𝐔𝐧 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞

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Primo giorno di primavera.

04:00

La sveglia suona interrompendo il silenzio della stanza. Una mano esce da sotto le coperte, la spegne per poi rimettersi sotto. Uno sbuffo e le lenzuola bianche vengono spostate il minimo da rivelare una testa mora che guarda il soffitto.

Ripenso al sogno che ho fatto. È da un po' di tempo che gli incubi sono tornati, ma questa volta è diverso. Le figure dei due ragazzi è la prima volta che le sogno e non riesco a capirne il significato. Ancora un po' intontita guardo la sveglia.

Perché ho messo la sveglia alle 04.00?

Sento che c'è qualcosa che sto dimenticando ma non riesco davvero a ricordare cosa sia.

«Natalie svegliati o l'autobus partirà senza di te!»

L'autobus? Perché dovrebbe... Oh cavoli!

In un attimo salto giù dal letto fiondandomi in bagno per lavarmi. Pantaloncini neri leggermente strappati, maglia bianca monospalla a maniche corte, le mie amate Adidas bianche, eyeliner, mascara e sono pronta. Vado vicino alla scrivania per finire di preparare la borsa e scendo sotto. Entrando in cucina trovo mia zia ai fornelli e mio zio seduto a tavola con il suo inseparabile giornale e il suo solito caffè mattutino. Zia Lucia è una donna sulla cinquantina con dei lunghi capelli biondi e due occhi color nocciola, non è molto alta ma per lei non è mai stato un problema. "Un motivo in più per indossare i tacchi!" Questo è quello che mi ha sempre ripetuto. È un uragano, non riesce mai a stare ferma per più di due minuti e soprattutto è un amante dello shopping, cosa a mio favore visto che anche a me piace fare spese. Mio zio Antonio invece è esattamente il contrario. È un uomo abbastanza alto, dai capelli neri con qualche riflesso bianco e due occhi scuri come la pece. È un uomo molto pigro ma di una bontà infinita, al quale non piacciono le discussioni e cerca sempre di trovare una soluzione pacifica prima di finire in una situazione drastica. Mi sono sempre chiesta come facciano ad essere sposati essendo l'uno l'opposto dell'altro.

«Buongiorno zia, buongiorno zio.» Mi siedo al mio posto ancora mezza assonnata. Mi piace alzarmi la mattina presto, è sempre tutto così tranquillo, ma la sera precedente sono rimasta a parlare fino a tardi con le mie amiche quindi non ho dormito molto.

«Buongiorno Natalie, dormito bene?»

«Sì zio, grazie.» Non ho raccontato loro che gli incubi sono ricominciati per non farli preoccupare. Ricordo che da piccola, quando avevo un incubo, mia zia mi restava accanto fino a quando non riuscivo a riaddormentarmi. Quando ho cominciato a crescere gli incubi hanno cominciato ad essere meno frequenti fino a sparire completamente. Quando sono ricominciati, essendo più grande ho imparato a gestirli e non ho avvertito nessuno.

«Vuoi un po' di caffè?»

«Sì, grazie zia.» Una dose di caffeina è perfetta per cominciare la giornata, soprattutto dopo la nottataccia che ho avuto.

«Le valigie sono pronte?»

«Sono in corridoio.» Comincio a bere il mio caffè per svegliarmi un po'.

«Bene! Allora inizio a caricare la macchina.» Osservo mio zio alzarsi e uscire dalla stanza mentre la mia testa si perde tra i mille pensieri. Tante domande sui sogni che ho fatto affollano la mia mente ma non riesco a trovare una risposta a nessuna di esse.

«Stai bene Natalie? Ti vedo strana.» Quando giro lo sguardo su mia zia la vedo fissarmi con occhi indagatori. In qualche modo riesce sempre a capire quando qualcosa non va, anche quando faccio finta di stare bene. È come se avesse qualche sesto senso.

«Ho fatto un sogno strano stanotte. Ma sto bene, davvero!» Spero creda alle mie parole e non faccia più domande perché non saprei veramente cosa risponderle. Non voglio farla stare in pensiero, voglio cercare di uscire da questa storia da sola.

𝑼𝑵𝑬𝑿𝑷𝑬𝑪𝑻𝑬𝑫 𝑳𝑶𝑽𝑬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora