Prologo.

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T'amo senza sapere come, nè quando,
nè da dove,
T'amo direttamente senza problemi nè
orgoglio:
Così ti amo perché non so amare
altrimenti.

Pablo Neruda.

It : Questa storia appartiene a @Natasha19__ e nessun altro. Copiare, scaricare o rubare questa storia nel mio paese è un reato punibile.

En : This story belongs to @Natasha19__ and nobody else. Copying, downloading or stealing this story in my country is a punishable offense.

Fr : Cette histoire appartient à @Natasha19__ et à personne d'autre. Copier, télécharger ou voler cette historie dans mon pays est un délit punissable.

Vn : Câu chuyện này thuộc về @Natasha19__ và không ai khác. Sao chép, tải xuống hoặc lấy cắp câu chuyện này ở quốc gia của tôi là một hành vi vi phạm có thể bị trừng phạt.


Lavoravi, lavoravi ogni singolo giorno e non avevi più tempo per me, non capivo perché, potevi dedicarmi anche cinque minuti, mi sarebbero bastati, mi sarebbe bastato anche un secondo.
Era passato un anno da tutto quello che era successo, avevo terminato la scuola diplomandomi con il massimo dei voti, come te, ma a differenza tua io le idee chiare non le avevo ancora. Era passato un anno, ma non era stato tutto sempre così, prima era diverso, i primi mesi eravamo legati, dormivamo insieme, mi leggevi dei libri e tu avevi solo bisogno di me. Poi qualcosa è cambiato in te, sei diventato freddo, assente, non mi chiamavi più,dicevi che era per il lavoro ma io non ti credevo. Avevo paura fosse qualcos'altro, ti avevo spiato e tu mi avevi scoperto. Da lì è cambiato tutto, ed io ho iniziato ad agitarmi, che cosa stava succedendo? Ti stavo perdendo? Era il momento in cui avresti smesso di vedere di me le cose belle che solo tu vedevi, in cui avresti aperto gli occhi e avresti capito che no, in fondo no, non ero poi così speciale.
L'avevo temuto da tanto tempo questo momento, perchè una come me non sta con uno come te, potevo solamente guardarti da lontano, vedere i tuoi capelli biondi ondeggiare mentre camminavi per la stanza sfogliando le riviste con il tuo volto in copertina. Riuscivo a vedere i tuoi occhi verdi solo da uno schermo, dalla tua immagine di profilo, ma malgrado i miei sforzi sapevo che non era la stessa cosa. Mi mancavi, ma non sapevo come dirtelo, non sapevo nemmeno se ancora mi pensavi, se ancora riuscivi a immaginarmi con te come facevo io ogni giorno. Eri così impegnato che io per te non ero più nulla, e anche i tuoi amici non erano piú nulla, ti eri chiuso in te stesso, e per te esisteva solo il lavoro e il vino. Bevevi, bevevi ogni giorno, non riuscivi a terminare un'ora di lavoro senza bere o fumare una sigaretta , la tua dipendenza non ero più io. Eri stressato e io lo vedevo, non ti chiamavo più per questo, non ti messaggiavo per non stressarti ulteriormente ma dentro di me morivo.
Emisi un suono di frustrazione per poi continuare a camminare, speravo di incontrarti ma sapevo che tu da quella casa non saresti uscito, avevi alzato un muro ti eri barricato dentro e uccidevi chiunque volesse entrare. Eri diventato come tuo padre, avevi bisogno di appuntamenti per parlare con qualcuno, persino con me.

-Marinette è tutto ok?- Luka era fuori al bar a fumare una sigaretta, ero arrivata alla mia destinazione dopo quindici minuti di passeggiata, gli risposi con un cenno con il capo. Conosceva la mia situazione, riuscivo a confidarmi con lui anche dopo tutti i nostri problemi passati. La mia bocca si socchiuse in un piccolo sorriso, non sapevo fingere, ma non volevo rovinarmi la serata. Alya aveva organizzato una piccola festa nel bar più famoso di Parigi, era riuscita a pagare tutto con le visualizzazioni del suo LadyBlog , in realtà lei stava studiando giornalismo ma non aggiornava il suo blog da esattamente un anno. Da quando Papillon era sparito nell'ombra.
Entrai dentro al bar con Luka, la stanza era molto grande buia con delle lucine viola e verdi, vidi Alya e Nino in fondo alla sala guardarmi facendo un cenno, andai verso di loro che mi guardarono straniti. -Non verrà- tagliai corto posando la mia giacca su una sedia. Nino sospirò e mi guardò cercando di cambiare argomento, ma sapevo che soffriva, in fondo non vedeva piú il suo migliore amico. Mi voltai notando Chloè entrare nella sala con un bellissimo tubino bianco, mi guardai notando che il suo modello era molto simile al mio, tranne per il colore, il mio era nero.
Chloè mi salutò abbracciandomi calorosamente, non la vedevo da tre mesi, era dovuta partire per andare dalla madre a New York, ed io speravo che non fosse di nuovo diventata un'egoista viziata. Luka la vide , i suoi occhi si illuminarono e la abbracciò, sorrisi vedendo quella scena. Presi il mio cellulare sperando in un tuo messaggio, in una tua telefonata, in un tuo segno di vita, ma la schermata delle notifiche era vuota.
-Marinette metti giù quel telefono e divertiamoci!- vidi Alya prendermi il braccio trascinandomi in pista, ero timida e il ballo non era la mia specialità, ero impacciata e cercavo in tutti i modi di non pestare i piedi alla mia amica. All'inizio cercai di ballare ma Alya si accorse che ero troppo rigida, e mi prese un drink. -Magari ti sciogli un po' miss palo della luce- lei ne prese anche uno per se, guardai il bicchiere pieno e lo bevvi tutto ad un sorso. Non ero abituata all'alcool anzi, non mi piaceva bere, ma non so perchè in quel momento ne avevo bisogno. Dopo un po' ne bevvi altri due, poi tre, e finalmente mi sciolsi e iniziai a divertirmi.
Alya era ubriaca, io non reggevo l'alcool e finii per essere ubriaca a metà serata, per qualche attimo mi liberai dai miei pensieri, e iniziammo a ballare tanto fino a quando,dopo trenta minuti finii per sedermi a terra per via del mal di piedi. Alya e Luka si stesero vicino a me guardando il soffitto della sala. Non aveva nulla di speciale quel soffitto, era bianco eppure riuscivo ad ammirarlo, per via dell'alcool. Dopo altri 15 minuti ci alzammo iniziando a bere ancora, eravamo tutti ubriachi, inclusi Chloè e Nino. Iniziai a sentirmi girare la testa, e non riuscivo più a reggermi in piedi. -Ora lo chiamo- dissi cercando il mio cellulare nella borsa, ma non lo trovai. Alya lo cercò in tutta la sala, ma nemmeno lei riusciva a reggersi in piedi. -Eccolo!- disse trovandolo sotto ad una sedia, me lo passò e trovai 13 chiamate perse. Tredici chiamate perse da te, che cosa volevi? Non mi chiamavi mai, ed ora magicamente ti eri ricordato di me. Chiusi il telefono lanciandolo a terra -Bastardo!- urlai barcollante , mi girava la testa, non riuscivo a capire nulla e mi veniva da vomitare. Ad un certo punto le mie gambe cedettero, e il corpo cadde ma prima di toccare terra sentii delle mani prendermi le braccia sollevandomi. Mi girai.
-A..A..Adrien..-

Spazio per Naaat.
Ed ecco a voi il primo capitolo del sequel.<3
Fatemi sapere cosa ne pensate con una stellina o con un commento.

Nat:)

Miraculous : L'ombraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora