Capitolo tre

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"Eh guarda chi si vede... è tornato il solito sfigato..... ciao Colin,  come va con la matematica è?! Anzi no forse dovrei dire con la tua intelligenza... TELEPATICA... ".

Mi continuo a chiedere perché ce l'abbia così tanto con me. Solo con me.

Mentre mi accovaccio sopra il sedile, il peggiore su cui mi sia mai seduto, sporco,  rigido e sopratutto triste, sento Lucas che borbotta qualcosa a Shaila. Mi avvicino leggermente per sentire quello che si stanno dicendo ma a quanto pare non potrò mai essere un detective dato che appena mosso il braccio per ascoltare vedo Lucas guardarmi seriamente. Quasi con un ghigno amaro e ficcante che mi arriva direttamente allo stomaco provocandomi una fitta di dolore assai intensa.

L'HappyBus sobbalza. Gira. Si ferma.

Deduco che siamo arrivati a scuola.

Adesso che ci penso meglio ne sono sicuro.Si. Prima della morte di papà la facevo ogni volta. Ogni giorno. Ogni mattina.

Arrivava l'autobus davanti a casa, precisamente alle ore 7. 30 e mi portava nel mio incubo peggiore. La scuola.

Scendo lentamente, ma non dovrei,  dato che appoggiato il piede a terra, due braccia potenti mi colpiscono la schiena facendomi cadere a terra. Sono con le ginocchia appoggiate alla strada. Le mani doloranti sono come appiccicate all'asflato.

Sono perplesso anzi no sono come in un mondo parallelo. Sento solo le risate dei ragazzi man mano che scendono. Sono ridicolo.

Percorro lentamente il lungo e interminabile tratto che mi separa della scuola.

Entro e suona la Campanella. Quante volte ho sentito il suo suono, così acuto, squillante e intenso.

Corro in classe ansimando. La rivedo, seduta sulla cattedra con i gomiti sulle ginocchia. La sua aria severa e superiore, il suo sguardo maligno e crudele.

La mia prima BibbiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora