Un colpo sordo fendette l'aria con la forza di un tornado, scivolò con la velocità del lampo si abbattè con tutta la forza che un ventiduenne (circa, gli anni si contavano a stagioni non regolari.) potesse avere in corpo -ossia molta-, i muscoli nella tensione del corpo che si rilassavano nello sforzo, rilasciando un micidiale colpo, che spaccò in due la spina dorsale dell'uomo (definirlo ancora tale, mandava fuori di testa) a cui l'aveva inferto, il rumore della carne che si faceva a brandelli in pochi istanti, venne sostituto da un tonfo sordo, lasciò roteare via la testa che emetteva tremendi lamenti bassi, silenziosi quasi, come maledizioni imprecate e avrebbe continuato probabilmente per le prossime ore, ma non importava era ormai inutile anche solo pensarci. Il ragazzo sistemò la maschera bianca e sporca di sangue ormai rinsecchitto e sorrise stanco, come sorrideva la copertura su buona parte del volto. Dream era in cammino da fin troppe ore, ma diavolo, per quanti schifosi mostri cannibali avrebbe dovuto ammazzare non si sentiva ancora pronto a fermarsi, non poteva fare una sosta perché George si era ammalato di chissà quale peste, forse l'inverno trascorso con poche razioni o i lunghi spostamenti o cazzo semplicemente sfortuna in un mondo desertico. E prima trovava qualche medicina e meglio era, perché sarebbe potuto uscire da lì e fuggire veloce, andare da loro, portando trionfale lo zaino carico di vita, avrebbe curato George, stretto contro il petto e sorriso, ancora una volta, in compagnia di loro.
Il problema era che saccheggiare un ospedale era quanto più di pericoloso potesse esistere insieme a fare un concerto rock in mezzo all'apocalisse. Il concetto era un pululare di morti viventi tutti concentrati in stanze e corridoii dove non sei mai certo di come entrare, ma sei costretto a proseguire ed era una cazzo di trappola perché scappare equivale a mettersi direttamente nella tomba, voleva dire salire o scendere di piano, il che significa in termini decisamente più semplicistici un topolino che stava per finire nel vicolo cieco, allontanandoti dall'uscita, unica possibilità realistica di salvezza.
Dream lo sapeva non era uno sprovveduto, solo spericolato, fuori di testa forse, ma aveva già cercato in tutte le farmacie che la città e dintorni potesse avere e la situazione cominciava a diventare tragica perché non poteva tornare indietro per sapere come stava l'inglese senza nulla di davvero utile, l'unica sicurezza era che al suo fianco ci fosse Sapnap a guardarlo, curarlo e pulirgli la fronte sudata di febbre, proteggerlo e da una parte lo rassicurava, dall'altra lo lasciava terribilmente sensibile, esposto e in ansia, ma non voleva pensare al peggio mentre cercava di evitare di morire nei modi più brutali, eppure il suo cervello organizzava quei pensieri irrazionali contro la sua volontà, Dream sospirò e voltò l'angolo, un altro di nuovo.Avevano discusso per ore Dream e Sapnap su chi sarebbe dovuto andare a cercare medicine per George, era una missione potenzialmente suicida, ma non potevano lasciarlo a morire agonizzante su un vecchio materasso, fra conati di vomito, vertigini e gelo.. e Dream non avrebbe seriamente potuto affrontare a livello mentale il pensiero che mentre Sapnap rischiava di non tornare più avrebbe dovuto sopportare la morte lenta di George, senza potervi porre rimedio e gli veniva da piangere al solo pensiero di rimanere seduto ad aspettare, i rintocchi delle assi vicine al marcire, o di un orologio non stanco di ticchettare, divenendo a sua volta un inutile ammobilio di una stanza che non gli apparteneva.
Così partì lui, perché aveva deciso così, egoisticamente stava meglio nel far fare il mobilio al corvino, egoisticamente era un bastardo che preferiva non imobilizzarsi e Sapnap gli aveva urlato tutti gli insulti possibili nelle lacrime, minacciandolo di ogni sorta di dolore per impedirgli tale sciocchezza da solo, ma il biondo cenere fu irremovibile, motivando sempre le sue scelte con una logica che non gli apparteneva, perché davvero non sapeva come cazzo fosse potuto rimanere maledettamente calmo al vedere il suo partner così distrutto. Infatti se l'era tirato contro il petto ampio, abbracciandolo forte, giurandogli che sarebbe tornato in un sussurro intimo fra loro e allora avrebbe potuto prenderlo a pugni, Sapnap avrebbe potuto spaccargli il naso, non gli importava, voleva solo rivederlo.
STAI LEGGENDO
I'm sick.
Fanfiction◇gay! ◇au ◇one-shot Dream lo sapeva, non era stupido, ma la ferita sanguinava provocando fitte e non si sentiva adesso di soffiare via la felicità di George e Sapnap. mise un timer, o almeno ci provò pensandoci, circa quarantotto ore, era okay, pote...