CAPITOLO 1

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Sono bloccata da ormai un'ora, in questo cavolo di autogrill in mezzo al nulla.

Ah scusate io sono Scarlett Maine, ho 25 anni. Sono un interior design e insieme alla mia migliore amica ho avviato un'impresa, che ci piacerebbe espandere, però per noi è già molto essere arrivate fino a questo punto, e poi, le cose si fanno con calma.

Comunque stavo dicendo sono bloccata da ormai quasi un'ora qui, praticamente nel nulla, non c'è campo e il telefono è addirittura scarico...

Ginevra: << Zia ma perché siamo in questo posto? Io voglio tornare a casaaa uffaaa!!>> Scarlett: <<Perchè qualcuno voleva vedere degli stupidi cactus e quindi vi ho portate in mezzo al nulla di solito ci sono noo!>>
Charol:<< Ma i cactus ci sono anche dal fioraio.>> Scarlett:<< Beh si però io sono la zia e quindi devo sempre complicarmi la vita okayyy... Oh mannaggia vostra madre mi ucciderà ne sono sicura.>>

Ho pure provato a chiedere al proprietario dell'autogrill ma ha detto che nemmeno dalla linea fissa funzionava perché stavano facendo dei lavori lì vicino. MA PER QUALE MOTIVO STAVANO FACENDO DEI LAVORI IN MEZZO AL NULLA, MANNAGGIAA.
Ho pensato nella mia mente.

Ormai ci eravamo rassegnate fino a quando non finivano i lavori dovevamo rimanere lì, perché la macchina era praticamente morta, e non riuscivamo a chiamare un carroattrezzi.

Ad un certo punto si sentirono dei motori da lontano. Erano dei motociclisti avevano parcheggiato le loro moto infondo all'autogrill, e poi si diressero tutti a fare benzina o a pendere da mangiare, tutti tranne uno, che appena ci vide parcheggiò la sua moto vicino a noi, e le bambine lo guardarono incantate siccome erano appassionate di moto e automobili, e i loro genitori lavoravano con le macchine e la mia auto l' avevano diciamo "rimodernizzata" loro.

Comunque iniziò ad avvicinarsi questo uomo era abbastanza alto, diciamo il giusto , vestito da motociclista ovviamente con un giacchettino di pelle, una canotta bianca sotto, e il casco nero. Si avvicina , non capivo ne chi stesse guardando, ne che intenzioni avesse e poi scese dalla moto si girò un secondo di spalle, intanto si tolse il casco, si girò nuovamente verso di noi e lo scrutai molto attentamente. Era moro con gli occhi color nocciola, e dei lineamenti del viso praticamente perfetti. Aveva un'aria famigliare, non so boh mi ricordava qualcuno che conoscevo già, molto probabilmente era solo un sosia di qualcuno che avevo conosciuto, forse quando ero ragazza.

Motociclista:<<Salve, serve aiuto?>> Charol e Ginevra dissero in coro:<<Sì siamo bloccate qui e non riusciamo a tornare a casa.>> Scarlett:<<R a g a z z e ! ma vostra madre non vi ha detto che non si parla agli sconosciuti?!>> Charol: <<Zia ma lui ci vuole dare una mano vuole aiutarci.>> Scarlett:<<Si ma non sappiamo che intenzioni abbia, mettete che sia un maniaco!? Senza offesa eh, però mica lo conosciamo.>> Ginevra:<<Però se ci fosse stato un carroattrezzi gli avresti chiesto aiuto... giusto!>> Scarlett:<<Si ma non è la stessa cosa... almeno credo... aspetta... RAGAZZE VOI MI FATE CONFONDEREEEE UFFAAAAA!!!>>

L'uomo in tutto ciò ci stava guardando imbarazzato, poi intervenne. <<Può stare tranquilla, non sono un maniaco, vorrei ... vorrei solo darle una mano, però se non si fida ... non ... non è obbligata ... ad accettare il mio aiuto.>>

Ovviamente sapevo che le bambine avevano ragione, alla fine non aveva intenzioni cattive, almeno credo però comunque non sapevo che cosa dire ad uno sconosciuto al quale avevo appena dato etichetta di un maniaco semplicemente perché ci voleva dare una mano.
Per fortuna però, forse vedendo la mia faccia confusa e pensierosa, mi guardò e indicò il cofano della macchina e mi chiese:
Motociclista:<<Posso?>>
Scarlett:<<Oh, si certo...>>

Si mise subito all'opera e non appena alzò il cofano della macchina e disse.<<Oh ma non ci siamo ancora presentati.>>
Scarlett:<<Oh si giusto io sono Scarlett e loro sono Ginevra e Charol.>>
Motociclista:<<Io sono Peter.>>

Ormai era passata quasi un'altra ora, e il sole batteva forte, poi ad un tratto, Peter probabilmente aveva caldo e si tolse la maglietta rimase con la magliettina bianca. Beh diciamo che non era niente male.
Poi decisi di andare a prendergli una bottiglietta d'acqua, quando mi alzai però mi sentii strana, mi girava un po' la testa, subito ho pensato non fosse niente di grave, che semplicemente mi fossi alzata troppo velocemente.
Poi però ho cominciato a barcollare fino a quando non vidi nient'altro che buio.

FINE PARTE 1

*Scusate per gli eventuali errori*

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