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Harry's POV

Durante la notte mi svegliai più volte, quegli incubi mi tormentavano da quando Nick...ha...cioè, un brivido oltrepassò la spina dorsale, non riuscivo a non pensarci.

In più, la partita di  Quidditch non aveva aiutato, era andata uno schifo, avevano vinto i Serpeverde.

Non avevo per niente voglia di andare a lezione quel giorno, volevo solo stare nel letto a leggere un libro.

"piccoli uccelli volarono stridendo sul gorgo, mentre una lugubre schiuma bianca sbatteva contro i suoi orli scoscesi. Poi tutto sprofondò, e il grande sudario del mare continuò a fluttuare, come fluttuava cinquemila anni-" chiusi il libro di scatto, per quanto possa essere bello Moby Dick mi ero stufato.

Mi alzai dal letto, dopo due ore poggiato sulle braccia a leggere non sentivo più le dita, cominciò a brontolarmi lo stomaco.

Decisi di avviarmi verso le cucine, pensai che a quell'ora sarebbero state deserte ma...era...piena di tipo piccoli gnomi magri e grigi, avevano degli occhi enormi...

"ragazzo, che ci fai qui? non hai lezione?" mi chiese uno di loro

"ehm... io" non finii nemmeno la frase che mi stava portando all'interno.

"come te la cavi in cucina ragazzo?"

"ehm...io, bene suppongo"

"oh fantastico!!" disse con un sorriso a trentadue denti, sempre che ne avessero trentadue.

*"Ngitha uffa ukwenza ikheke. Ngicabanga ukuthi kancane low. mhalawumbe ngingamsiza." disse il cosetto in una lingua strana
*porto il ragazzo a fare una torta. sembra un pò giù magari lo posso aiutare*

gli altri cosetti annuirono e continuarono a fare ciò che stavano facendo

ci mettemmo dei grembiuli, il mio era un pò piccolo, ma non ci feci caso, cucinammo una torta alle mele e cannella.

"mi chiamo Aeglos, comunque, nella mia lingua significa punta di neve" disse lui ad un certo punto

"Harry" Dissi porgendogli la mano

mi guardò male e continuò a cucinare.

parlammo un pò di cose casuali finché non mi chiese

"c'è qualcosa che non va?"

non risposi

"sai, Harry, dovresti parlarne con qualcuno"

"non so a che cosa ti stai riferendo"

"sono uno sveglio, ragazzo, non sembra, ma ho 300 anni, con il tempo ho imparato a percepire le cose, vedo la tua paura e la tua rabbia"

"anche se fosse non mi va, e anche se mi andasse non mi capirebbero" dissi abbassando lo sguardo

"ok ragazzo, capisco, ora mettiamo la torta nel forno"

infornammo la torta e ricominciammo a parlare del più e del meno

"raccontami di te, Harry"

"vengo da Holmes Chapel, ho 16 anni, ho una sorella e una civetta di nome Kevin"

"Non mi hai detto il tuo cognome caro ragazzo"

"Styles. Harry Styles"

Il nano per un secondo sgranó gli occhi e mi chiese:
"Giochi a Quidditch?"

"si, perché?"

Fade into my endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora