Capitolo 1: Primo incontro

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Mi guardai attorno con sguardo assonnato e sospirando sommessamente, la lezione di anatomia dei peluche era di una noia mortale. Ogni persona presente nella mia classe non vedeva l'ora di correre a casa per appisolarsi un'oretta o due oppure per mangiare un buon piatto di pasta al sugo.
Visionai la pietanza nei miei pensieri, la pasta calda, l'odore del sugo...che languorino! Cominciai a sbavare un po' ma fortunatamente me ne resi subito conto così mi misi a strofinare con molta enfasi la manica della giacca sul mento.
Girai il volto verso la grande finestra alla mia sinistra con l'intenzione di distrarmi un minimo. Posai lo sguardo sulle foglie verdi, tipiche della primavera, che sventolavano qua e là, guardai i fiorellini e gli uccellini che cinguettavano felici, provai a tornare ad ascoltare la lezione ma qualcosa, o meglio, qualcuno attirò la mia attenzione.

"È stupendo..." pensai arrossendo.

Non sapevo chi fosse, non l'avevo mai incrociato per i corridoi.
Proprio lì per il giardinetto della scuola stava camminando indisturbato il ragazzo più bello ed affascinante che io avessi mai visto in tutta la mia vita.

《Woah, com'è affascinante...》sussurai senza rendermene conto.

《Y/N cos'è che trovi di così affascinante durante la lezione di anatomia dei peluche? Hai intenzione di condividerlo con tutta la classe e renderci partecipi?》saltai sul posto, mi girai di scatto verso la lavagna dove trovai il professor Conte guardarmi a mo' di rimprovero.
Avevo espresso i miei pensieri ad alta voce, diamine che figuraccia!
Cercai man mano di ricompormi con le guance ormai tinte di un vivace color porpora.

Passai l'ultima ora a sentire il professore parlare senza ascoltarlo veramente, la mia mente era da tutt'altra parte.

~°~

Appena suonò la campanella della ricreazione corsi velocemente a cercare la mia migliore amica Lucia Azzolina.

《Ma dove accidenti si sarà mai cacciata?》dissi a denti stretti tra me e me.

Continuai a correre finché non sentì qualcuno urtarmi con violenza la spalla. Caddi rovinosamente a terra sbattendo con un gran tonfo il mio fondo schiena sul pavimento giallo pallido dei corridoi scolastici.
Provai a rialzarmi con cautela, massaggiando con la mano destra il punto colpito e dolorante.

《Non sai quanto mi dispiace Y/N! Spero che il tuo didietro si riprenda in fretta. Nessun rancore eh!》disse tra una forte risata ed un "batti il cinque" Matteo Salvini.
Lo vidi continuare a sghignazzare finché la sua non indifferente figura sparì dalla mia vista.
Lui aveva sempre fatto così, sin dalle scuole medie. Si era sempre divertito a farmi vari dispetti, tirarmi i capelli e a darmi soprannomi a suo parere stupidi ma comunque a sfondo offensivo.
Gli chiesi molte volte il perché di questo suo comportamento ostile nei miei confronti, ma si era sempre limitato ad un'alzata di spalle e un sorriso sghembo.

Sospirai e provai a rialzarmi per l'ennesima volta, ma senza successo, così decisi di rinunciare.

Una mano catturò la mia attenzione era bella, con dita lunghe ed affusolate, nocche e vene sporgenti.
La guardai dal basso con fare curioso.
Più salivo con lo sguardo e più il mio cuore batteva incontrollato, la mano era la sua: quella del bellissimo ragazzo che si aggirava l'ora precedente per il giardinetto scolastico.

I suoi capelli erano neri come la pece, lisci e raccolti in un piccolo codino disordinato, sembravano seta pregiata, potevo solo immaginare la loro morbidezza.
I suoi lineamenti erano dolci ma comunque ben definiti, il naso arrotondato verso la punta, le labbra carnose, gli occhi di un marrone scuro che sembravano contenere una galassia ancora inesplorata.

Rimasi incantata a fissarlo, forse gli ero sembrata scortese, ma era impossibile per me distogliere lo sguardo da tale angelo.

Alzò confuso il sopracciglio sinistro chiedendomi con tono dolce:《Ehi, va tutto bene? Ti sei fatta tanto male?》non potevo credere alle mie orecchie, la sua voce era la melodia più soave che chiunque potesse mai aver avuto il piacere di udire. Ero certa che anche i musicisti più rinomati avrebbero pagato oro per una sua parola.

Afferrai con timore la sua mano che si rivelò tiepida al tatto, senza guardarlo negli occhi riuscì a balbettare qualche parola sconnessa: 《S-sì, bene, b-benissimo, grazie tante...》che imbarazzo!

Sorrise, un sorriso smagliante e rassicurante.
Ero morta, ne ero sicura, tale bellezza poteva solo essere ammirata in paradiso, non c'erano altre spiegazioni.

Lasciò lentamente la mia mano riponendola al suo fianco, continuò a sorridere e con un "sono contento di sentirtelo dire" si incamminò per uno dei corridoi lì vicino.

Rimasi incantata e con la mano poggiata sulla parte sinistra del mio torace, il cuore mi batteva così forte...che strana emozione.
Un colpetto sulla testa mi fece rinvenire e davanti mi ritrovai la mia amica Lucia.

《Stai guardando i fantasmi?》mi chiese con tono divertito.
La fissai attentamente e poi scoppiai.

《Lucia devi aiutarmi! Tu che conosci tutti e sai ogni minimo particolare di questa scuola devi assolutamente aiutarmi!》le urlai prendendo le sue mani per poi coprirle con le mie.

《Va bene, ma non agitarti, che succede?》pose la domanda con fare interessato.

Mi guardai attorno e mi resi conto che parlarne a scuola non era l'idea migliore, anche i muri avevano le orecchie lì.
Chiacchierammo per un po' ed infine optammo per passare il pomeriggio a casa sua dopo un buon pranzetto.
Avevo bisogno dei suoi preziosi consigli.

~°~

Lucia girò la chiave nella serratura e la porta si aprì con un rumore un po' fastidioso.

Ci incamminammo verso il salotto per lasciare i pesanti zaini a terra a lato del divano, mi tolsi le scarpe e le riposi nel ripostiglio. Ormai frequentavo quella casa da anni, io e Lucia ci conoscevamo da veramente tanto tempo, le nostre madri erano grandi amiche e di conseguenza lo diventammo in poco tempo anche noi due.
Era una delle persone più importanti della mia vita.

Mi diressi in cucina dove salutai affettuosamente colei che per me era una seconda madre.
Decisi di sedermi a tavola e tra una risatina ed una domanda sulla scuola i piatti di pasta finirono così come il nostro pranzo.

Lucia corse su per le scale ed io la seguì a ruota, entrai nella sua stanza dalle pareti di un bel color indaco e mi sedetti sul suo comodissimo e largo letto.
Chiuse la porta e si mise accanto a me.

《Dimmi tutto.》disse accarezzandomi i capelli.

Presi un gran respiro e cominciai a raccontare:《Ecco vedi c'è questo ragazzo che stamattina ho incrociato per i corridoi, è veramente molto bello e gentile, sembra un angelo. Mi chiedevo se tu sapessi dirmi chi è, non credo di averlo mai visto a scuola prima d'ora.》

Lucia si portò la mano al mento e chiuse gli occhi per un secondo, dopodiché li riaprì e con sguardo pensieroso mi chiese:《C'è un nuovo ragazzo che si è trasferito da poco nella classe accanto alla mia. Quello che hai incontrato tu stamattina per caso è molto alto ed ha i capelli lunghi?》

Arrossì furiosamente e mi coprì il volto con il cuscino, forse l'avevo trovato, il ragazzo per il quale mi ero presa una cotta.
La mia migliore amica si rese subito conto della mia reazione e senza pensarci troppo le scappò un risolino.

《Sai per caso come si chiama?》le chiesi piano ed ancora in imbarazzo.

《Se non sbaglio dovrebbe chiamarsi Lostraordinariomondodiwattpad, sai è molto popolare tra le ragazze e i ragazzi del mio anno.》affermò Lucia.

《Lostraordinariomondodiwattpad senpai...》 sussurai con le farfalle nello stomaco, anche il suo nome era bellissimo.

"Chissà se lo rivedrò di nuovo" pensai con sguardo sognante.

lostraordinariomondodiwattpad senpai pls notice meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora