Capitolo III

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Quella mattina era stato più difficoltoso del solito alzarsi dal letto. Fuori pioveva e le gocce di pioggia sbattevano insistentemente contro la tapparella della sua stanza. Rosalba stropicciò un po' gli occhi e cercò di capire che ora fosse. Aveva dormito pochissimo e le poche ore in cui era riuscita a prendere sonno erano state discontinue e movimentate da incubi che neanche ricordava.

La notte precedente aveva litigato col suo fidanzato e tutte le parole che lui le aveva urlato contro le rimbombavano nella testa e la trafiggevano ancora come coltelli affilati.
Se solo avesse potuto sarebbe rimasta sdraiata nel suo letto per tutta la giornata ma i suoi impegni lavorativi non glielo permettevano.

Sospirò ed iniziò a prepararsi. Prese il primo pantalone nell'armadio, una felpa e il suo cappellino che le coprivano parte del viso, nel tentativo di nascondere le occhiaie prima che venissero coperte dal trucco. Prese l'abito da usare per la registrazione e salì sulla macchina che l'avrebbe portata verso gli studi del Costanzo show.

La registrazione durò per diverse ore, pensò che non fosse andata poi così male. Aveva cantato le sue canzoni, aveva scherzato e sorriso. Ma il suo umore non era passato inosservato al suo collega che ormai aveva imparato a conoscerla in quei lunghi mesi.

Rudy, a dir la verità, sapeva riconoscere il suo umore solo vedendo i suoi occhi. Capiva quando c'era qualcosa che non andava. Vide Rosalba scappare dal palco non appena il sipario si chiuse. Avrebbe voluto parlarle, avrebbe voluto scambiare qualche parola con lei ma i mille ospiti lo trattennero sul palco ancora per un po'.

Finiti i convenevoli Rudy si diresse verso il camerino della donna, sperando non fosse già andata via. Mentre percorreva il lungo corridoio sentì delle voci, o meglio, delle urla che provenivano proprio dal camerino di Arisa. Non riuscì a comprendere pienamente quello che veniva detto, sentì solo una voce maschile che in un impeto di rabbia urlò: <<Senza di me non saresti niente!>>

La porta si aprì e vide un ragazzo, che sapeva essere il fidanzato della cantante, uscire dal suo camerino sbattendo dietro la porta. Guardò Rudy e senza accennare un saluto lo superò.

Rudy ci pensò su, indeciso se entrare o meno nel camerino di lei. Forse avrebbe preferito star da sola, forse non aveva voglia di vedere lui in quel momento... ma come se la sua mano fosse posseduta da una volontà propria si trovò a bussare alla sua porta.

<<Avanti.>> disse lei dopo qualche secondo.
Rudy aprì la porta e si ritrovò in quel momento a corto di parole, una sensazione parecchio strana per uno come lui che faceva delle parole il suo mestiere.
Si rese conto che Rosalba aveva gli occhi rossi, come se fino a pochi secondi fa avesse pianto.

<<Tutto bene?>> chiese lui incerto sull'uscio della porta.
Arisa si alzò dalla sua sedia e lo guardò un po' stupita, non aspettandosi la sua presenza.
<<Sì,>> rispose lei poco convinta, <<tutto bene.>> Accennò un sorriso, sperando di essere abbastanza convincente.
<<Entra.>> disse, facendo segno di chiudere la porta. Rudy entrò nella stanza, chiudendo la porta alle sue spalle.

<<Perdonami,>> disse lei un po' imbarazzata, <<sono in condizioni pessime.>>
Prese un fazzoletto e lo passò sugli occhi.
<<Ti lascio sola se vuoi.>> disse lui mentre si avvicinava a lei.
<<No,>> rispose subito lei , <<rimani, ho bisogno di compagnia in questo momento.>>

Lui posò una mano sulla sua spalla.
<<Sei sicura di stare bene? Se chiedi a me di rimanere mi fai preoccupare.>> disse lui scherzoso nel tentativo di migliorarle l'umore.
Rosalba accennò un sorriso.
<<Sei una delle poche persone che mi fa ridere. Ma ridere veramente.>>
<<Spero sia positivo.>> replicò lui.
Arisa alzò le mani indicando i suoi occhi rossi.
<<Lo è.>>

<<Che ci fai qui?>> chiese lei.
Rudy tolse la mano dalla sua spalla. Da quando era divento così difficile starle troppo vicino?
<<Sono venuto a ringraziarti.>> iniziò lui con un sorriso.
<<Per cosa?>> domandò lei.
<<Per...>> Rudy sembrò dimenticarsi per un momento cosa volesse dire. Non riusciva a concentrarsi se lei lo guardava così intensamente. <<Per aver cantato per me.>> si ricordò lui.
Lei sorrise, quasi imbarazzata.
<<È il nostro gioco, no?>> domandò lei.

Lui non rispose. Se gli avesse fatto questa domanda qualche mese fa avrebbe risposto che sì, era certamente un gioco. Ma ora non era del tutto sicuro della veridicità di quella risposta.
<<Stai bene?>> chiese ancora lui cercando di cambiare argomento.
<<Mh?>> disse lei non aspettandosi quella domanda.

Con Rudy c'era un rapporto particolare. Si punzecchiavano parecchio, era parte dello spettacolo, ma non si erano mai addentrati troppo in faccende personali.

<<Forse non sono affari miei...>> iniziò lui, <<anzi, sicuramente non lo sono...>>
Lei aspettò in silenzio che continuasse il suo discorso.
<<Vorrei comunque darti un consiglio. Sai, dopo tante relazioni finite male ho una certa esperienza.>> disse lui abbozzando un sorriso.
<<Dovresti eliminare le persone negative nella tua vita, Rosalba.>> continuò lui serio, <<Meriti molto di più di un uomo che ti rende sempre triste. Meriti un uomo che ti faccia ridere, un uomo...>> lui si bloccò.

<<Un uomo come te?>> chiese lei sorridendo.
<<Perché no?>>
<<Smettila Rudy.>> disse lei scuotendo la testa. Rosalba si allontanò, cercando da qualche parte qualcosa da fare, qualunque cosa per allontanarla da lui.
<<Perché no?>> chiese di nuovo lui più serio.
<<Non ho voglia di scherzare.>> disse lei seria mentre raccoglieva le sue cose per metterle in borsa.
<<Io non scherzo affatto.>>

Lei continuava a non guardarlo.
Rudy sospirò e disse: <<So che non ti fidi di me, ma fatti dare un consiglio, da amico. Metti sempre te stessa al primo posto, non hai bisogno di nessuno.>>
Rosalba sentì la porta chiudersi e Rudy la lasciò sola con i suoi mille pensieri.

controvento || zerbisa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora