nei corridoi enormi e mi diressi nell'uffucio della preside, nonché la madre di Lydia.

-Buongiorno signora Martin- dissi.

-Oh, ciao Gioia! Accomodati, anche se penso che vorrai gli orari- disse ridendo.

-Non erra- risposi.

-Bene, hai li stessi di Lydia. Ho convinto i professori di tutte le materie di mettervi insieme. Tranquilla, anche lei fa francese! Ora vai, ti girerà lei il foglio. Il coach non ha molta pazienza- disse.

Io la salutai e mi diressi nell'aula di economia.

-Benvenuta signorina. È in ritardo, lo sa?- disse il "coach".

-Oh, mi scusi...sa, io sono nuova e... beh, ho dovuto parlare con la signora Martin- spiegai.

-Per questa volta va bene. Presentati alla classe- si mise da parte per farmi posto vicino la cattedra.

-Oh...ok. Allora, sono Gioia Raeken. Vengo da New York e sono orfana di padre...-

-Signorina, ma lei è parente di Theo?- chiese il coach.

-Theo? No, non lo conosco, perché?- chiesi io, stupita.

-Perchè avete lo stesso cognome e siete simili. Molto simili- a parlare fu Scott.

-Io...non lo conosco, veramente- dissi. Dovevo chiedere qualcosa a mia madre.

Ad entrare in classe fu un ragazzo bellissimo. I cappelli e gli occhi erano identici ai miei.

-Theo Raeken, sei in ritardo! Di nuovo!- disse il coach. -E per tua informazione, c'è un'altra Raeken- mi indicò.

-Coach, io in realtà ho matematica, sono venuto qua per questo. Gioia, dobbiamo parlare- disse.

-Ma...chi sei?- chiesi.

-Il tuo gemello. Siamo gemelli, Gioia- disse lui.

Perché mia madre mi aveva mentito e nascosto una cosa del genere?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 21, 2021 ⏰

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Innamorata della persona sbagliata •Stiles Stilinski•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora